Era bello e grandioso un’opera che dava visibilità alla zona , conosciuta per molte altre bellezze , L’avez de Prinzep , Luserna ed altri tanti luoghi per gli amanti della montagna , anche a ricordo di quella sera di tempesta dove sia il passo Vezzena che la meravigliosa piana di Marcesina si è vista deturpare e abbattere alberi come stuzzicadenti , io come tanti c’ero , ed abbiamo aperto la strada del passo Vezzena …ma la mente umana così bacata e malata , e capace di tutto , ricordo i 7 focolai sul Novegno del 2020 , ma finchè non si puniscono i piromani come si deve rendendo pubblica ed esemplare la punizione, continueranno ad imperversare , ma quando si và a toccare un bene comune di tutti la privacy non dovrebbe esistere . Il drago e volato in cielo per mano dell’uomo , anche se definirli così non sarebbe certo corretto , creato con amore da una mano esperta e reso accessibile a tutti …ora rimane la rabbia ed il dispiacere di un opera così e credo che a Marco Martalar salire lì , sia costato non poco , ma la vita riparte più decisi di prima , nella speranza che nelle indagini e fotocamere esca qualcosa che riesca a beccare chi ha fatto questo , e che la pena sia ESEMPLARE .
Lavarone
Tutti gli articoli con tag Lavarone
Come Raggiungere
Si sale attraverso la strada della Valdastico dopo essere usciti a Piovene Rocchette per chi sale da Vicenza , si supera l’abitato di Lastebasse e si Raggiunge Località Nosellari imboccando la strada per il lago di Lavarone per poi proseguire fino ai Gionghi , li si può lasciare l’auto e proseguire a piedi per circa 2 km , su una carrareccia che porta presso la località Magrè , oppure si può salire fino alla località Magrè e salire a piedi riducendo di molto il percorso.
Drago di Vaia
Questa scultura di legno, è la più grande d’Europa ed è il simbolo della rinascita dei boschi del Triveneto, colpiti dalla terribile tempesta Vaia dell’ottobre 2018. Il legno utilizzato proviene infatti dagli alberi caduti a causa del forte maltempo di quel periodo. Il Drago Vaia è stato realizzato, tra ottobre e novembre 2021, dallo scultore di Asiago Marco Martalar, all’interno del progetto Lavarone Green Land. L’opera, con i suoi 6 metri di altezza e 7 metri di lunghezza, è costituita da 2000 pezzi di legno della tempesta Vaia e da 3000 viti.
Lo Scultore
Marco Martalar Scultore del legno e artista del bosco , dove passo la maggior parte del tempo per creare e farmi ispirare.Gli alberi , gli animali , il silenzio , il fuoco e la natura ancora selvaggia, per me linfa vitale dove la mia arte trae nutrimento.
Il legno della scultura infatti non è trattato e con il tempo deperirà per l’effetto degli agenti atmosferici. Perciò, cambierà forma e, tramite la decomposizione, andrà a formare nuovo humus per i boschi. Gli alberi sradicati dalla tempesta saranno quindi nutrimento per altri alberi e contribuiranno a renderli più rigogliosi.
Quando sono arrivato sul grande prato che lo ospita mi sono emozionato , la quantità di persone era fuori dalla mia immaginazione , Persone sedute sul prato a godersi il sole l’aria, persone che passeggiavano , bimbi che giocavano. Lui era lì fermo come quando lo avevo lasciato, come quando lassù io e lui in solitudine stava nascendo, ora invece circondato da centinaia di persone, il tutto senza caos gente rispettosa con la voglia di toccarlo o fare una foto, è stato bello. Marco Martalar
“Dedico questo libro agli alberi. Un albero è un respiro che rigenera l’anima di antica saggezza. Le loro radici affondano nelle profondità sconosciute e i loro rami raggiungono il cielo. Alberi e stelle: un dialogo fra silenziosi osservatori… vorrei scrivere tutti i loro segreti”. Maria Luisa Clerico
Avez del prinzep un Abete bianco più grande d’Europa 54 metri , età stimata 264 anni con una circonferenza di 5.6 metri , e caduto il 12 novembre 2017 durante una forte bufera di vento
12 novembre 2017
Il Custode Forestale Damiano Zanocco, ogni volta che c’è un temporale o una nevicata forte passava sempre a vedere come stava il nostro avez.
Quando si è recato a Malga Laghetto ha notato il buco nel bosco, mancava la chioma. Ha sperato fino all’ultimo fosse solo una preoccupazione vana, ma sapeva cosa lo avrebbe aspettato, infatti ha percorso la strada che porta al Prinzep con un groppo in gola.
Il vento forte del 12 Novembre ha fatto cadere il nostro amato Prinzep. È una notizia triste e che fa riaffiorare in noi molti ricordi. Lui ne ha passate molte e certamente eravamo tutti sicuri ci sarebbe stato anche dopo di noi.
La natura lo stava mangiando da dentro, il formicaio (camponotus) che ha attaccato la parte cariata(marcescente) dell’albero è stato combattuto per anni. L’età, la carie e il formicaio lo avevano reso meno stabile, nonostante questo era stato solo un anno fa considerato in salute e forte.
Il sindaco: ”Oggi avuta la notizia mi sono recato subito a Malga Laghetto, percorrendo quel sentiero che porta a lui. E trovarlo così fa sembrare tutto diverso: entra più luce che illumina e risalta la ferita. La stessa sorgente, che lo ha nutrito per anni, gorgoglia ma il rumore è completamente differente, non c’è la stessa pace. Il masso al suo fianco, che lo ha protetto dal freddo, ora sembra più grande e solo.
E’ una situazione triste per tutti noi, l’Avez del Prinzep era una certezza!”
Cresceva ancora di un millimetro di diametro e 5 cm in altezza ogni anno – che per la sua età era un enormità.
Ne rimane un troncone alto circa 4 metri, i restanti 50 sono distesi in orizzontale. Si nota il buco al suo interno molto grande e che ci fa stupire sia resistito così tanto.
Anche i Giganti cadono.
Quasi 20 anni fa attraverso il consiglio dei custodi forestali si è deciso di preservare nella zona 100 alberi per trovare in futuro l’erede del Prinzep e per dimostrare l’attenzione del territorio ad una zona che ha dato alla luce molti alberi spettacolari.
Ora questo monumento va preservato, si deve trovare il modo, così da raccontare una storia lunga oltre 250 anni.
Ciao Avez
Per ulteriori approfondimenti su cosa verrà fatto con il legno di Avez del prinzep vi invito a visitare la pagina :
https://www.facebook.com/avezdelprinzep/
Non voglio pensare che questo grande albero sia definitivamente morto. Nel suo legno marcescente e nelle sue profonde radici, troveranno vita altre creature (microbi, insetti, muschi, funghi…). Non lo vedremo svettare dal bosco come prima, ma lui c’è e ci sarà ancora per molti anni…perché lui non e’ un sempre abete. Lui è l’Avez del prenzipe. Paolo Donà
Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 3h00
Dislivello totale : 975 m
Quota massima raggiunta : 1410 m
Dopo aver preso la strada che sale la Val D’astico direzione Lastebasse Folgaria , si arriva alla cava appena dopo San Pietro di Valdastico , si gira a destra per il ponte e si gira di nuovo a destra fino ad arrivare all’abitato di Casotto , li si può mettere l’auto in basso lungo la strada nel piccolo posteggio a sinistra e salire a piedi fino alla Chiesa , oppure salire in auto e posteggiarla vicino alla Chiesa . Poi appena superata la chiesa e poco prima della fontana sulla sinistra ci sono i segnavia dei due sentieri che partono da li . Salendo sul prato ed uscendo dall’abitato di Casotto si incrocia la strada forestale che porta in quota , percorsi un 150 metri si trova il bivio con il 605 che sale a sinistra mentre mantenendo la destra si sale sul 611 , la strada e in buona parte asfaltata ed e molto panoramica poi diventa sterrata ed iniziano alcuni pezzi di sentiero fino ad arrivare alla malga Croier , molto bella e anche la malga con dei panorami molto belli , se si mantiene la sinistra si può proseguire fino ad arrivare a Luserna in circa 45 minuti , molto utile quindi se si sale dal 605 , mentre se si mantiene la destra si prosegue per il 621B che porta a malga Camporosà per poi eventualmente scendere dal 611 ( io consiglio di fare il contrario salire dal 611 ), in ogni caso i due sentieri sono molto ripidi e richiedono un discreto impegno , diciamo che il problema di questi due sentieri è che praticamente portano solo in giro a malghe e quindi trovarle aperte bisogna aspettare il momento della transumanza , o in alcuni casi come mi pare la Malga Campo sia aperta anche di sabato e domenica (tempo permettendo ). Si può anche salire da questo e proseguire verso Luserna per poi scendere dal 605 , anche in questo caso io farei il contrario cioè salirei dal 605 e scenderei dal 611. Per collegare sul fondo valle i sentieri 611 e il 621 a mio avviso è opportuno lasciare l’auto nel piccolo posteggio situato sotto il paese di Casotto , e salire dal 621 che si trova in località Lucca , vedi post del 621 .
Ricordo inoltre che a Luserna ci sono molti sentieri ad anello che girano intorno alla Zona opportunamente segnalati come ” il sentiero dell’immaginario ” , ” il sentiero della primavera ” , ” Sulle tracce dell’orso ” ed altri ancora . anche se devo dire con rammarico non siano tanto ben segnalati lungo il percorso , vi allego i numeri dell’ufficio informazioni per eventuali richieste .
Luserna, un piccolo paesino di montagna a 1333m., localizzato a Sud Est di Trento, rappresenta ormai l’ultima isola dove la lingua cimbra, un antico Bavarese, viene ancora correttamente parlata dal 90% della popolazione.
Informazioni a Luserna
Tel. 0464/789641 Cel. 366/4394630
E-mail: luserna@folgarialavaroneluserna.it
Web: http://www.folgarialavaroneluserna.it
Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 3h30
Dislivello totale : 900 m
Quota massima raggiunta : 1330 m
Dopo aver preso la strada che sale la Val D’astico direzione Lastebasse Folgaria , si arriva alla cava appena dopo San Pietro di Valdastico , si gira a destra per il ponte e si gira di nuovo a destra fino ad arrivare all’abitato di Casotto , li si può mettere l’auto in basso lungo la strada nel piccolo posteggio a sinistra e salire a piedi fino alla Chiesa , oppure salire in auto e posteggiarla vicino alla Chiesa . Poi appena superata la chiesa e poco prima della fontana sulla sinistra ci sono i segnavia dei due sentieri che partono da li . Il sentiero 605 porta a Luserna come del resto anche il 601 già postato in precedenza , ma qui cambia tutto , questo sentiero e uno fra i più belli che io ho potuto praticare , molto panoramico e passa in piccole baite dove l’unico modo per portare su qualcosa e per mezzo di piccole funicolari , presenta inoltre dei passaggi in 3 valli , la Val torra , la Val grossa e la Val Troghel , con un paio di salite in piccoli canaloni , fino al passare sotto a cengie strapiombanti ma niente di pericoloso , solo richiede una buona preparazione fisica per affrontare la pendenza notevole , resterete ammagliati da questo piccolo paradiso . La discesa può essere fatta dal sentiero stesso , se si hanno due auto si può scendere anche dal 601 , io consiglierei come ho fatto io di scendere dal 621B-611 , ma per fare questo ci vuole un ottimo senso di orientamento e la capacita di leggere bene le cartine , ma comunque e una cosa fattibile. Mi sembra esista un collegamento che porti a malga Croier e che quindi colleghi Luserna (605) con malga Croier (621-611) per quindi poter discendere a Casotto .
Ricordo inoltre che a Luserna ci sono molti sentieri ad anello che girano intorno alla Zona opportunamente segnalati come ” il sentiero dell’immaginario ” , ” il sentiero della primavera ” , ” Sulle tracce dell’orso ” ed altri ancora . anche se devo dire con rammarico non siano tanto ben segnalati lungo il percorsi , vi allego i numeri dell’ufficio informazioni per eventuali richieste .
Luserna, un piccolo paesino di montagna a 1333m., localizzato a Sud Est di Trento, rappresenta ormai l’ultima isola dove la lingua cimbra, un antico Bavarese, viene ancora correttamente parlata dal 90% della popolazione.
Informazioni a Luserna
Tel. 0464/789641 Cel. 366/4394630
E-mail: luserna@folgarialavaroneluserna.it
Web: http://www.folgarialavaroneluserna.it
Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 1h30
Dislivello totale : 600 m
Quota massima raggiunta : 1037 m
Dopo aver risalito la Val D’astico da Arsiero direzione Folgaria poco prima di arrivare a Lastebasse si nota un ponte sulla destra che porta in località Carotte , da li si sale sulla piccola chiesa al centro dove appena dietro c’è un posto dove mettere l’auto , ovviamente se si usa questo sentiero per il rientro la macchina si mette in altro luogo (come ho fatto io mettendola sul ponte a Brancafora)cosi facendo si ridiscende sulla strada asfaltata fino a Brancafora . Il sentiero parte proprio vicino alla chiesa di Brancafora , ricordo che il primo segnavia da seguire non è il 295 ma bensì il 595 il sentiero denominato anche Antica Via dell’ancino ( di Quà ) , arrivati al bivio con la strada che arriva da Dazio e porta a Oseli dove per intenderci si trova anche il Forte Belvedere , se si imbocca il sentiero 221 si può completare il percorso fino a Lavarone. Il sentiero e molto bello sale su un crinale qualche volta esposto per poi uscire dal tratto boschivo nella zona di Sas della mitrie si narra che qui si incontrassero i vescovi di Padova Feltre e Trento , anche se oggi rimane visibile solo uno dei simboli vescovili che viene associato a Padova o Vicenza , si sale fino a raggiungere la chiesetta dei Piccoli , dedicata alla madonna di La Salette che si narra sia stata costruita sopra un masso per opera di due italiani emigrati all’estero che l’avrebbero edificata per ringraziamento alla Madonna per aver salvato una bambina sopravissuta miracolosamente dopo essere caduta dallo stesso masso
Il covèlo di Rio Malo
Il covèlo non è altro che un anfratto di roccia , prettamente carsica che si trova poco lontano dall’abitato di Piccoli , profondo circa una 30 di metri che va a finire in un camino centrale , raggiungibile attraverso una robusta scala in ferro .
Il Còvelo è soprattutto noto per essere stato postazione di esazione del dazio vescovile. Storicamente ne abbiamo notizia fin dall’anno 1027. Data la posizione, controllava facilmente l’«imperiala», l’antica strada/sentiero che proveniva dall’alta Val Sugana attraverso la valle del Centa e che scendeva nella sottostante Val d’Astico. All’epoca era nota come la Strada de l’Ancino, divisa tra l’«Ancino di là» e l’«Ancino di qua». Il Còvelo fu dunque utilizzato come una sorta di grotta fortezza, presidiata da un drappello di soldati. Nel 1276 fu ceduto alla famiglia dei Belenzani. Durante la guerra combattuta dalla Lega di Cambrai contro Venezia (1508) fu occupato dalle truppe veneziane. Al termine del conflitto, tornato sotto il domino austriaco, perse d’importanza e fu abbandonato.
Fonte : La Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri – di Fernando Larcher
Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 0h20 -1h30 Passando per il monte Rust
Dislivello totale : 50-300
Quota massima raggiunta : 1100-1282 m
Dopo aver salito la strada che da Arsiero porta a Folgaria si arriva a Carbonare passato per qualche km ci troviamo a Virti , dopo la curva con il cartello della comunita di Folgaria c’è un piccolo spiazzo , da li il sentiero scende fino a raggiungere il comando che si trova in una posizione molto protetta , oppure si può salire anche direttamente dal centro di Virti , si tratta di un’escursione molto corta e quindi io l’abbinerei al monte Rust , la struttura e molto interessante anche la posizione dove si trova strategicamente ottimale , ottimamente recuperato e ripulito da un gruppo di persone che hanno il mio elogio per riportare alla luce questi pezzi di storia . Nella mappa ho allegato anche il monte Rust con i suoi itinerari visto che sono poco difficili e tutti percorribili in un breve lasso di tempo . Comunque pere andare al comando austroungarico di Virti dopo aver superato Carbonare , e arrivati a Virti si trova il sentiero che porta nel bosco , in un luogo mimeticamente nascosto .
Voglio anche ricordare che ci sono molti itinerari di piccola e media lunghezza percorribili in queste zone stupende e poco conosciute ma fanno parte di un’immenso bagaglio culturale oltre che naturalistico , non siamo all’estero siamo in quella parte di Italia che crede e che investe per la comunità …salite per rendervi conto di questa magnificenza , non e una zona conosciuta da vip , ma e una zona fantastica a due passi da Casa .
Link : http://www.alpecimbra.it/it/
Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 0h20 -1h30 Passando per il monte Rust
Dislivello totale : 50-300
Quota massima raggiunta : 1100-1282 m
Per salire su questo Monte ci sono diversi percorsi da compiere a piedi :
-si può salire fino a Carbonare in auto salendo da Arsiero la Valdastico in direzione Folgaria , per poi prendere il sentiero segnalato , con un segnavia Monte Rust per poi ridiscendere per la località Virti
-si può salire con l’auto da Arsiero la Valdastico in direzione Folgaria fino al lago di lavarone e poi prendendo il segnavia nella parte sud del lago salire fino al Monte Rust per poi ridiscendere per località Chiesa
-si può salire con l’ auto da Arsiero la Valdastico in direzione Folgaria fino al lago di lavarone e per località Chiesa si arriva a Virti ,poi attraverso il sentiero della Pace salire fino al monte Rust , per poi ridiscendere verso Chiesa e poi tornare a Virti
-si può salire con l’ auto da Arsiero la Valdastico in direzione Folgaria fino al lago di lavarone e per località Chiesa poi attraverso il sentiero della Pace salire fino al monte Rust , per poi ridiscendere verso Chiesa scendendo dal lago di lavarone
In ogni caso il sentiero e molto bello , propone una visione panoramica a 360 gradi , se avanzate del tempo visitate in località Virti dove c’era il Comando tattico austroungarico risalente alla guerra del 1915 -1918 , il paese di Lavarone e magari anche il forte Belvedere ; sono zone molto belle e sopratutto dove l’uomo ha trattato queste zone con profondo rispetto , cercando di conservarne le tradizioni e costumi
Cenni storici
Sul Monte Rust nei pressi del lago di Lavarone sorgeva nel periodo della guerra del 1915-1918 un punto cruciale di osservazione creato dalle truppe austroungariche con l’intento di avere , nel caso le normali linee di comunicazione radio fossero interrotte di poter usufruire di questi altri mezzi di comunicazioni fatti da segnalazioni ottiche e con piccioni viaggiatori , per fare ciò furono costretti trovare una postazione di osservazione che potesse essere così centrale da poter comunicare con parte della linea di difesa , dopo aver salito questo monte capirete il perchè di questa scelta ammirando i suggestivi panorami
Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 2h00
dislivello totale : 680 m
Quota massima raggiunta : 1177 m
Dopo aver imboccato la val d’astico da Arsiero per andare verso Folgaria poco prima di arrivare a Lastebasse , ovvero in località Scalzeri si gira sul ponte situato in una curva e si prosegue verso l’abitato di Brancafora , arrivati su un’altro ponticello si può mettere li l’auto sulla destra , oppure salire sempre sulla destra fino alla chiesa di Brancafora , da li parte il sentiero costeggiando una casa situata sulla curva che sale verso un ricovero per anziani , si può anche passare davanti al ricovero per poi deviare a destra e rientrare nel sentiero , il numero del sentiero non è riportato li quello che leggete nel segnavia e il ” Sentiero de riva ” che parte dai Scalzeri e che porta fino ai Ciechi . Ricordo inoltre che la prima parte il sentiero non e numerato con il 297 ma bensi con il 597 come riportato anche nella mappa , il sentiero e molto bello e sale sul crinale fino a raggiungere il Werk Belvedere per poi proseguire fino a località Cappella e Gionghi , dove si trova anche la sede del comune di Lavarone non che l’ufficio informazioni turistiche , che invito a visitare e se aperto acquistate una mappa molto interessante dei sentieri e dei luoghi da visitare in questo magnifico luogho a pochi passi dalla pianura , dove la mente potrà trovare il giusto equilibrio e sarà ninfa per le giornate passate nella nostra inutile routine .
Non sempre il progresso migliora la vita , quella e una cosa in cui vogliono farci credere le hobbies , io credo solo nella semplicità delle cose . Luciano
Link utile : http://www.alpecimbra.it/