Tempo di percorrenza del anello : 2h30
Dislivello totale : 250 m
Quota massima raggiunta : 660 m
Come raggiungere
Dopo essere saliti per andare verso Belluno ed aver superato Santa Giustina , si prende verso Sospirolo , prendendo poi quella che porterà attraverso la Valle del Mis , sull’omonimo lago. Superata la galleria e il ponte si potrà raggiungere il punto di partenza della Valle Falcina .
Descrizione
Il percorso non richiede un impegno fisico , si tratta di circa 4 km e con un dislivello abbastanza semplice e quasi per tutti , si tratta di un sentiero naturalistico , ed essendo in un ambiente poco praticato dai più se ne può cogliere la sua meravigliosa bellezza , qui in questo suggestivo ambiente , in questa spaccatura incisa dalla Valle di Burt e Valle Falcina , presentano specie di flora e fauna molteplici ed importanti , come le Pino nero, Ambretta di Ressmann, Campanula della Carnia, Euforbia di Kerner . Mentre per quanto riguarda l’aspetto faunistico , soprattutto numerosissimi passeriformi e altre interessanti specie come l’aquila reale e il picchio nero. La presenza del lago permette di osservare anfibi, la natrice dal collare e, fra gli uccelli, il germano reale e la ballerina gialla.
Osservazione del paesaggio
le rocce presenti in questa zona hanno età comprese tra 220 e 100 milioni di anni la più antica è la dolomia principale sovrastata dei calcari grigi che hanno uno spessore di circa 400 m gli strati rocciosi sono molto inclinati quasi verticali sono stati profondamente incisi dal torrente falcina che ha creato una tipica valle fluvio torrentizia alla sezione V una valle difficile da percorrere perché l’inclinazione degli strati è impedito la formazione di pendii dolci e di cengie che in altre zone delle Dolomiti sono stati sfruttati per creare sentieri e la Val falcina si è formata in corrispondenza della faglia del Pizzocco una profonda spaccatura degli strati rocciosi lungo la quale si ha lo scorrimento di una parte rispetto all’altra lungo le faglie delle rocce sono fratturate e quindi più facilmente erodibili osservate l’ampia superficie pianeggiante che scende verso il lago e ospita struttura del parco è quello che i geologi chiamano conoide alluvionale e si è formato dalla distribuzione a ventaglio dei materiali trasportati nel passato del torrente dei suoi lavori di scavo .
Col della feda
Nel Parco vivono due specie di pini ha portamento arboreo, il Silvestre e il Pino nero i pini sono alberi detti ai pionieri perché conquistano antiche frane e detriti consolidati il Pino si veste e si riconosce facilmente per la corteccia arancione nella parte più alta del fusto e lo si può trovare in tutta Europa fino alla Siberia il Pino nero invece ha corteccia grigia scura su tutte le sue lunghezza aghi scuri molto lunghi una specie balcanica per questo nel parco è osservabile solo nel settore orientale e qui in valle del Mis sono presenti i nuclei spontanei più occidentali di tutte le Alpi il bosco che cammina anche il bosco può camminare e quello che è accaduto qui sul col della feda che significa Colle della pecora un tempo utilizzata per il pascolo ovino quest’area è stata poi abbandonata il bosco ha così preso il sopravvento ricolonizzato i vecchi pascoli dapprima con l’arrivo degli arbusti poi con quello degli alberi come il carpino nero la betulla e il Pino nero il ritorno del bosco è un processo più veloce di quanto si possa pensare in alcune zone del parco i prati abbandonati vengono recuperati del bosco ad una velocità che può superare il metro all’anno.
Le tracce animali
Vedere gli animali soprattutto in un bosco , cioè nel loro ambiente naturale non è cosa semplice molto più facile imbattersi nei loro tracce ad esempio osservando gli arbusti potrete scoprire che corteggiamenti sono dovuti agli sfregamenti che hanno i maschi di capriolo per marcare il loro territorio lungo il sentiero o sui sassi emergenti potrete trovare degli escrementi gli hanno lasciati per marcare il territorio le faine e le volpi che abitano su questo bosco più facile incontrare direttamente sono i rettili nelle radure potrete incontrare l’orbettino e nelle giornate umide e piovose la natrice dal collare .
Nidi di Picchio
Guardando via attorno potrete anche trovare forse con un pò di fortuna il grosso buco fatto dal Picchio nero è il più grande dei picchi può raggiungere un’altezza di mezzo metro con un’apertura alare di 70 cm , le sue dimensioni il colore uniforme nero lo rendono inconfondibile , il capo è completamente rosso nel maschio è parzialmente colorato nella femmina , predilige i boschi di faggio , Abete bianco, Abete rosso si nutre di insetti che abitano in legno e li cattura scavando i tronchi con il forte becco è difficile da vedere perché molto schivo se ne vette la sua presenza perché emette un caratteristico Cri-cri-cri o un prolungato fischio udibile a grande distanza , i nidi che vengono abbandonati del Picchio nero vengono usati molto spesso dalla civetta capogrosso.
Esiste inoltre una piccola Area Ristoro, Camper e Punto Informativo Pian Falcina :
Per informazioni e prenotazioni: gestore Patrizio De Biasi 348 415 2619