
Articolo dell’Unità 23 marzo 1983
li «giallo» degli otto militari di Bagdad precipitati sui monti in provincia di Vicenza L’elicottero iracheno era in Italia per montare nuove i i recchiature La destinazione era l’aeroporto della Malpensa, dove il veicolo doveva essere preso in consegna dai tecnici dell’industria aeronautica «Caproni» per conto di una ditta di Roma – Sono stati recuperati i corpi delle vìttime – Numerose interrogazioni parlamentari VICENZA — Probabilmente era diretto all’aeroporto della Malpensa dove doveva essere preso in consegna dalla società Caproni Vizzola, l’aereo militare irakeno precipitato lunedì sui monti sopra Recoaro con otto soldati di Bagdad a bordo, tutti morti sul colpo. Alla Malpensa, i tecnici della Caproni avrebbero dovuto effettuare sul velivolo, per conto di un’altra società, l’Elettronica» di Roma, uno studio preliminare all’ installazione di apparecchiature per la radionavigazione e di ricetrasmettitori. L’elicottero doveva rimanere alla Malpensa circa due mesi e l’equipaggio doveva con tutta probabilità rientrare in patria, lasciando solo un tecnico a seguire i lavori. E’ più che un’Ipotesi. Ad affermare queste cose ieri è stato il vicepresidente e amministratore delegato dell’Elettronica, ing. Enzo Benigni, il quale ha anche detto che il lavoro di predisposizione degli apparati preludeva ad un possibile contratto tra il governo di Bagdad e la società romana. Le rivelazioni del dirigente dell’Elettronica, se serviranno forse a chiarire quello che in un primo momento sembrava un vero e proprio giallo internazionale, solleveranno anche delle polemiche, con particolare riferimento ai rapporti che l’Italia, paese produttore di tecnologie avanzate, Intrattiene con Irak da una parte e Iran dall’altra, due paesi in guerra. E già ieri queste polemiche hanno trovato voce In interrogazioni parlamentari (una del PCI) sulla vicenda e In alcune dichiarazioni. Intanto sono stati recuperati, dopo ore e ore dì lavoro sul costone montuoso ricoperto di neve sopra Recoaro, i corpi degli otto militari iracheni morti nello schianto. Un lavoro difficile quello del soccorritori, In una valle stretta e impervia, dove, in poco più di trent’anni, si sono Infilati senza più riuscirne altri sette piccoli veicoli. Il capitano del carabinieri Nicola Mele, che comanda la compagnia di Valdagno, ha detto che tra i resti dell’elicottero non è stato trovato nulla di particolare: qualche banconota araba, qualche passaporto, oggetti personali. L’ufficiale ha anche fornito l nomi delle otto vittime: Anwar Anigad Alood, 35 anni; Alood Hanid, 40; Ahmed Abdool Hadi, 29; Bassan Hussaln, 28; Ipassim Khaddam Alid, 28; Khalek Hawa, 30; Nawaz Ahmed. 33; Adld Assain, 33. Non si conosce però il loro grado né il loro incarico, si sa solo che risiedevano tutti nella capitale irachena. Nella segnalazione completa inviata al ministeri degli Esteri e degli Interni, agli Stati Maggiori e al Comandi superiori, il capitano Mele scrive che «l’elicottero irakeno marca Y L, di fabbricazione sovietica, era giunto a Venezia il 19 marzo ed era ripartito il 21 marzo, alle 12,42, da Venezia per Milano, per recarsi a Varese, presso l’industria aerea Agusta di quella città». Ma l’Agusta, che non ripara elicotteri di fabbricazione sovietica, ha smentito che il velivolo Irakeno fosse atteso nei suoi stabilimenti. Ad accrescere le tinte di giallo internazionale che colorano la vicenda c’è un’altra notizia: secondo i carabinieri di Venezia, oltre all’equipaggio precipitato con l’elicottero, che aveva alloggiato per due giorni all’hotel Cipriani della Giudecca, altri sette irakeni erano nella città lagunare all’hotel Ala, e di loro, dopo l’incidente di lunedì, si sarebbero perse le tracce. Sull’incidente aereo in provincia di Vicenza l deputati comunisti Cravedi, Angelini, Baracetti e Corvisieri hanno rivolto un’interrogazione al ministro della Difesa chiedendo di conoscere «se l’elicottero era stato autorizzato a sorvolare il territorio nazionale» e «quale missione stavano compiendo i militari dell’elicottero precipitato». Ciò anche in considerazione del fatto che «l’Irak è un paese in conflitto, e l’elicottero, notizia di stampa, ha sorvolato una zona militare di rilevanza strategica per la difesa del nostro paese». In una dichiarazione il socialista Accame afferma che «sono in corso contatti ad ogni livello fra le nostre autorità sia diplomatiche che militari, e le omologhe irachene per consentire un massiccio afflusso presso le nostre scuole militari di militari iracheni, fatto che, collegato all’eccezionale vendita di armamenti al paese medio orientale, fa assumere al nostro paese una ben chiara posizione nei confronti del conflitto fra Iran e Irak». Interrogazioni hanno presentato anche la DC e il PdUP .










