Tempo di percorrenza dell’anello : 3h30
dislivello totale : 264 m
Quota massima raggiunta : 2015m
Dopo aver imboccato la Valdastico da Arsiero ed aver raggiunto l’abitato di Pedescala si sale fino a Castelletto , per poi proseguire fino a Rotzo , si prosegue fino ad incontrare un bivio che segnala ” Forte Campolongo ” si sale sulla strada di val martello fino ad arrivare a Casare di Campovecchio , mantenendo la destra si arriva sul Rifugio Verenetta , dove si lascia l’auto , per poi salire attraverso il sentiero 820 fino in cima Verena , inoltre si potrebbe salire anche con la seggiovia (nel caso fossero aperte ) . Il panorama e la posizione strategica di questo forte e di questa posizione avanzata e molto strategica la si comprende solo quando si sale , la fatica sarà premiata da qualcosa di vero grande che le mie foto non sapranno mai donare di fronte a quello che vedrete . questa volta in fondo alla pagina del post ho riportato la mappa del percorso 820
Cenni storici
Il forte Verena fa parte dello sbarramento Agno-Assa , assieme ai Forti Corbin e Campolongo , la sua posizione da come si nota dalle foto e molto strategica , definito anche con il nome di “Dominatore degli altipiani ” fu costruito tra il 1912-1912 , armato con 4 cannoni da 149A in cupole corazzate dello spessore di 180 mm , due postazioni per mitragliatrici e un’osservatorio anch’esso corazzato ,furono anche aggiunte in seguito due postazioni di obici da 280 mm in cima Civello , a Spelonca della neve e a Bosco Arzari , nei primi giorni della guerra il forte inflisse gravissimi danni ai forti austriaci di campo Luserna e Busa Verle tanto che il comandante di Campo luserna dopo tre giorni di bombardamenti incessanti il 28 maggio tentò la resa come raccontato da Frizt Weber , ma nel giugno del 1915 un colpo di granata da 305 mm si presume partito da Cost’alta penetro il parapetto e il muro del forte sotto la cupola 3 e li vi esplose causando 49 morti tutti artiglieri e anche il comandante Capitano Carlo Alberto Trucchetti . Il 22 maggio venne travolto e occupato da una pesante offensiva austroungarica , da questo forte il 24 maggio 1915 parti il primo colpo di cannone dando inizio alle ostilita sull’altipiano.
I maggio 1915
…esistono 4 forti costruiti nell’altipiano di Lavarone , il Vezzena , Verle , il Luserna e Gschwendt , tra di loro furono costruiti 50 punti di appoggio di fanteria , una posizione avanzata tra il Verle e Luserna permetteva di dominare il fondo valle , nella posizione denominata Basson ha mille feritoie ed un presidio di 20 uomini , adirittura nelle ultime posizioni ci stanno 2-3 uomini ed alcune addirittura vuoti , la scarsità di filo spinato fa aggiungere del normale filo di ferro per costruire i reticolati …
III Il grande attacco
Per alleggerire la pressione che il forte Verena aveva verso i punti d’appoggio austriaci era necessario metterlo fuori uso , poiche la posizione dei 4 cannoni da 150A era sovrastante la nostra e la loro gittata molto lunga , per questo era necessario bombardare il forte con un mortaio da 305 mm . Furono distrutte le cupole corazzate , la loro scomparsa ci riempie di gioia , nel vederle squarciate , il Verena quella dannata bestia , non è piu che un ammasso di rovine .Sui suoi spalti nessuna sentinella camminerà piu…
IV Aspirante Wrobleski
…salimmo sul forte per ispezionare , il nostro più acerrimo nemico , ci trovammo davanti un desolato cumulo di rovine gli scudi delle casematte squarciate e cadute nei sotteranei . Veniamo a sapere che durante il nostra bombardamento del giugno del 1915 uno dei primi proiettili del 305 mm dopo aver aperto una breccia nel blocco casematte , scoppio nel corridoio del forte uccidendo 53 uomini … Fritz Weber (Tappe della Disfatta – La fine di un esercito)
Relazione comando del Genio
Una relazione molto esaustiva inviata il 29 giugno 1915 al comando del genio dell I°Armata nella descrizione dei danni subiti dal forte a seguito del tiro prolungato del 305 mm si evidenzio un colpo che centro in pieno l’avancorazza della cupola n°3 causando la rottura del parapetto e di uno spicchio di corazza ; un altro colpo che sfondo il parapetto e attraversò il muto del locale sottostante alla cupola 3 e scoppio nel locale con conseguenze disastrose per il personale ; un terzo colpo che colpi la volta del corridoio retrostante alle cupole provocando un buco ad imbuto lungo 4 metri e circa 2 metri di larghezza , il 26 l’opera subi altre conseguenze sotto i colpi del micidiale 305 mm la rottura del pezzo e della corazza sulla cupola n°2 , la rottura del cielo del corridoio principale con penetrazione del proietto obliquamente , ed altri danni minori tali da renderlo inagibile . Purtroppo il forte non era stato costruito con il calcestruzzo scarso e i materiali non erano in grado di reggere l’avvento del mortaio da 305 mm , anche per quanto riguarda le cupole da 180 mm , mentre gli austroungarici le avevano da 300 mm , il quale desto molta preoccupazione tra le nostre forze facendo ritenere compromesse seriamente la resistenza delle nostre migliori opere di difesa. ( Verona 12 luglio 1915 )
Obice Skoda 305
Per il trasporto del mortaio fu necessaria la divisione dello stesso in due parti, affusto e canna, trasportabili da un trattore stradale prodotto dalla daimler con 100 cavalli di potenza che oltre a trainare l’obice, trasportava anche dai 15 ai 18 serventi. Il tutto poteva essere montato e preparato al fuoco in circa 50 minuti.
Il mortaio poteva sparare due tipi di proietto, uno con armatura pesante con spoletta ad azione ritardata dal peso di 384 kg, e un secondo proietto da 287 kg a scoppio convenzionale. Quest’ ultimo era capace di provocare un cratere di 8 metri di larghezza per 8 di profondità, e l’uccisione di fanteria nemica nel raggio di circa 400 metri.
Nel 1916, l’ M.11 fu aggiornato nella nuova versione M.11/16 dove la differenza principale fu soprattutto nella piattaforma di tiro ora in grado di ruotare di 360 gradi e nell’aumento della gittata a 12.300 metri.