Tempo di percorrenza dell’anello : 7h00
Dislivello totale: 1000 m
Quota massima raggiunta: 2324 m
Non esiste in qualsiasi altra descrizione un anello che dal basso sale su queste cime , infuocate dalla battaglia , qui in questo post voglio rendere voi partecipi di questo percorso che anche se ardito è accessibile da buona parte delle persone abituate a trekking dolomitici.
Come Raggiungere
Dopo essere saliti ad Auronzo , oppure a Cortina d’Ampezzo, si sale fino al Lago di Misurina poi si prosegue verso Dobbiaco fino a raggiungere e superare il lago di Landro, appena giunti al Hotel Tre Cime si trova sulla destra un ampio posteggio a pagamento che permette di imboccare diversi sentieri che salgono sia sul monte Piano 2306 m e Piana, che anche sulle Tre Cime di Lavaredo . Lasciata l’auto si prosegue per il sentiero interessato.
Sentiero dei Pionieri–Pionerweg
Si sale prendendo il sentiero dei Pionieri molto bello e panoramico che porta sul monte Piano 2306 m forse è uno dei più antichi, basti pensare che la ferrata sulla parte alta è stata ideata e costruita nel 1916 per poi essere risistemata nel 1980 (superabile anche senza percorrerla deviando a destra ), inizialmente sale piano salendo sul letto del torrente per poi attraverso le prime tracce di mulattiera sale zigzagando aumentandone poi la ripidità e presentando alcuni tratti con corda in acciaio fattibile anche senza imbrago, il panorama verso la valle e molto bello ed ampio su buona parte della sua estensione , man mano che si sale si restringe leggermente fino ad incontrare un punto poco lontano dalle creste in cui si trova un piccolo cimitero austriaco , e dove si possono scorgere sulla sinistra verso la val della Rienza , continuando poi a salire si raggiunge un tratto di via ferrata in cui è indispensabile l’imbrago ma è raggirabile sulla destra, per poi ricongiungersi quasi sulla vetta dove nel versante della Valle si scorge la centrale elettrica e l’arrivo della teleferica che parte dalla Val di Landro, numerose le postazioni ancora intatte prima di raggiungere la vetta del monte Piano , dove si trova anche la Croce di Dobbiaco , si prosegue una visita del monte Piano o del Pianto come lo definivano gli austroungarici , praticamente un museo a cielo aperto di incredibile conservazione grazie a chi mantiene questo luogo curato e in un certo senso sacro.
Ho voluto dedicare un post solo a trattare questo luogo dove l’eroismo e il sangue ha fatto da cornice su questi aspri monti , nel rispetto di molte vite spezzate , qui su questo museo a cielo aperto dove i recuperanti hanno lasciato qualche reticolato e cavallo di frisia si può ammirare tutto questo , al cospetto di quelle grandi montagne culla dell’alpinismo mondiale . Luciano
Raggiunta la quota della cima , l’itinerario prosegue attraverso diversi punti di riferimento numerati che da questa posizione porteranno al giro completo , anche se il punto di partenza sarebbe il Rifugio dedicato al maggiore Angelo Bosi a 2224 m dove all’interno si può recuperare una cartina planimetrica delle postazioni numerate per una maggiore comprensione delle vicende da 1 a 25 per usare le posizioni numerate bisogna salire dalla via principale e più semplice ovvero quella che sale dal lago di Misurina al rifugio Maggiore Bosi. Noi siamo saliti dal sentiero dei Pionieri , proseguendo un pò a caso tra le posizioni si dovrà esplorare prima il Monte piano sia sulla destra che a sinistra , poi raggiunta la Forcella dei Castrati era a quota 2272 m, si salirà sul Monte Piana 2324 m, ovvero la parte italiana dove scendendo verso il Rifugio si potrà risalire sul comando italiano un collegamento fino a raggiungere la prima linea dove si trovavano i ricoveri e depositi di munizioni salendo tra le spaccature del terreno e anche qualche tratto impegnativo servito da opportuna a corda , consigliabile per i meno esperti di salire sui pratoni sovrastanti . Si incontra il comando di compagnia che domina la val Popena , fino a raggiungere all’imbocco di una galleria, proseguendo su questo galleria si raggiunge la prima linea . Dopo aver raggiunto il pianoro tozzo del Monte Piana si potrà avere una visione completa di quello che sono state le cruenti battaglie che hanno insanguinato queste due tozze e quasi insignificanti cime , messe di fronte a cime di ben più grande interesse sotto il profilo alpinistico ed esplorativo , solo dopo averci confrontato con la storia si potrà veramente capire l’importanza di queste due quote Monte Piana 2324 m e il Monte Piano 2306 m considerando che la Forcella dei Castrati era a quota 2272 m.
Mappa del Monte Piana e Piano
Dopo aver percorso in largo ed in lungo il Monte Piana ed il Monte Piano , si scende fino alla Forcella dei Castrati era a quota 2272 m.
Sentiero dei Turisti
Dove un bivio ci permetterà di prendere il sentiero 6B definito del Turista , una doverosa considerazione dev’essere fatta , si chiama sentiero dei Turisti ma non per questo si può prendere sottogamba, è un sentiero di tutto rispetto , si scende sotto la cresta del Monte Piana con panorami mozzafiato , fino a raggiungere dei ghiaioni un pò instabili attrezzati con scalini e passerelle di legno , per poi raggiungere dapprima un boschetto di mughi e poi un boschetto di aghiformi lungo il letto del canale che porterà sul lago di landro fino a ricongiungersi con il 6 Sentiero dei Pionieri completando così un anello di circa 7 ore.
Cenni storici
Il sentiero dei pionieri , fu tracciato molto prima del 1915 dall’esercito austroungarico per poter salire e fortificare il confine visto che passavo dalla forcella dei Castrati separando così il monte Piano (austriaco) dal monte Piana (italiano) , questo tracciato venne poi affiancato da una teleferica e un gruppo di baraccamenti per le truppe compreso anche un ospedale da campo ed una centrale elettrica, per alimentare i compressori per i martelli pneumatici usati per scavare il complesso sistema di trincee in quota, venne poi abbandonato per un lungo periodo , poi nel 1980 fu riaperto e mantenuto sempre nelle condizioni attuali.
Monte Piano e Piana
Dopo essere divenuto metà turistica abbastanza ambita nonostante poco conosciuta , fu costruito a poca distanza tra i due confini il Piano Hutte , poi ci salì il poeta Carducci affezionato a questi luoghi , dove per omaggiarne la visita alla suo morte si eresse la piramide Carducci , casualmente a ridosso del confine austroungarico , una zona che dopo l’eccidio di Sarajevo sarebbe divenuta uno dei tratti più contesi e sofferti , con maestosi lavori di trinceramenti scavi e soprattutto una guerra di posizione molte volte all’arma bianca , i turisti si allontanarono ben presto e torno il silenzio , mentre iniziarono a sopraggiungere nella valle pattuglie in perlustrazione e truppe al lavoro per occuparsi dei varchi di accesso al Monte Piano , costruendo il famoso è ardito sentiero dei Pionieri Pionierweg che partiva dalla Val di Landro che allo scoppio della guerra divenne l’unica via per salire sul monte. Mentre nella parte italiana sì iniziarono i lavori di comunicazione per salire anche si sul Monte Piana sia per quanto riguarda basi logistiche che le posizione di artiglieria durante la primavera del 1915 battaglione alpini pieve di Cadore sali con due batterie batterie da montagna ingenti austro-ungarici erano gli assediati come compagnia di Landsturmer e Standschutzen , il 23 maggio del 1915 alle ore 19 l’ufficio postale del Imperiale Regio informo che l’Italia aveva dichiarato guerra all’Austria il 5 giugno il maresciallo Goiginger assunse il comando della divisione Pustertal dato che conosceva molto bene le zona e si rese conto subito dell’importanza strategica del Monte Piano mentre le nostre truppe presidiavano le cime del Monte era evidente occupare l’intero tovagliato con le pochi uomini .
il 7 giugno del 15 un soldato finito il turno di guardia si addormentò su una roccia e precipito nel vuoto , ci fu il primo attacco le posizioni italiane, gli austro ungarici salirono nella notte da Carbonin uscendo così indisturbati nel tratto che va dalla forcella dei Castrati e la piramide Carducci , agli italiani presi di sorpresa non rimaneva l’attacco con la baionetta, numerosi i feriti e 22 morti, ma gli austriaci rimasero bloccati per giorni costretti sotto un fuoco di artiglieria italiano che impediva loro qualsiasi movimento .
Nei giorni successivi in un assalto alla baionetta caddero 22 alpini poi ci fu un cambiamento del tempo freddo pioggia teoresi impossibile gli attacchi giorno prima c’è il 14 da Misurina di un se un battaglione di rinforzo nella zona della piramide Carducci ci furono due giorni di attacchi dove venne ucciso il maggiore Bosi il comando viene assunto dal maggiore al Gavagnin qui combattimenti si portassero fino alle 3 del mattino i nostri Fanti riuscirono ad invadere che posizione a Versailles e quanto pareva forse perduto il Pianoro Nord dagli austro-ungarici tutti i cannoni austriaci di Prato Piazza e Col di Specie di l’anno dell’Alpe mattina del Monte Rudo e tavolo in azione e anche i due cannoni portati su monte Piano a circa 300 metri dalle linee italiane facendo un fuoco indiavolato costringendo così gli italiani a ritirarsi a volte anche dei gas asfissianti alle ore 11 si chiuse la seconda degli numerose rosse pagine del Monte del pianto . Il terzo attacco Europa visto per metà agosto mentre la guerra si trova trasformando una gara di mantenere le proprie posizioni anche se i lavori di preparazione avvenivano in maniera scrupolosa perché la parte italiana e lavorava per prepararsi per l’inverno successivo con le slavine che sarebbero diventate la parte più pericolose, la più grande del 5 marzo del 16 che travolse circa 150 austriaci e l’inverno furono apportate diverse posizioni di appoggio le guardie di Napoleone. I nostri avversari vennero così a trovarsi a circa 300 metri di distanza dalle nostre linee anche se i loro trinceramenti erano molto più protetti e avevano solo piccole feritoie per dei fucili mitragliatrici che puntavano verso le nostre linee. Il 13 dicembre la neve aveva così raggiunto un altezza di circa 7 metri e le temperature sfioravano in meno 42 le sentinelle raggiungevano i punti di appoggio strisciando per non venire travolte dalle bufere del vento così gli italiani iniziamo a lavorare costruendo postazioni sotterranei per essere riparati del gelido inverno. Nel gennaio del 17 gli Austroungarici sospettarono gli italiani lavorassero a una postazione da mine il 14 luglio sulle postazioni italiane e sul Monte piana si scatenò violentissimo temporale e riversarono un enorme quantità di fango riempendo i cunicoli , un potente scoppio della galleria da Mina causò un vero e proprio disastro multi di nostri soldati rimasero per terra privi di conoscenza la causa dello scoppio fu un fulmine che colpisce sistema di innesco . Il 10 ottobre molti rinforzi raggiunsero gli austro-ungarici e a copertura delle artiglieria gli austriaci attaccavano 18 di ottobre 18 lanciamine e l’aggiunta di 74 cannoni e coprirono l’avanzamento , mentre nevicava e con l’uso di gas asfissianti ma essendo in netta inferiorità raggiunsero solo la galleria Napoleone il 3 novembre del 17 le truppe italiane si dovettero ritirare le monte Piana , gli austriaci seguivano occupando posizioni che erano state tenute degli italiani, per gli austriaci furono gli ultimi giorni per la loro antica Gloria mentre gli italiani stavano marciando verso la seppur sofferta e dolorosa vittoria .
Fonte storica: Guida ai musei a cielo aperto delle dolomiti Orientali grande guerra per non dimenticare . Antonella Fornari -edizioni DBS
Per approfondire vi invito ad acquistare questo fantastico libro descritto con grande passione ed amore per questi luoghi , dove la memoria fonda le proprie radici nella storia d’Italia.