Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 1h30
Dislivello totale : 600 m
Quota massima raggiunta : 1037 m
Dopo aver risalito la Val D’astico da Arsiero direzione Folgaria poco prima di arrivare a Lastebasse si nota un ponte sulla destra che porta in località Carotte , da li si sale sulla piccola chiesa al centro dove appena dietro c’è un posto dove mettere l’auto , ovviamente se si usa questo sentiero per il rientro la macchina si mette in altro luogo (come ho fatto io mettendola sul ponte a Brancafora)cosi facendo si ridiscende sulla strada asfaltata fino a Brancafora . Il sentiero parte proprio vicino alla chiesa di Brancafora , ricordo che il primo segnavia da seguire non è il 295 ma bensì il 595 il sentiero denominato anche Antica Via dell’ancino ( di Quà ) , arrivati al bivio con la strada che arriva da Dazio e porta a Oseli dove per intenderci si trova anche il Forte Belvedere , se si imbocca il sentiero 221 si può completare il percorso fino a Lavarone. Il sentiero e molto bello sale su un crinale qualche volta esposto per poi uscire dal tratto boschivo nella zona di Sas della mitrie si narra che qui si incontrassero i vescovi di Padova Feltre e Trento , anche se oggi rimane visibile solo uno dei simboli vescovili che viene associato a Padova o Vicenza , si sale fino a raggiungere la chiesetta dei Piccoli , dedicata alla madonna di La Salette che si narra sia stata costruita sopra un masso per opera di due italiani emigrati all’estero che l’avrebbero edificata per ringraziamento alla Madonna per aver salvato una bambina sopravissuta miracolosamente dopo essere caduta dallo stesso masso
Il covèlo di Rio Malo
Il covèlo non è altro che un anfratto di roccia , prettamente carsica che si trova poco lontano dall’abitato di Piccoli , profondo circa una 30 di metri che va a finire in un camino centrale , raggiungibile attraverso una robusta scala in ferro .
Il Còvelo è soprattutto noto per essere stato postazione di esazione del dazio vescovile. Storicamente ne abbiamo notizia fin dall’anno 1027. Data la posizione, controllava facilmente l’«imperiala», l’antica strada/sentiero che proveniva dall’alta Val Sugana attraverso la valle del Centa e che scendeva nella sottostante Val d’Astico. All’epoca era nota come la Strada de l’Ancino, divisa tra l’«Ancino di là» e l’«Ancino di qua». Il Còvelo fu dunque utilizzato come una sorta di grotta fortezza, presidiata da un drappello di soldati. Nel 1276 fu ceduto alla famiglia dei Belenzani. Durante la guerra combattuta dalla Lega di Cambrai contro Venezia (1508) fu occupato dalle truppe veneziane. Al termine del conflitto, tornato sotto il domino austriaco, perse d’importanza e fu abbandonato.
Fonte : La Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri – di Fernando Larcher
Grazie per tutti i bellissimi itinerari ! qualcuno sicuramente lo copierò… Graziella
Ciao Graziella , ti ringrazio per le tue parole , e sono contento tu li usi , perchè questo e l’obiettivo del mio piccolo blog , dare a tutti l’opportunita di conoscere e di approfondire queste nostre montagne , così magnifiche e sopratutto così vicine , ed alla portata di tutti , hanno solo il bisogno di visibilità e di essere salite con umiltà e rispetto valori ormai persi in troppe persone …ciao Buon cammino
Ciao secondo te è possibile farlo anche in mtb questo bellissimo percorso? Ciao e Grazie
Ciao Carlo , devo essere sincero non valuto mai i sentieri se si possono fare con la mtb , ma a mio avviso questo mi pare di si che non abbia sassi o scalini difficili da fare , mentre per quanto riguarda le foglie sul sentiero quelle ci sono e rendono difficile la corsa perche non si vede dove si mettono i piedi , quindi penso che sia anche il problema della mtb …ciaoo