Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 3h30
Dislivello totale : 980 m
Quota massima raggiunta : 1354 m
Eccoci a documentare un’altro sentiero molto interessante e teatro di battaglia molto cruenta e sanguinosa. Le foto sono poco significative dei luoghi e delle condizioni critiche , si raccomanda l’uso della torcia e vi invito a percorrere in ogni sua postazione e galleria allo scopo di portare a casa qualcosa nel cuore , pensando a tutti le persone che hanno perso la vita su questo Monte.
Il sentiero parte poco sopra a Cogollo del Cengio , o meglio nell’antico Monastero della resurrezione (Piccola famiglia della resurrezione che non sarebbe altro quel campanile che si vede andando verso Arsiero dalla statale) , appena superato il segnavia del sentiero , si trova più avanti un piccolo posteggio per l’auto , si scende un pò a piedi fino al cartello , il sentiero ha una certa lunghezza il tempo segnalato e di circa 3h 30 per arrivare fino alla croce del Cengio , si sale molto sul crinale e in canaloni ampi non presenta difficoltà tecniche , ma si deve valutare molto la preparazione fisica , per la discesa vi consiglio il 647 e il 647A ( quello che io ho tratteggiato) che arriva proprio dove parte il 651 , una ulteriore raccomandazione va fatta , SAREBBE OPPORTUNO NON SALIRE DOPO UN LUNGO PERIODO DI PIOGGIA , LE GALLERIE POTREBBERO ESSERE PIENE D’ACQUA E IL SENTIERO DI RITORNO POTREBBE ESSERE MOLTO SCIVOLOSO
Io mentre salgo in questi luoghi in cui tanto sangue è stato versato , voglio ricordare che ” in guerra non ci sono ne vinti ne vincitori , ci sono solo morti e feriti ” e come riportato sulla croce sopra il dente austriaco ” nemici in terra Fratelli in Cristo ” un doveroso omaggio a tutti quelli che non sono tornati , non importa da quale parte essi abbiano combattuto.
La Battaglia del Monte Cengio
Da circa 10000 uomini pervenuti sul Cengio riuscirono a salvarsene poco più di 1000 , alla sera del 3 giugno il monte Cengio era in mano austriaca , ma le perdite furono alte anche per gli imperiali e il sacrificio della brigata Granatieri di Sardegna era riuscito a fermare per sempre la discesa in pianura dei fanti dell’imperatore , con i granatieri combatterono i fanti della brigata Catanzaro , Novara , Pescara e Modena.
Al termine della strafexpedition , gli austriaci si ritirarono dai territori occupati e il 24 giugno 1916 , le truppe italiane ripresero possesso del Monte Cengio , e i comandi italiani disposero delle opere difensive articolate su tre linee:
La Linea di massima resistenza : formata da tanti piccoli posti di sorveglianza , in posizione avanzata per controllare la risalita dai sentieri provenienti dal fondo valle
La Linea di resistenza ad oltranza la più importante era costituita da un sistema di postazioni collegate da un’unica larga trincea e da fortini costruiti sulle quote dove i granatieri avevano combattuto
La Linea di difesa Marginale che non fu mai ultimata , doveva servire a fermare eventuali attacchi se le altre due linee non avessero tenuto
Il settore del Monte Cengio , per la sua importanza e per la posizione , era compreso nella linea ad oltranzae a sua volta contava i capisaldi difensivi delle quote 1363 , 1312 , 1351 , 1356 , e 1332 questi rilievi si alzano dominanti la Val D’Astico . Per collegare tutte queste quote difensive fu costruita una mulattiera denominata poi ” la Granatiera ” in onore della Brigata Granatieri di Sardegna
La granatiera
Sulla parte rovescia di quota 1363 , inizia la mulattiera di arroccamento che collega lo stesso caposaldo con la quota 1351 e che permeteva il controllo della Val Cengiotta e della Val d’Astico . La mulattiera non era visibili dai austroungarici permetteva quindi un trasferimento celere e sicuro delle truppe da un settore all’altro pronte per intervenire in caso di attacco austriaco.A tale scopo era provvista di cinque gallerie adatte a contenere le truppe in caso di bombardamento , infine furono previste alcune scale per facilitare dalle quali accedere alle trincee superiori.
Questa zona strapiombante fu dato il nome di Granatiera a ricordo della Brigata Granatieri di Sardegna che su queste alture difese le sorti dell’italia .
Il tratto di sentiero principale a 1312 comprende la galleria principale, lunga 187 metri e un serbatoio d’acqua contenente 130 metri cubi
Salto del Granatiere Quota 1351
Questa quota anche se non è la più alta era la più importante tatticamente dagli austriaci per sferrare l’attacco al monte Cengio. Ai suoi piedi i granatieri stesero la loro linea principale e nelle sue viscere il comando del monte Cengio . Nonostante i bombardamenti dell’artiglieria austriaca su aspramente contesa nell’attacco finale tanto che si merito il titolo di “salto dei granatieri” a ricordo della sua disperata difesa . Scrisse il generale Pennella , comandante brigata Granatieri di Sardegna ” si narrava già di aver veduto rotolare per le rocce strapiombanti sull’astico nel furore dell’ardente lotta , grovigliumani di austriaci e granatieri”
Galleria Comando
La galleria comando erano anche situati i pezzi da 149mm che ostacolavano l’avanzata austriaca lungo la Val D’Astico e per questa efficace azione gli austriaci furono costretti a cercare di conquistare il Monte Cengio . Durante la battaglia del giugno 1916 gli stessi furono portati all’aperto sul piazzale davanti alla galleria comando contrastarono solo per poco tempo gli attacchi austriaci e poi finirono le munizioni
ZONA SACRA
Dei 6000 granatieri giunto il 22 di maggio del 1916 la notte del 4 giugno si ripararono sul monte Pàu circa 1300 superstiti , quando questi eroi sfileranno sulle strade di Marostica la popolazione rimase incredula aspettandosi un’altra colonna , non ci fu una seconda colonna i restanti rimasero tra i feriti morti e prigionieri , lassu sulle balze del Monte cengio e fra Trasche conca e Cesuna .
Le perdite dei Granatieri di Sardegna furono enormi dai reggimenti di Fanteria 211°, 212°, 154°, 142°, e 144° oltre ai militari e le armi fra il 29 maggio e 3 giugno furono ufficiali morti 51 , feriti 112 , dispersi 77; soldati morti 1098 , feriti 2482 , dispersi 6444 .Per un totale di 10264 uomini .
“Si deve alla fede , al patriottismo ed alla tenacia dei Granatieri e delle popolazioni vicentine se il ricordo degli eroi del Cengio è stato a noi tramandato sulla terra che fu teatro di una delle più sanguinose battaglie della fronte tridentina”
IL 27 DI GIUGNO 1967 IL MONTE CENGIO E STATO DICHIARATO ZONA SACRA