Se si sale da Cortina d’ampezzo si imbocca la strada che porta a Passo Falzarego , poco prima di raggiungere il passo si incontra un ampio posteggio in località Col Gallina 2053 m, dove si può lasciare l’auto , mentre se si sale dalla parte opposta si raggiunge prima il Passo e poi scendendo leggermente il punto di partenza del sentiero.
Descrizione
Il percorso parte da uno spiazzo molto ampio dove sulla destra si nota lo chalet di Col Gallina e sulla sinistra il segnavia che sale verso forcella Averau , non presenta nessuna difficolta ne tecnica ne fisica , ben segnalato e di importanza fondamentale per salire sull’Averau , Nuvolau , Cinque Torri e rifugio Scoiattoli accoppiandolo con altri sentieri . Ma principalmente viene usato per raggiungere il rifugio Averau , anche se lo stesso può essere raggiunto da più punti compresa la seggiovia, se accoppiato con il 441 che si userà per scendere completerà un giro ad anello oppure passando per le cinque Torri ed imboccando il 440 si scenderà un pò più basso del Col Gallina
Dopo aver preso la statale che da Piovene Rocchette porta all’abitato di Arsiero si prende la destra per salire verso Tonezza e i Fiorentini , alla prima curva si prende a sinistra verso l’abitato di Posina , si prosegue fino al passo della Borcola che separa la val di Posina dalla Val terragnolo fino a raggiungere la Malga Borcola
Descrizione
Questo itinerario che propongo insieme ad altri sul Pasubio completa molti punti di questo maestoso Massiccio, sia ben chiaro che un’itinerario di queste dimensioni non è certo alla portata di tutti , ma andiamo per passi , giunti in auto sul Passo della Borcola si scende verso la malga e ditro al piccolo laghetto si nota il segnavia 148 che porta al Passo di Lucco passando per la Malga Gulva , si scende nella valle fino alla malga e si sale in un canalone detritico , la selvaggia Val Gulva , conosciuta e praticata da pochi , che si snoda in maniera incredibile tra massi giganti e terreni prativi e boschivi tali da non comprenderne la direzione , fino a raggiungere località Sorgente a 1850 m , ovvero nel bivio del sentiero 147 che proviene da malga Costa e porta nella Sella delle pozze 1903 m , ma non è questo il sentiero che noi prenderemo , proseguiremo dal 121A fino a raggiungere il 120 e sulla destra verso Selletta Est dei Campiluzzi 2002 m , dove andremo alla ricerca della Galleria di circa 300 m che al suo interno oltre che essere stata usata per il periodo bellico del 1915-18 , si possono ritrovare orme dei dinosauri sul suo soffito , e situata dietro al cartello segnavia proseguendo fino ad un a discesa su materiale detritico si arriva ad un piccolo dosso e sulla destra si noterà il suo imbocco , dopo averla visitata si prosegue verso il rifugio Lancia dove una bella pasta ci aspetta , si riparte con il 102 che ci porterà fino a bocchetta delle Corde e poi attraverso il 105 tricolore prima sul Roite e poi sui Dente austriaco , su quello italiano e poi a cima Palon 2232 m per poi attraverso il Cogolo Alto scendere fino al Rifugio Papa , dove un a sosta e d’obbligo , per poi ripartire per il 120 passando per l’arco romano e la chiesetta di Santa Maria dove a pochi metri si trova la selletta comando della linea italiana , si continua in un’alternarsi di sali scendi , fino alle 7 croci ed all’altare costruito dal comune di Trambileno per i suoi caduti , si sale fino alla selletta del graviglio , e imboccando un sentiero poco segnalato proseguire sulla linea difensiva austroungarica visibile dalle pareti di cemento , si prosegue su postazioni e ricoveri fino a superare i sogli bianchi e raggiungere l’immenso prato circostante a malga Costa , per poi atrraverso tratti boschivi e prativi raggiungere il Passo della Borcola .
Riflessioni Personali
Un percorso lungo e difficile , molti tratti sono sconosciuti ai più ma capace di creare grandi ed uniche emozioni, non sicuramente alla portata di tutti , perche qui l’esperienza e le capacità di muoversi in questi ambienti severi come per esempio la val Gulva richiede doti non sottovalutabili , ma alla fine se vi farete accompagnare da persone capaci il solo fatto di riuscire in questa impresa rende il tutto , e una catena di emozioni che non si possono certo raccontare o descrivere con le sole parole. Luciano
Dopo avere percorso la Vallarsa e raggiunto Rovereto si prosegue verso l’abitato di Ala, per poi attraverso la stretta strada salire verso località Ronchi , appena superato l’abitato e raggiunta la fermata dell’autobus , lì si lascia l’auto e di prosegue a piedi.
Descrizione
Questo percorso inizia su strada asfaltata per poi superata l’ultima Mas 715 m, si entra in una mulattiera che sale e scende maniera abbastanza costante per i primi km, risalendo attraverso pascoli, e piccoli tratti boschivi , raggiunta località Motori a quota 865 m. la carrareccia si restringe e sale all’interno di pareti irte e strapiombanti , fino a località Sbarra quota 1000 m. da qui il sentiero si alza ripidamente prendendo quota in velocità e continua per diversi km anche se con qualche tornante con pendenza notevole si supera la Val Penèz e l’alpe Penèz dove su un tornante sorgeva l’omonima malga Penèz a circa una quota di 1440 m , un piccolo tratto permetterà di rompere il fiato per poi risalire rapidamente fino araggiungere le pendici della Cima Levante in località Casarino1667 m dove si potrà vedere a sinistra il sentiero 114B proveniente dalla Malga Val Gatto , risalendo l’ampia mulattiera proseguiremo trasversalmente sino a salire a fianco della Pala del Cherle1860 m , superato anche il bivio con il 115 proveniente anch’esso dalla Val Gatto , si entra poi nella mulattiera di arroccamento che attraverso alcuni tornanti porterà fino al pascolo di Capanna Sinèl un luogo molto bello e ricoperto di prato e mughi denominato Prà del Sinèl dove a sinistra potremo notare le maestose pareti del Castello del Cherle , si prosegue su mulattiera mista roccia e prato superando a quota2097 la Bocchetta della Neve dove sale il 160 vallon dei Cavai , e superata la spaccatura di roccia della Bocchetta Grolle si nota la conca prativa di Cima Posta e dopo essere transitati sotto la cima del Cherlong e dell’omonima Bocchetta Cherlong dove esce il 162 Val Pissavacca e sulla sinistra per i pochi che lo conoscono il Vajo dei Camosci , si salgono ancora due tornantini e si raggiunge il Rifugio Mario Fraccaroli 2238 m dove innanzi a lui la slanciata cima Carega 2259 m.
Ritorno
Per il ritorno si scende dal 108B Vallon della Teleferica e poi raggiunto il rifugio Pertica 1522 m e si scende dal 109 della Val dei Ronchi , in alternativa proseguendo il 108 passando per la Cima Madonnina e la zona denominata piccolo Tibet , o Costa media 2109 m , si scende su un terreno impegnativo , fino a raggiungere anche qui il rifugio Perticà dalla ferrata Biasin (che non è nel percorso).
Si sale verso località Sesto , sia che si passi da Auronzo oppure si salga direttamente a Sesto , evitando cosi di passare sia per Cortina d’Ampezzo che da Auronzo di Cadore e il lago di Misurina , raggiunto l’abitato di Moso si prende la Val Fiscalina fino a raggiungere un ampio posteggio a pagamento dove lasceremo l’auto e proseguiremo a piedi verso il Rifugio Fondovalle . Oppure direttamente a Sesto da Sappada senza così passare ne da Cortina d’Ampezzo ne da Auronzo , accorciando notevolmente i km in auto.
Descrizione
Uno dei percorsi più belli per salire al Rifugio Locatelli Innerkofler 2405 m , si parte dal Rifugio Fondovalle 1548 m, il sentiero poco difficile e molto variegato , presenta passaggi molto belli nel suo primo tratto boschivo per poi salendo sempre privo di difficoltà su tratti rocciosi per poi culminare sull’Alpe dei Piani . Il tracciato sale su un terreno sassoso, ma piacevole in mezzo ad una vegetazione molto variabile , dai mughi alle pinete di abeti ,transitando sul lato destro di un piccolo torrente, mentre man mano che si sale si allontana dallo stesso nel punto in cui la pendenza inizia un pò ad aumentare senza mai divenire ostica e difficile, raggiungendo questo tratto si potrà notare la cascata proprio a ridosso del boschetto, dove anche la pendenza si farà un po più severa e sulle cengie circostanti si ammirerà la Cima Fiscalina e la Cima dell’Uno mentre giusto davanti si vedrà la croce de Paterno 2746 m. All’uscita del canalone a circa 2025 m lo scenario cambia ancora divenendo fatto di rocce e mughi, dove apparirà davanti la Torre di Toblin e il Sasso di Sesto teatro di cruente battaglie alla baionetta, per poi infine raggiungere il tratto prativo a ridosso dell’Alpe dei Piani e degli omonimi laghi, dove uscirà anche la sagoma delle Tre Cime di Lavaredo e il Rifugio Locatelli Innerkofler 2405 m.
Ritorno
Per il ritorno si può fare dallo stesso oppure proseguendo con il sentiero 101 verso forcella di Cengia 2522 m, e poi fino al Rifugio Pian di Cengia 2528 m , poi si scende sempre attraverso il sentiero 101 fino al Rifugio Zsigmondy-Comici 2224 m, per poi attraverso il 103 percorrere la Val Fiscalina ritornando all’auto.
Cenni storici
La notte del 27 agosto una compagnia di Alpini , una di Bersaglieri ed un plotone di Genieri , partono per un azione nella Valle Sassovecchio , passano sotto le posizioni austriache vicino i laghetti dei Piani , dopo aver tagliato i filo spinato sorge l’alba e non riescono procedere, la colonna viene bersagliata dal nemico dispergendosi tra i mughi mentre nella notte riescono a raggiungere la cascata del Rio. Nelle prime ore del 28 un plotone raggiunge sotto la cima dell’Una e le creste dell’alta val Fiscalina bloccando un reparto avversario , distrugge i reticolati , disturbando il nemico che stava lavorando in trincea , un’alpino avanzando cautamente a carponi attraverso i massi riuscendo a ghermire la piccozza del comandante nemico… La colonna tenta ancora ad avanzare supportata da una batteria da campagna posizionata sulla Forcella Pian di Cengia ed un pezzo posizionato sulla Forcella Camoscetto , ma nn riesce a sostenere il tiro delle batterie austriache , anche se la lotta risulterà vana , l’avversario e praticamente invisibili . La notte del 30 vengono raggiunti da un’altro plotone si prova ad inviare pattugli per stanare il nemico , ma risultano vane , conosce troppo bene le zone e snidarlo è impossibile di giorno i cecchini , i movimenti vengono visti e di notte il riflettore posizionato sulle Grande della Lavaredo sorveglia tutta la zona. Riescono ad occupare un torrione roccioso che verrà trasformato in un caposaldo avanzato chiamato Totenkopf dagli austriaci , Testa di Morto . Nel novembre del 15 gli austriaci decidono l’attacco per eliminare il caposaldo divenuto una fortezza al comando da un Tenente Bavare del Leibregiment ,tre esperti scalatori ed una squadra di Standschutzen . Lattacco e nella notte complice la nevicata e l’oscurità , mentre la foschia copre i loro movimenti, il tenete tedesco raggiunge la scala interna è mentre inizia la salita scorge due occhi nel buio , è un alpino , una lotta furibonda mentre l’alpino viene spinto nel burrone ma prima di cadere riesce a dare l’allarme , gli italiani occorrono e gli austroungarici sfuggono nel buio , trascorse alcune ore il tenente austriaco mentre dorme sulla tenda viene svegliato da un soldato per i continui lamenti , certamente era l’alpino caduto, il tenente ha ancora davanti gli occhi dell’alpino e non esita ad uscire per vedere di cosa si tratta, vede l’alpino con gli occhi chiusi che ogni tanto alza la mano ed invoca la mamma. Anche gli italiani sentono i lamenti e si organizzano per recuperarlo. L’ufficiale tedesco parte tentando di raggiungere l’alpino, in questo momento guerra ed odio nn esistono più , i cauti movimenti dell’ufficiale si avvicina al ferito :
Davanti al tenente , il soldato giaceva inerme con il viso contratto dal dolore No questo soldato nn è più il nemico , il tenente lo solleva delicatamente con le braccia e lo trasporta con passo deciso e tranquillo verso le linee nemiche a pochi passo dalla posizione italiana guarda l’alpino, i suoi occhi non erano più timorosi , ma profonda gratitudine . Un giovane era davanti a lui irrigidito nel saluto con voce alta disse “Grazie Camerata Tedesco”. L’ufficiale italiano accompagna il Tenente Tedesco verso la linea nemica arroccata sulla cresta Rocciosa , si arresta fece il saluto rimanendo con gli occhi fissi quasi aproteggerlo fino a quando nn rientra nelle proprie linee .
Fonte storica tratta dal Libro “Guerra in Ampezzo e Cadore” Antonio Berti , A cura di Tito e Camillo Berti , edizioni Mursia
Dopo essere salito a Cortina D’Ampezzo si prende per il Passo Falzarego 2105 m , oppure salendo direttamente da Agordo passando per il lago di Alleghe si imbocca la salita che porta al Passo Falzarego , molto meno trafficata è più corta se si vuole raggiungere solo il Passo si prosegue per Val Parola raggiungendo così il Forte Tre Sassi a sinistra mentre sulla destra parte il sentiero dei Kajserjager.
Descrizione
Il percorso che sale sul Sasso di Stria è facile anche se ripido e con molte variazioni di pendenza fino ad entrare nel complesso sistema di trincee e passaggi strettissimi che si inerpica fino all’ardua vetta con un panorama unico verso il Passo Falzarego , e la sua strada che sale da Alleghe .
Cenni storici
L’importanza del Sasso di Stria nel periodo bellico è estrema gli austroungarici si posizionavano sul Passo Falzarego rientrando da Cortina D’ampezzo e rinforzavano le loro linee con il Forte Tre Sassi , il sentiero dei Kajserjager e l’invalicabile Sasso di Stria 2477 m. Fu sbarrata la strada che porta a Valparola con reticolati dove veniva concentrato il fuoco delle mitragliatrici tra il Lagazuoi ed il Sasso di stria. Il pesante bombardamento italiano del 15 luglio 1915 il forte Tre Sassi fu abbandonato e venne fortificato ulteriormente il Sasso di Stria divenuto un fulcro importantissimo per la difesa della Val Badia e Val Pusteria.
Galleria Goiginger
Nel 1916 il comandante Goiginger fece costruire una galleria di circa 500 metri che partiva dalla selletta Avanzata (verso il Passo Falzarego) che usciva lateralmente dal fianco in vista sulla strada per il Passo Valparola potendo così garantire i rifornimenti evitando il fuoco dell’artiglieria, e soprattutto la fucileria italiana posizionata sulla Cengia Martini , fu attrezzata con tutto l’occorrente pe la sopravvivenza , un gruppo elettrogeno , diverse vasche di recupero acqua, cucina, locali per magazzini, alloggio ufficiali, dormitori per i soldati, postazione riflettori e, naturalmente depositi di munizioni. Furono anche posizionate mitragliatrici e cannoni da 80 mm prelevati dal Forte Tre Sassi ormai inutilizzabile.
Furono inoltre costruite due rami di teleferica per portare i rifornimenti sul Sasso di Stria una proveniente dal Val Parola fino a circa la Postazione del Nido , e l’altra da San Cassiano a Valparola
Attacchi
Gli attacchi da parte degli italiani furono diversi , era fondamentale conquistare la posizione del Sasso di Stria , il primo del 15 giugno 1915 riuscirono a raggiungere la selletta del Sasso si stria ma non riuscirono mantenere la posizione per più di tre giorni , il bombardamento del 9 luglio 1915 che distrusse solo il Forte Tre Sassi
Nell’ottobre del 1915 la notte precedente l’occupazione della Cengia Martini , il plotone del Sottotenente Fusetti riusci a raggiungere la vetta del Sasso di Stria , ma venne sopraffatto dagli austriaci.
Vista l’impossibilità di sfondare tale punto di difesa , si passo a quella che fu chiamata la guerra di mine e così entrambi gli eserciti scavarono la montagna realizzando gallerie per collocare ordigni sotto le postazioni nemiche e farle saltare in aria. Quattro cariche austriache e una grande carica italiana esplosero sul Lagazuoi.
Era indispensabile liberare la via , quindi dovevano conquistarsi le vette circostanti come il Col di Lana poco lontano in linea d’aria al Sasso di Stria, quindi gli italiani scavarono una galleria sotto e la imbottirono con 5 tonnellate di esplosivo che fecero brillare il 17 aprile 1916 provocando un crollo di circa 10.000 tonnellate di roccia ed uccidendo metà contingente austriaco , per questo venne battezzato Col di Sangue , fu reso necessario liberare anche cima Sief , con l’installazione di una mina , ma le difese austroungariche furono invalicabili e non si riuscì a sfondare verso il Trentino , fu anche elaborato un possibile progetto per il Sass de Stria , ovvero scavare due cunicoli da mina , larteficie di tutto questo fu il Tenente Malvezzi quello delle mine del Castelletto e di quella sul Lagazuoi voleva far saltare la postazione Edelweiss e l’entrata della Galleria Goiginger così da impedire i rifornimenti , progettto che fu abbandonato dopo lo sfondamento di Caporetto ed il ritiro dal fronte dolomitico .
Galleria Goiginger( Fedmaresciallo Ludwig von Goiginger )
Tempo di percorrenza dell’Anello: 2hsenza il sentiero di avvicinamento
Dislivello totale: 200 m
Quota massima raggiunta: 2255 m
Sentieri usati: 440– 419per salire
Punti di appoggio: Rifugio Scoiattoli – Rifugio Cinque Torri
Come raggiungere
Dopo essere salito a Cortina D’Ampezzo si prende per il Passo Falzarego 2105 m , oppure salendo direttamente da Agordo passando per il lago di Alleghe si imbocca la salita che porta al Passo Falzarego , molto meno trafficata è più corta se si vuole raggiungere solo il Passo.
Descrizione
Raggiunto il Pian del Menis si può lasciare l’auto ed imboccare il sentiero 440 che porta direttamente al Rifugio Scoiattoli 2255 m , oppure si può salire dal 419 passando per il rifugio Averau 2413 m, e scendendo così poi di quota fino al Rifugio , esiste anche una seggiovia che dal Rifugio Bai de Dones porta sempre allo Scoiattoli , in alternativa si può usare anche il Bus Navetta , tutti e due i sentieri non sono difficili e praticabili anche alle famiglie , lo scenario è incredibile sempre se il tempo lo permette , anche le quote che si raggiungono sono di una certa importanza. Le cime o vette visibili da questo luogo sono molte Lagazuoi , Tofana di Rozes , la schiena del Nuvolau. Tutto il sentiero storico e la possibilità di compiere un giro ad anello di 360 gradi attorno a questo luogo incredibile lo rendono davvero unico .
Cenni storici
Su questo luogo molto bello sia per l’aspetto panoramico e naturalistico offre un scenario molto importante per quello che riguarda il contesto storico e soprattutto bellico del 1915-1918 , la zona infatti è stata sottoposta a diverse battaglie su un terreno non di certo facile dove Kajserjager e Alpini si sono scontrati su queste terre di confine ,come riportato in questi musei a cielo aperto presenti su queste montagne , dal sentiero dei Kajserjager , alla galleria degli alpini , al museo Tre Sassi all’invalicabile Sasso di Stria , le Cinque Torri sono state un punto importante per la sorveglianza del Passo Falzarego 2105 m. Che come punto di osservazione strategico contava sull’Averau 2649 m anche se l’Osservatorio si trovava a quota 2477 m e sul Nuvolau 2574 m. Da qui si dominava e si aveva una visione completa di Valle Costeana , il Falzarego ed il Col di Lana , per non parlare della parte bassa che portava a Cortina d’Ampezzo , si controllava così un ampio settore di forze nemiche scorgendovi ogni loro movimento.
Nel 1915 furono occupate dagli italiani costruendo parte di quello che ora vedete ricostruito trincee e postazioni, linee telefoniche e telegrafiche, magazzini per viveri e armi, ripari per gli animali e fienili. Furono anche trasportati dei grossi cannoni da marina da 300mm , e supportati da due batterie che bombardavano la prima il Sasso di Stria , Valparola e Lagazuoi , la seconda Falzarego e Col dei Bos , le continue osservazioni e cambi di traiettoria di tiro, verifiche atte a vedere i danni causati al nemico misero ben presto fuori combattimento il Forte Tre Sassi al Passo di Valparola che fu quindi abbandonato dall’esercito Austro-ungarico.
Le trincee
Le trincee e le postazioni di questo luogo incredibile avevano molte funzioni , e furono realizzate per poter sorvegliare il nemico nei suoi movimenti , attraverso gli osservatori interrati e blindati per poter essere riparati dai tiri di fucileria , questa linea sarebbe stata inoltre di supporto nel caso di sfondamento nemico sul Passo Falzarego , la continua sorveglianza ed il continuo aggiornamento dei loro movimenti garantiva una precisione sia sul tiro di artiglieria che con la mitragliatrice.
Resoconti di guerra
“Ricognizioni di stamani fanno la certezza che il nemico sistema artiglierie sulle pendici orientali di Sasso di Stria. Il Comandante del nostro gruppo, informato, cerca, mentre scrivo, posizioni efficaci per battere la località anzidetta verso l’ovest delle Cinque Torri. La 9a Batteria del gruppo sta salendo le pendici di Cinque Torri per prendervi essa pure posizione… Ad agevolare l’arduo compito del gruppo da campagna manovrante alle Cinque Torri ho destinato circa 300 uomini utilizzati per riattare la mulattiera che vi sale dalla rotabile di Val Costeana e per aiutare i serventi nel trasporto dei pezzi di posizione.”
Pocol, 7 giugno 1915, Comando della Brigata Reggio, Magg. gen. Panicali.
“Questo Comando pregiasi informare che la sola batteria di medio calibro in condizione di concorrere ad una azione di fuoco contro la cresta di monte Casale e monte Cavallo è quella di due cannoni da 149 G in posizione nei pressi del lago di Val Dones.
Vennero date disposizioni per il necessario spostamento della direttrice di tiro, ma converrà collegare telefonicamente la batteria suddetta col Comando del gruppo di medio calibro di Cortina.
…in attesa di comunicare quando i due obici da 210 saranno in grado di aprire il fuoco nella nuova posizione, interesserebbe intanto, per guadagnare tempo, provvedere senz’altro al collegamento telefonico diretto tra il Comando di artiglieria in Cortina e la batteria al Lago di Val di Dones.”
Comando del IX Corpo d’Armata, Stato Maggiore. Il Ten. Gen. Goiran.
“15 giungo 1915… Abbiamo l’ordine di avanzare e prendere la trincea nemica del Sasso di Stria. Giunti a pochi metri si apre il fuoco. Io sono a fianco del ten. Lais. Sembra che siamo invulnerabili, tanto le pallottole ci rispettano. Verso le ore 16 il battaglione ha quasi terminato le cartucce. Il cap. Diana domanda un soldato senza paura e di buona gamba. Vengo presentato, ricevo un biglietto da portare a tre plotoni di riserva… e via di corsa tra il continuo fischiare delle pallottole… Siamo presi di mira dal nemico il quale ci fa piovere una vera grandine di palle… Si alza un nebbione fittissimo. Il battaglione ha l’ordine di dare l’assalto alla baionetta per ben 4 volte al grido: “Avanti Savoia” La fucileria nemica da dietro le trincee fa una vera strage dei nostri.”
Diario di Oreste Agnelli Zampa di Roma, 46° Reggimento Brigata Reggio
“Vi sono viveri di conforto abbondanti e due razioni di viveri per ogni soldato. La dotazione è adeguata.
Appena definita la dislocazione delle truppe, occorrerà fissare per ogni località il deposito viveri in relazione alla forza. Ritengo sufficienti 4 giornate in più della dotazione individuale.
Analogamente si provvederà alla ripartizione delle munizioni, costituendo depositi in tutte le località occupate. Ora si dispone di una baracca polveriera e di un ricovero per gelatina esplosiva.
Sono iniziati depositi di legna tali da far fronte al fabbisogno almeno per 8 giorni. Questo lavoro va intensificato per avere provviste sufficienti per almeno un mese.”
Questo sentiero e molto utile per collegare il rifugio Bertagnoli 1250 m, al 202 che percorre le montagnole Alte , e privo di difficolta tecniche attraversa una prima parte su mulattiera che va ad attraversare una vecchia Cava di pietra, e anche uno dei più importanti itinerari che può collegare il Rifugio Gingerino al Bertagnoli , molto ben tenuto e continuamente risistemato sale fino al Passo del Mesole 1546 m , ricordo che il rifugio Bertagnoli la Piatta e raggiungibile anche in auto da Campodalbero , ma se si percorre la mulattiera di arroccamento che sale dai Castagna e Cima Marana 1545 m , sella Campetto1549 m, Passo della Porta , Malga Campodavanti dove arriva anche il Sentiero Rodecche , Bocchetta Gabellele 1552 m, entrando poi nel sentiero Francesco Milani con cambi di scenario ora fatti di canaloni detritici raggiungendo cosi il Passo della Scagina 1548 m , anche se poco prima un sentiero 210 scende fino al punto in cui una lapide ricorda Bepi Bertagnoli (sentiero in fase di sistemazione ) si prosegue attraversando la val Fraselle che porta a Giazza , ed il Passo Ristele 1641 m, il Passo Zevola 1820 m, e si scende percorrendo così tutta la catena delle Tre Croci fino all’omonimo passo Tre Croci 1716 m. Accopiandolo con il 221 si potrà compiere un giro ad anello.
Si sale la val di Zoldo fino a raggiungere il Palafavèra , nel comprensorio sciistico del Civetta dopo aver lasciato l’auto sul posteggio , oppure aver dormito in tenda sul campeggio adiacente . Si parte sulla destra del posteggio e si sale .
Descrizione
Questo è un sentiero di raccordo , non avrebbe una grandissima utilità se non entrasse nell’Anello del Pelmo , e verso il rifugio Venezia , resta quindi molto interessante per evitare di lasciare la macchina al Passo Staulanza dove i posti auto sono limitati , sale molto lieve e in un tratto boschivo molto bello , con un sottobosco magico e in perfette condizioni a parte qualche albero presente sul sentiero , tutto sotto le pareti strapiombanti del Pelmo fino a raggiungere il sentiero 472 Anello del Pelmo , raggiunto il Col delle Crepe , sulla destra si prosegue verso il rifugio Venezia 1947 m , mentre a sinistra si scende fino al Passo Staulanza 1783 m. Interessante per chi volesse allungare un pò il percorso visitare le orme dei dinosauri proseguendo per circa 20 minuti verso il Passo staulanza , incontrando così il bivio che porta sotto le orme dei Dinosauri.
Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 3h10
Dislivello totale : 1020 m
Quota massima raggiunta : 1300 m
Sì prende la strada che da Bassano del Grappa porta verso Trento , ovvero la Valsugana , superato la Tagliata di Forte Tombion , il luogo più stretto della valle , si imbocca la strada che porta ad Enego , appena superato il ponte di può lasciare l’auto e di prosegue a piedi verso l’abitato di Piovega di sopra.
Descrizione
Si sale qualche centinaio di metri fino a trovare un bivio a sinistra che scende leggermente fino ad una contrada in cui e presente un capitello . Se inizia a salire a sinistra del capitello , per il prato fino ad incrociare per la prima volta la strada asfaltata che sale , si attraversa notando il segnavia sul lato opposto , la si attraverserà ancora un paio di volte prima di raggiungere l’abitato di Enego , anche se questa nn e la destinazione . La mulattiera e molto bella ed in buone condizioni anche se presenta alcuni movimenti sui sassi mossi dovuti a una tempesta qualche anno fa , giunti al bivio che porta a Enego si mantiene la destra , continuando salire per il sentiero sempre ripido che porterà a quota 1300 di Rifugio Tombal , tutto il percorso e molto bello anche se richiede una buona preparazione fisica del resto si parte dalla Valsugana , si raggiunge il rifugio posta al di sotto mentre sulla sinistra si può notare la Casera Tombal . Questo percorso come del resto il 791 veniva usato per il trasporto del legname a valle e per permettere al bestiame di raggiungere la zona di alpeggio estiva , il rientro dev’essere fatto dallo stesso percorso , per chi invece più preparato fisicamente dopo essere rientrato fino ad a Enego attraverso il sentiero 868 , seguendo le indicazioni può scendere dal 791 che porta fino alla Valsugana dove si passa per la famosa Birreria Cornale posta sulla ciclabile che porta da Bassano del Grappa vero Trento.
Si sale a Recoaro Terme e si prosegue fino a raggiungere la località Menarini , sul ponte prima della Pizzeria omonima e si inizia a salire sul sentiero che porterà alla centrale elettrica di Val Ricchelere presso località Agni , dove sono presenti due serbatoi di recupero acque , ricordo inoltre che nelle quote più alte e presente la sorgente di captazione delle acque oligominerali Lora Recoaro , si prosegue per una carrabile fino all’ultima Baita per poi entrare in un sentiero in cui si accentua leggermente la pendenza fino ad entrare in un canalino che sale ripido fino a raggiungere un pianoro dove son presenti altre due baite si prosegue attraversando una valle su una mulattiera che porterà direttamente sulle malghe delle Valletta , superata la sbarra si sale ancora sulla sinistra per poi raggiungere la zona di Malga Chempele , mentre se si sale sulla destra passando per le vallette si potrà raggiungere la Conca D’oro di Pizzegoro , ovvero nel posteggio dei Castiglieri. Il sentiero e molto bello soprattutto nel periodo di fioritura , visto che corre in prossimità della val Ricchelere , il torrente mantiene umida la terra circostante favorendo così fioriture e ampia vegetazione, se percorso con il 133 che porta alle fonti Centrali si completa un anello molto interessante