Itinerari trekking

la montagna è una maestra muta che insegna ad allievi silenziosi

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Anello Nuvolau-Lagazuoi-Col del Bòs

Pubblicato da luke007 in 29 luglio 2022
Pubblicato in: itinerari trekking. Tag: Cadore. Lascia un commento

Questo anello da fare in un giorno e mezzo , permette di vedere una buona parte dei luoghi più importanti del passo Falzarego , anche se per un escursione più approfondita su altri siti importanti come la ferrata dei Kajserjager e il Sasso di stria ed altri ancora che non mi dilungo a citare.

Come Arrivare

Se si sale da Cortina d’ampezzo si imbocca la strada che porta a Passo Falzarego , poco prima di raggiungere il passo si incontra un ampio posteggio in località Col Gallina 2053 m, dove si può lasciare l’auto , mentre se si sale dalla parte opposta si raggiunge prima il Passo e poi scendendo leggermente il punto di partenza del sentiero.

Prima Tappa Rosso: Pian del Menis – forcella Averau – Rifugio Scoiattoli – 5 Torri – Rifugio Nuvolau

Tempo di percorrenza  :  4h10

Dislivello totale : 500 m       

Quota massima raggiunta  : 2575 m

Sentieri Usati : 419 – 440 – 439

Il percorso parte da uno spiazzo molto ampio dove sulla destra si nota lo chalet di Col Gallina 2054 m e sulla sinistra il segnavia che sale verso forcella Averau , non presenta nessuna difficolta ne tecnica ne fisica , ben segnalato e di importanza fondamentale per salire sull’Averau , Nuvolau , Cinque Torri e rifugio Scoiattoli accoppiandolo con altri sentieri . Ma principalmente viene usato per raggiungere il rifugio Averau , raggiunta la forcella Averau 2435 m, ovvero il bivio con il 441 si prende il sentiero che percorre le trincee dell’Averau passando sotto le cengie omonime per poi raggiugere prima il 440 poi il rifugio Scoiattoli 2255 m raggiungibile anche attraverso seggiovia, da li si scende leggermente per visitare il museo a cielo aperto delle 5 Torri ( https://itineraritrekking.com/2021/09/12/le-cinque-torri/ ) e raggirando tutto il gruppo si riprende a risalire il 439 fino a raggiungere il rifugio Nuvolau dove si potrà previa prenotazione alloggiare la notte. Il rigugio Nuvolau è uno dei rifugi più storici della zona , il panorama che si presenta su questo luogo a 360 gradi è qualcosa di incredibilmente unico si spazia dalla Marmolada, il Sasso di stria, Il Lagazuoi, le Tofane , il Sorapiss, l’Antelao, il Pelmo , la Croda da Lago i Lastoi del Formin , il Civetta, le pale di San martino eccetera.

Seconda Tappa Arancio : Rifugio Nuvolau – Rifugio Averau – Forcella Averau – Passo Falzarego – Rifugio Lagazuoi – Forcella Travenanzes – Forcella Col dei Bòs – Pian dei Menis

Tempo di percorrenza  :  7h10

Dislivello totale : 750 m       

Quota massima raggiunta  : 2752 m

Sentieri Usati : 439 – 441 – 402 – 401

Si inizia in discesa per raggiungere prima il Rifugio Averau 2413 m per poi proseguire a sinistra attraversando sotto le cengie il Monte Averau , fino in breve tempo raggiungere l’omonima forcella Averau 2435 m per poi imboccare il 441 e scendere fino al Passo Falzarego 2105 m, da li si sale attraverso il 402 fino ad arrivare sotto le cengie del Lagazuoi, dove sulla sinistra ci sarà l’attacco della Galleria del Lagazuoi dove sarebbe opportuno l’uso dell’imbrago caschetto e soprattutto la lampada frontale, in quanto la galleria è abbastanza lunga , raggiunta la vetta si esce per percorrere una parte un pò piu esposta di circa 100 metri per poi entrare nella grande trincea e raggiungere la stazione di arrivo della Funivia a 2752 m, qui dopo aver pranzato ci sono due possibili vie , la più complessa il Sentiero dei Kajserjager ( https://itineraritrekking.com/2021/10/26/sentiero-dei-kaiserjager/ ) che presenta ancora un pezzo di Ferrata ed una passarella, oppure il più facile quello che discende dal 401 fino a forcella Travenanzes 2507 m, poi per allungare un pò il percorso si è optato per proseguire verso la forcella Col del Bòs 2332m con il 402, raggiunta la forcella si scende fino alla strada sterrata che ti riportera passando sotto le cengie sia del Col del Bòs che della Ferrata truppe alpine e sui resti degli alloggi per i soldati, fino a raggiungere il Pian del Menis .

La perdita di un grande uomo , un amico vero

Pubblicato da luke007 in 20 luglio 2022
Pubblicato in: evento. Tag: Eventi. 2 commenti

Oggi mercoledì 20 luglio il popolo della montagna si unisce per dare l’addio ad un grande uomo , anzi l’arrivederci perché credo che io e lui e molti di noi ci incontreremo sulle nostre amate montagne , con lui se né andato un grande , un amico vero uno di quelli che qualche volta pensi di avere perso perché per una serie di svariati motivi ti incontri poco , salta fuori con un caffe al Bar Pasubio ed era sempre una festa , un uomo che nella sua grandissima umiltà ha insegnato a molte persone cosa fare in montagna , tante vite salvate e tante purtroppo le persone che ha soccorso decedute . Io lo ricorderò com’era quando sapendomi in difficoltà mi ha aiutato offrendomi quella collaborazione che ha servito a me privo di stipendio , che sarebbe il problema minore , ma riempiendomi la giornata con altri pensieri anziché quelli peggiori che ti portano in direzioni maledette , la montagna mi ha salvato , lui e Lino hanno fatto molto , le giornate passate insieme a sistemare , mantenere quella piccola area costruita con cuore di chi crede nelle persone è qualsiasi cosa faccia la fa con Passione.

Non sarà certo facile per i famigliari superare questo grande dolore , lui era una pietra che indicava un percorso un sentiero ed una vetta da raggiungere , sempre prudente preciso e meticoloso nelle sue scelte ponderate dalla sua grandissima esperienza .

Non lo sarà nemmeno per gli amici, che non sentiranno più quella parola ” Dai Daghene” che ti faceva superare i percorsi più ostici e difficili .

Non lo sarà nemmeno per chi più volte ha collaborato con lui nel soccorso , il soccorso alpino , i vigili del fuoco del distaccamento di Recoaro di cui io faccio parte per le preziose collaborazioni di ricerca persona , il 118 SUEM e tutte le altre che non ho menzionato.

Non è facile neanche per me , ho sepolto mio padre nel 2019 ad aprile aveva 78 ed a ottobre mio fratello che na aveva 49 anni , la stessa classe di Paolo.

Ciao Amico te ne sei andato , avevi la montagna dentro , come me , ed ora sei dentro a quella montagna che tanto hai amato , e che tante volte avevi salito … Grazie mille di tutto ci incontreremo li all’alba di un nuovo giorno … ti porteremo nel cuore per i sentieri che ci hai tracciato … Buon Viaggio Amico Mio

Luciano Cailotto

419 Sentiero dei laghetti forcella Averau

Pubblicato da luke007 in 14 luglio 2022
Pubblicato in: itinerari Running, itinerari trekking. Tag: Cadore. Lascia un commento

Tempo di percorrenza del sentiero :  2h10

Dislivello totale : 350 m       

Quota massima raggiunta  : 2435 m

Come Arrivare

Se si sale da Cortina d’ampezzo si imbocca la strada che porta a Passo Falzarego , poco prima di raggiungere il passo si incontra un ampio posteggio in località Col Gallina 2053 m, dove si può lasciare l’auto , mentre se si sale dalla parte opposta si raggiunge prima il Passo e poi scendendo leggermente il punto di partenza del sentiero.

Descrizione

Il percorso parte da uno spiazzo molto ampio dove sulla destra si nota lo chalet di Col Gallina e sulla sinistra il segnavia che sale verso forcella Averau , non presenta nessuna difficolta ne tecnica ne fisica , ben segnalato e di importanza fondamentale per salire sull’Averau , Nuvolau , Cinque Torri e rifugio Scoiattoli accoppiandolo con altri sentieri . Ma principalmente viene usato per raggiungere il rifugio Averau , anche se lo stesso può essere raggiunto da più punti compresa la seggiovia, se accoppiato con il 441 che si userà per scendere completerà un giro ad anello oppure passando per le cinque Torri ed imboccando il 440 si scenderà un pò più basso del Col Gallina

La montagna esige prudenza ,umiltà e rispetto

Pubblicato da luke007 in 12 luglio 2022
Pubblicato in: evento, itinerari trekking. 3 commenti

La montagna è qualcosa di magico , e come un grande amore la prima volta al suo cospetto capirai che , ho l’ami intensamente o non potrai mai comprenderne la grandezza di quello che ti riesce a dare, ti entra dentro come un ago nelle vene e da li inizia una nuova vita , capisci i fondamenti di quei valori radicati nel tempo , ma capisci che quello che ti sta donando non è per tutti , le dolomiti hanno le rocce che cantano la storia , sentieri angusti e severi , bisogna affrontarle con umiltà e rispetto da un lato donano , dall’altro prendono , non sono montagne qualsiasi, l’escursionista dev’essere in simbiosi con ciò che tocca e che vive , lei ti proteggerà anche se sarà il destino a decidere della tua sorte . Luciano Cailotto

Ho pubblicato questo post per far pensare, in montagna l’ambiente e severo , il rischio c’è sempre …ma vi invito a nn prendere alla leggera nessun sentiero nemmeno il più semplice , l’attrezzatura il semplicemente cosa metto nello zaino, il partire gradatamente con le difficoltà degli itinerari lo studio del percorso sono tutte cose che potrebbero salvarvi la vita , mantenete sempre un briciolo di paura nelle cose che fate , in alcuni casi la paura e legata alla prudenza diceva Riccardo Cassin. Poi purtroppo sappiamo che il destino è già deciso , ma cerchiamo di nn aiutarlo nel trasformare un escursione in un bollettino di guerra , anche se il soccorso alpino fa sempre il suo lavoro a cui dedico una menzione speciale a questo uomini e donne. grazie Ragazzi

Bollettino del soccorso Alpino CNSAS

Si registra un bilancio pesantissimo nel fine settimana appena trascorso, con due escursionisti che hanno perso la vita, precipitando dall’ingresso a monte delle Gallerie del Lagazuoi e dalla Ferrata degli Alleghesi in Civetta. E sono veramente tante le emergenze esplose sulle cime venete. Al di là dei consigli di buon senso, che non ci stancheremo mai di esprimere, non possiamo che ricordare a tutti la necessità di una cultura di base della montagna: necessaria prima di intraprendere qualsiasi cammino, fondamentale per quelli impegnativi come può essere una ferrata. Un avvicinamento graduale, che implica allenamento, conoscenza dei propri limiti (vedi paura del vuoto), percezione dei rischi, vicinanza all’ambiente, imparare a rinunciare.

Sabato 9 luglio

📍 Alle 11.40 l’elicottero di Dolomiti Emergency è stato inviato dalla Centrale del 118 lungo il sentiero 215 che sale al Rifugio Vandelli, per un’escursionista che era scivolata sbattendo il volto. Sbarcati con un verricello nelle vicinanze, equipe medica e tecnico di elisoccorso hanno prestato le prime cure alla 60enne di Godega di Sant’Urbano (TV), a seguito del possibile trauma cranico riportato. Imbarellata, la donna è stata issata a bordo e trasportata all’ospedale di Belluno.

📍 Poco prima delle 13 l’eliambulanza di Cortina è stata poi inviata a Forcella Forada, per un incidente ciclistico su una strada forestale dove passa il sentiero 468. Il 71enne di Follonica (GR), che si trovava con altre persone, era infatti caduto dalla mountain bike e aveva perso coscienza per un colpo alla testa. Raggiunto da una squadra del Soccorso alpino di San Vito di Cadore arrivata in fuoristrada e dall’equipe medica e dal tecnico di elisoccorso calati nel bosco con il verricello, all’uomo, che si era nel frattempo ripreso, è stata subito prestata assistenza sanitaria. Caricato in barella, è stato poi spostato in jeep di 500 metri fino allo spiazzo dove era atterrato l’elicottero. Trasferito a bordo, l’infortunato è stato accompagnato all’ospedale di Belluno.

📍 Alle 12.30 circa la Centrale del Suem è stata allertata da una cordata di alpinisti, dei quali uno volato sulle Tre Cime di Lavaredo. Al cellulare il chiamante straniero diceva che l’incidente era avvenuto sui primi tiri dello Spigolo Dibona sulla Grande e che il compagno si era fatto male a una gamba. L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è quindi volato ad Auronzo di Cadore e si è avvicinato in ricognizione alla parete, verificando la presenza unicamente di cordate in normale progressione. Dopo aver controllato due volte fino alla Croce di vetta, l’equipaggio ha poi notato una persona che si sbracciava sul ghiaione alla base della montagna, dando indicazioni verso la Cima Ovest. La cordata in difficoltà, che si era calata, si trovava in realtà ai piedi della Cima Ovest, su cui aveva attaccato lo spigolo Demuth. L’alpinista infortunato a una caviglia, un 56enne polacco, è stato recuperato e trasportato all’ospedale di Belluno.

📍 Poco prima delle 14 il Soccorso alpino di Feltre è stato attivato per un parapendio precipitato a Croce d’Aune, nel comune di Sovramonte, il cui pilota non aveva riportato conseguenze, ma era rimasto sospeso tra i rami di un faggio a una quindicina di metri da terra. Una squadra ha raggiunto il punto, a 1.024 metri di quota, sulla strada che va verso Campo, è con tecniche di tree climbing ha raggiunto, assicurato e calato a terra l’uomo, 50 anni, di Desio (MB). I soccorritori hanno poi aiutato l’uomo a recuperare anche la vela rimasta sull’albero.

📍 Mentre con altri compagni stava rientrando dopo aver scalato sul Baffelan, un alpinista è scivolato lungo la ripida via normale ed è ruzzolato tra le rocce per una quindicina di metri. L’allarme è scattato attorno alle 14, lanciato da due soccorritori della Stazione di Recoaro – Valdagno sul posto, che hanno subito raggiunto il 37enne di Valdagno (VI). Prestatagli prima assistenza per un sospetto trauma alla spalla, visto che era in grado di muoversi autonomamente, i soccorritori lo hanno aiutato a scendere fino alla macchina per poi accompagnarlo al pronto soccorso per gli accertamenti del caso.

📍 Alle 16.20 circa il 118 è stato attivato per un freeclimber caduto nella falesia di Podenzoi. Il 32enne di Gorizia perso l’appiglio era volato, finendo a testa in giù contro la parete. La compagna che gli faceva sicurezza lo aveva quindi calato per alcuni metri fino a terra. Sul posto sono arrivati una squadra del Soccorso alpino di Longarone e L’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, che ha sbarcato con un verricello di 40 metri equipe medica e tecnico di elisoccorso. Prestate le prime cure per le escoriazioni e il probabile trauma cranico riportato, l’infortunato è stato imbarellato, spostato dai soccorritori in un punto agevole per il recupero, issato a bordo e accompagnato all’ospedale di Belluno.

📍 Passate le 19 l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è volato al Rifugio 7° Alpini, dove un escursionista di passaggio, che si era imbattuto in lui lungo il sentiero, aveva accompagnato un turista spagnolo in difficoltà, a seguito di un probabile trauma al ginocchio. Dopo essere stato controllato, l’uomo è stato caricato a bordo e trasportato all’ospedale di Belluno per le opportune verifiche.

Domenica 10 luglio

📍 Attorno alle 11 l’elicottero di Dolomiti Emergency è stato inviato dalla Centrale del Suem nella zona di Passo Giau, dove un’alpinista era caduta dalla parete della Croda Negra che stava scalando. Prima di cordata, sul tiro iniziale, la 31enne di Venezia è volata, le protezioni che aveva inserito nella roccia sono uscite e lei è arrivata a terra, una quindicina di metri più in basso, riportando un possibile grave trauma al piede. Sbarcati con un verricello di 20 metri, equipe medica e tecnico di elisoccorso hanno prestato le cure urgenti alla ragazza e, dopo averla stabilizzata, la hanno caricata in barella. Issata a bordo, l’infortunata è stata trasportata all’ospedale di Treviso.

📍 A mezzogiorno il Soccorso alpino delle Prealpi Trevigiane è stato attivato per una ciclista caduta in discesa dal Col Visentin. La 54enne di Casier (TV), che si trovava in compagnia, perso il controllo della propria mountain bike, era finita a terra all’altezza del primo tornante dopo Forcella Zoppei. La donna è stata raggiunta da una squadra che le ha prestato le prime cure assieme al personale sanitario dell’ambulanza, sopraggiunta nel frattempo. L’infortunata, con sospetti traumi allo sterno e a una mano, è stata assistita poi dall’equipe medica dell’elicottero di Dolomiti Emergency, atterrato nelle vicinanze. Una volta imbarellata, è stata caricata a bordo e trasportata all’ospedale di Belluno.

📍 Alle 12.40 circa la Centrale del 118 è stata allertata da un’escursionista bloccata da una crisi di panico, non distante da Forcella San Lorenzo, sulle Marmarole. La 51enne di Vigo di Cadore (BL) stava percorrendo da sola la Ferrata Amalio Da Pra, quando, in un tratto in cui il cavo si interrompe e bisogna attraversare un canale per poi riprendere la ferrata, aveva iniziato a risalire qualche metro una traccia che aveva trovato, sbagliando itinerario, e si era fermata poco dopo. Una squadra del Soccorso alpino del Centro Cadore è partita per andare in suo aiuto, ha raggiunto Forcella San Lorenzo per poi attaccare la Ferrata e individuarla a breve. Dopo averla assicurata i soccorritori sono quindi tornati sui loro passi assieme alla donna, per arrivare al sentiero e scendere con lei fino al Rifugio Ciareido, da dove la hanno accompagnata in jeep alla macchina al Pian dei Buoi.

📍 Verso le 13 è scattato l’allarme per un ciclista colto da malore in località Valmenera a Tambre. Le condizioni dell’uomo, che era sdraiato a terra assistito da due persone, sono subito state valutate dall’equipe medica dell’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, sbarcata nelle vicinanze assieme al tecnico di elisoccorso. Imbarcato, il 63enne di Santa Giustina (BL) è stato trasportato all’ospedale di Belluno per le verifiche del caso.

📍 A Cortina d’Ampezzo una squadra del Soccorso alpino della Guardia di finanza ha raggiunto una venticinquenne di Auronzo di Cadore (BL), che era stata punta dalle vespe, mentre si trovava nei pressi del Ponte Outo, alle Cascate di Fanes. La ragazza è stata accompagnata al Codivilla dai soccorritori per i dovuti accertamenti.

📍 Ad Auronzo di Cadore, una squadra del Soccorso alpino della Guardia di finanza è stata inviata sul Monte Agudo, poiché, a seguito di un probabile malore, un diciassettenne di Ala (TN), aveva perso i sensi, era caduto a terra e aveva sbattuto il volto. I soccorritori hanno preso in carico il ragazzo, per poi accompagnato direttamente al pronto soccorso.

📍 Poco prima delle 14, l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore è volato nel Gruppo della Moiazza, sulla Torre del Camp, comune di Agordo, per un incidente in parete lungo la Via Bien. Primo di una cordata di tre, un alpinista era infatti volato qualche metro sopra i compagni fermi in sosta, una protezione non aveva retto l’urto e lo scalatore aveva sbattuto sulla roccia una quindicina di metri più sotto. Lanciato l’allarme, uno dei compagni si era calato da lui. Individuato il punto, l’eliambulanza ha sbarcato il tecnico di elisoccorso con 35 metri di verricello. L’infortunato, 27 anni, di San Donà di Piave (VE), è stato recuperato e trasportato al campo base al Rifugio Carestiato, dove attendevano medico e infermiera dell’equipaggio e dove ha dato il proprio supporto anche il gestore, componente del Soccorso alpino di Agordo. Mentre venivano prestate le prime cure per un sospetto politrauma, l’eliambulanza è tornata in parete a prendere anche i due compagni. Il ferito è stato trasportato all’ospedale di Belluno.

📍 Alle 14 circa, una squadra del Soccorso alpino di Asiago, che stava facendo assistenza al Raduno triveneto degli alpini sull’Ortigara, è stata dirottata sul sentiero di rientro da Cima Mandriolo, dove un giovane escursionista, che si trovava con tre amici, aveva riportato un sospetto trauma alla caviglia. Dopo averlo raggiunto con il fuoristrada, i soccorritori hanno immobilizzato la gamba del19enne di Creazzo (VI), per poi trasportarlo fino alla sua macchina e da lì, guidare lui e gli amici all’ospedale di Asiago.

📍 Una squadra del Soccorso alpino di Cortina è stata inviata attorno alle 13 al Rifugio Sennes, dove si trovava una ciclista che si era fatta male cadendo dalla mountain bike. I soccorritori hanno raggiunto la 66enne di Cassola (VI) e le hanno prestato le prime cure. Dopo avere caricato anche la sua bici sul fuoristrada, hanno quindi accompagnato la donna fino all’ospedale di Cortina.

📍 Verso le 16 un altro allarme, lanciato da una coppia di turisti tedeschi – lui 61 anni, lei 44 anni – che, arrivati nella parte finale della Ferrata della Cengia Gabriella nel Gruppo del Popera, non erano più in grado di proseguire per la stanchezza. L’elicottero di Dolomiti Emergency, una volta sul posto, ha sbarcato l’equipe medica al Rifugio Carducci, per poi volare nel punto in cui si trovavano i due. Recuperati uno alla volta dal tecnico di elisoccorso con un verricello di 30 metri, gli escursionisti sono stati poi lasciati al Carducci.

Anello estremo del Pasubio

Pubblicato da luke007 in 30 giugno 2022
Pubblicato in: itinerari difficili, itinerari Running, itinerari trekking, itinerari trekking impegnativo. Tag: Monte Pasubio. Lascia un commento

“I luoghi e i sentieri cambiano , si sale di qua di là , un continuo vortice di conoscenza , ogni volta nuove e splendide emozioni da vivere . (Luke)”

Tempo di percorrenza dell’anello :  9h30 senza sosta ( 7h40 28Km )

Dislivello totale : 1680 m    

Quota massima raggiunta  :  2232 m

Rifugi di appoggio : Rifugio Vincenzo Lancia – Rifugio Achille Papa

Sentieri usati : 148 – Val Gulva -121A – 120 – 102 – 105 – 120 – 147A variante Zenevri

Come raggiungere

Dopo aver preso la statale che da Piovene Rocchette porta all’abitato di Arsiero si prende la destra per salire verso Tonezza e i Fiorentini , alla prima curva si prende a sinistra verso l’abitato di Posina , si prosegue fino al passo della Borcola che separa la val di Posina dalla Val terragnolo fino a raggiungere la Malga Borcola

Descrizione

Questo itinerario che propongo insieme ad altri sul Pasubio completa molti punti di questo maestoso Massiccio, sia ben chiaro che un’itinerario di queste dimensioni non è certo alla portata di tutti , ma andiamo per passi , giunti in auto sul Passo della Borcola si scende verso la malga e ditro al piccolo laghetto si nota il segnavia 148 che porta al Passo di Lucco passando per la Malga Gulva , si scende nella valle fino alla malga e si sale in un canalone detritico , la selvaggia Val Gulva , conosciuta e praticata da pochi , che si snoda in maniera incredibile tra massi giganti e terreni prativi e boschivi tali da non comprenderne la direzione , fino a raggiungere località Sorgente a 1850 m , ovvero nel bivio del sentiero 147 che proviene da malga Costa e porta nella Sella delle pozze 1903 m , ma non è questo il sentiero che noi prenderemo , proseguiremo dal 121A fino a raggiungere il 120 e sulla destra verso Selletta Est dei Campiluzzi 2002 m , dove andremo alla ricerca della Galleria di circa 300 m che al suo interno oltre che essere stata usata per il periodo bellico del 1915-18 , si possono ritrovare orme dei dinosauri sul suo soffito , e situata dietro al cartello segnavia proseguendo fino ad un a discesa su materiale detritico si arriva ad un piccolo dosso e sulla destra si noterà il suo imbocco , dopo averla visitata si prosegue verso il rifugio Lancia dove una bella pasta ci aspetta , si riparte con il 102 che ci porterà fino a bocchetta delle Corde e poi attraverso il 105 tricolore prima sul Roite e poi sui Dente austriaco , su quello italiano e poi a cima Palon 2232 m per poi attraverso il Cogolo Alto scendere fino al Rifugio Papa , dove un a sosta e d’obbligo , per poi ripartire per il 120 passando per l’arco romano e la chiesetta di Santa Maria dove a pochi metri si trova la selletta comando della linea italiana , si continua in un’alternarsi di sali scendi , fino alle 7 croci ed all’altare costruito dal comune di Trambileno per i suoi caduti , si sale fino alla selletta del graviglio , e imboccando un sentiero poco segnalato proseguire sulla linea difensiva austroungarica visibile dalle pareti di cemento , si prosegue su postazioni e ricoveri fino a superare i sogli bianchi e raggiungere l’immenso prato circostante a malga Costa , per poi atrraverso tratti boschivi e prativi raggiungere il Passo della Borcola .

Riflessioni Personali

Un percorso lungo e difficile , molti tratti sono sconosciuti ai più ma capace di creare grandi ed uniche emozioni, non sicuramente alla portata di tutti , perche qui l’esperienza e le capacità di muoversi in questi ambienti severi come per esempio la val Gulva richiede doti non sottovalutabili , ma alla fine se vi farete accompagnare da persone capaci il solo fatto di riuscire in questa impresa rende il tutto , e una catena di emozioni che non si possono certo raccontare o descrivere con le sole parole. Luciano

Galleria orme dei dinosauri Monte Buso

Pubblicato da luke007 in 29 giugno 2022
Pubblicato in: itinerari trekking. Tag: Monte Pasubio. Lascia un commento

Come raggiungere

Per raggiungere questo luogo non segnalato , e difficile da trovare se qualcuno non vi porta , si può salire dal rifugio Lancia fino al bivio alpe delle Pozze dal sentiero 120 , girando poi a destra per salire sulla selletta dei Campiluzzi a circa 60-70 metri si nota un terreno detritico sulla sinistra , poco al di sopra del suddetto terreno si imbocca la galleria , mentre se si giunge dalla selletta dei Campiluzzi si procede a destra scendendo per circa 60 metri si noterà dei ghiaioni di piccole dimensioni entrando cosi in galleria

Studi scientifici

L’evoluzione di questo tratto di catena alpina nel Giurassico furono testimoni di alcuni cambiamenti , il grande continente che si andava formando dalle terre emerse dava origine a diverse placche sovrapposte , queste placche Africane ed europee accumularono i loro sedimenti che si trasformarono in rocce calcaree dando così origine allo scheletro di quello che sarebbe divenuto il massiccio del Pasubio.

La costruzione di un sistema di fortificazione austroungarica diede modo ai geologi del museo Tridentino di studiare questi strati rivelando sul soffitto alcune tracce di dinosauri . Ci fu più di una sorpresa durante questi studi , che non prevedevano il ritrovamento di una serie di strati , di pietra dura ma bensì fanghosi caratterizzati dal Giurassico inferiore . Mentre sul sito si ritrovavano orme di dinosauro di una certa dimensione , del peso di circa 300-400 kg e di 6-7 metri di altezza . Le orme assomigliano molto a dei altri ritrovamenti , in Polonia ,Francia e Nordamerica.

108 Ronchi-capanna Sinel-Rifugio Fraccaroli

Pubblicato da luke007 in 26 giugno 2022
Pubblicato in: itinerari difficili, itinerari Running, itinerari trekking. Tag: Piccole dolomiti. Lascia un commento

Tempo di percorrenza del sentiero :  5h10

Dislivello totale : 1527 m    

Quota massima raggiunta  :  2259 m

Come raggiungere

Dopo avere percorso la Vallarsa e raggiunto Rovereto si prosegue verso l’abitato di Ala, per poi attraverso la stretta strada salire verso località Ronchi , appena superato l’abitato e raggiunta la fermata dell’autobus , lì si lascia l’auto e di prosegue a piedi.

Descrizione

Questo percorso inizia su strada asfaltata per poi superata l’ultima Mas 715 m, si entra in una mulattiera che sale e scende maniera abbastanza costante per i primi km, risalendo attraverso pascoli, e piccoli tratti boschivi , raggiunta località Motori a quota 865 m. la carrareccia si restringe e sale all’interno di pareti irte e strapiombanti , fino a località Sbarra quota 1000 m. da qui il sentiero si alza ripidamente prendendo quota in velocità e continua per diversi km anche se con qualche tornante con pendenza notevole si supera la Val Penèz e l’alpe Penèz dove su un tornante sorgeva l’omonima malga Penèz a circa una quota di 1440 m , un piccolo tratto permetterà di rompere il fiato per poi risalire rapidamente fino araggiungere le pendici della Cima Levante in località Casarino1667 m dove si potrà vedere a sinistra il sentiero 114B proveniente dalla Malga Val Gatto , risalendo l’ampia mulattiera proseguiremo trasversalmente sino a salire a fianco della Pala del Cherle1860 m , superato anche il bivio con il 115 proveniente anch’esso dalla Val Gatto , si entra poi nella mulattiera di arroccamento che attraverso alcuni tornanti porterà fino al pascolo di Capanna Sinèl un luogo molto bello e ricoperto di prato e mughi denominato Prà del Sinèl dove a sinistra potremo notare le maestose pareti del Castello del Cherle , si prosegue su mulattiera mista roccia e prato superando a quota2097 la Bocchetta della Neve dove sale il 160 vallon dei Cavai , e superata la spaccatura di roccia della Bocchetta Grolle si nota la conca prativa di Cima Posta e dopo essere transitati sotto la cima del Cherlong e dell’omonima Bocchetta Cherlong dove esce il 162 Val Pissavacca e sulla sinistra per i pochi che lo conoscono il Vajo dei Camosci , si salgono ancora due tornantini e si raggiunge il Rifugio Mario Fraccaroli 2238 m dove innanzi a lui la slanciata cima Carega 2259 m.

Ritorno

Per il ritorno si scende dal 108B Vallon della Teleferica e poi raggiunto il rifugio Pertica 1522 m e si scende dal 109 della Val dei Ronchi , in alternativa proseguendo il 108 passando per la Cima Madonnina e la zona denominata piccolo Tibet , o Costa media 2109 m , si scende su un terreno impegnativo , fino a raggiungere anche qui il rifugio Perticà dalla ferrata Biasin (che non è nel percorso).

Anello delle Pale di San Martino

Pubblicato da luke007 in 24 giugno 2022
Pubblicato in: itinerari attrezzati, itinerari difficili, itinerari trekking. Tag: Pale di San Martino. 4 commenti

“Chi ama la montagna e la percorre in lungo ed in largo anche semplicemente per trekking , sa che è tutto possibile e il destino è già deciso sia che tu sia in parete che tu semplicemente stia camminando su un sentiero qualsiasi, chi vive di montagna questo lo sa. ( Luciano )”

Una premessa , questo anello è molto complesso non è sicuramente per persone poco pratiche di montagna se nn conoscete bene i vostri limiti , non avventuratevi in qualcosa del genere perché le difficoltà di questo itinerario è veramente complessa e pericolosa , oppure ricorrete ad una guida , perché su questo massiccio l’errore potrebbe costare caro.

Le montagne sono fatte per essere esplorate questa volta sono andato sulle Pale di San Martino , erano anni che volevo salire su questo enorme gruppo , e devo dire che ne è veramente valsa la pena , mai avevo visto dei percorsi così tecnici e impegnativi , io l’ho preso come il solito da lontano su una prima via attrezzata Dino Buzzati.

Un sasso è caduto in un bicchiere colmo d’acqua e l’acqua è traboccata sulla tovaglia. Tutto qui. Solo che il bicchiere era alto centinaia di metri e il sasso era grande come una montagna e di sotto, sulla tovaglia, stavano migliaia di creature umane che non potevano difendersi.

Corriere della Sera 11 ottobre 1963

Un viaggio attraverso le pale di San Martino , un sogno ed una piccola impresa molto intensa ed appagante che ha riempito il cuore in quel maestoso scenario lunare sull’altipiano del Rifugio Rosetta, un intensità di emozioni lungo quei percorsi tecnici alpinistici che in meno di 10 ore mi ha permesso di attraversare le pale di San martino , portando a casa una vastità di emozioni inspiegabili .

La prima e seconda tappa sono state fatte nella stessa giornata , per farla in queste con dizioni occorre una preparazione fisica eccellente una conoscenza delle proprie capacità e conoscenza dell’ambiente di alta quota.

1°tappa 1° giorno : Chalet Piereni – ferrata Dino Buzzati – Rifugio Velo della Madonna

Tempo di percorrenza: 5h00 

Dislivello totale: 1540 m

Quota massima raggiunta: 2503 m

Rifugio di Appoggio: Chalet Piereni 1250 m – Rifugio Velo della Madonna 2358 m

Sentieri usati : 731 – 734 – 747 – 742

Un viaggio lunare

Eccomi pronto a partire anche se fortemente in ritardo , ore 8.30 , località Chalet Piereni a quota 1200 m, un bel chalet tutto in legno anche con posti letto ideale per partire anche dopo averci dormito , imbocca una prima stradina di fianco ed inizio a salire lievemente prima in un bosco poi in alcuni pascoli aperti con baite di una bellezza unica , proseguo piano quasi a respirare un aria diversa ma soprattutto un ambiente nuovo , l’itinerario era chiaro in mente o per lo meno dove sarei voluto andare e passare, ad un certo punto il sentiero sale con una ripidità quasi verticale , del resto così si leggeva nelle cartine il tempo di percorrenza era un pò folle 5 ore per arrivare alla mia prima tappa , rifugio Velo della Madonna 2358 m , mi fermo a mangiare dopo averci impiegato 4h in quel fantastico percorso di guglie e di pareti scoscese e canaloni giganteschi

2°tappa 1° giorno : Rifugio Velo della Madonna 2358 m – Rifugio Rosetta 2581 m

Tempo di percorrenza: 5h30 

Dislivello totale: 820 m

Quota massima raggiunta: 2705 m

Rifugio di Appoggio: Rifugio Velo della Madonna 2358 m – Rifugio Rosetta 2581 m

Sentieri usati : 739 – 714 – 715 – 702

Ho proseguito poi per la via ferrata del Velo che porta verso la forcella del Porton a 2600 m e dove arriva anche la Ferrata del Porton che sale dal Rifugio Pradidali 2278 m dove volendo si può scendere per accorciare il percorso , ma il mio itinerario prevedeva di allungare fino al rifugio Rosetta 2581 m , iniziando così a salire ripidamente attraverso un vasto prato fino alla forcella Campanile Col di Roda 2605 m, per poi attraverso passaggi trasversali sotto la Cima di Ball e sali scendi attrezzati salire fino alla Forcella Stephen 2705 m per poi scendere sempre in percorso attrezzato impervio e quasi lunare fino al Passo di ball 2443 m , proseguendo per il sentiero molto bello e pianeggiante per poi inerpicarsi di nuovo raggiunto il Col della Fede 2278 m in un tratto roccioso con il sentiero 702 che proviene da San Martino di Castrozza , e raggiungendo prima il Passo di Val della Roda 2580 m e il Rifugio Rosetta a 2581 m in un paesaggio che ha veramente qualcosa di incredibile una specie di altipiano roccioso che pare di essere sulla luna .

3°tappa 2° giorno : Rifugio Rosetta – Rifugio Pradidali – Chalet Piereni

Tempo di percorrenza: 4h 

Dislivello totale: 200 m

Quota massima raggiunta: 2658 m

Rifugio di Appoggio: Rifugio Rosetta 2581 m – Rifugio Pradidali 2278 m – Chalet Piereni 1250 m

Sentieri usati : 707 – 709 – 719

Ore 7.00 si parte per il rientro dalla Luna o semplicemente quello che sembrava l’altipiano dove era posizionato il Rifugio Rosetta-Pedrotti 2581 m si prende il 707 che attraverso numerosi sali e scendi ti porta a percorrere tutto questo immenso luogo fino a raggiungere il Passo Pradidali basso 2658 m , per ammirare in lontananza il resto del ghiacciaio della Fradustra , per poi imboccare il vallone che porterà fino al rifugio Pradidali in posizione dominante sul Vallone che porta a Pedemonte e attraverso il Prato di Cimerlo fino al Chalet Piereni. Dove si può anche gustare un buon pranzo.

Tofana di Rozes 3225 m (Via Normale)

Pubblicato da luke007 in 13 giugno 2022
Pubblicato in: itinerari difficili, itinerari trekking, itinerari trekking impegnativo. Tag: Le vie Normali. Lascia un commento

QUESTO E UNA VIA NORMALE , CIOE UN ITINERARIO PER ALPINISTI O ESCURSIONISTI ESPERTI NON E PER TUTTI , CI VUOLE UNA OTTIMA PREPARAZIONE FISICA , ED UNA CONOSCENZA DELL’AMBIENTE ALPINO DI ALTA QUOTA , MOLTA ATTENZIONE VA DATA ANCHE ALLE CONDIZIONI METEO

Tempo di percorrenza: 6h00 andata e ritorno

Dislivello totale: 600 m dal Giussani 1200 dal Di Bona

Quota massima raggiunta: 3225 m

Rifugio di Appoggio: Rifugio Di Bona 2037 m – Rifugio Giussani 2600 m

Avvicinamento

Dopo essere salito a Cortina si prende per il Passo Falzarego 2105 m , raggiunto un bivio si sale sulla destra , verso il rifugio Di Bona 2037 m dove si lascerà l’auto e si proseguirà a piedi per salire al Rifugio Giussani 2600 m dove si pernotterà , per poi il mattino successivo salire su una delle montagne che io reputo la più bella delle dolomiti la tofana di Rozes . Oppure per chi è più preparato si può salire direttamente ma il dislivello diventa importante e da nn sottovalutare partendo dal Rifugio Di bona 2037 m.

Descrizione

Il percorso di questa via normale non presenta grosse difficoltà anche se molto poco segnalato è molto intuitivo , si prende il sentiero che arriva al Giussani 2600 m dalla Postazione Tre Dita , una posizione che domina su tutta la val Travenanzes , ad un primo bivio si inizia salire in maniera importante su ghiaioni detritici e spunti di roccia stabile in cui la presenza frastagliata della stessa crea gradini quasi naturali su cui inerpicarsi , il dislivello partendo dal Giussani e abbastanza lieve di circa 600 m, la presenza di sole estivo rende la via più complessa visto la totale assenza di piante ed ombra , continuando a salire con tratti di ghiaioni e roccette si raggiunge la cresta è si procede sul versante sinistro con su ghiaioni e sentiero segnato dal continuo andirivieni degli escursionisti , per chi invece volesse cimentarsi nella parte finale della Ferrata Lipella proseguendo perla postazione Tre Dita si entrerà nella Ferrata per completare i circa 300 metri e raggiungere i ghiaioni che porteranno direttamente sulla vetta rientrando così sulla via normale che sale dal Giussani , per quanto riguarda la ferrata Lipella è documentata in altro post visto la sua lunghezza . Comunque soggiornando la notte in rifugio ci sarà tutto il tempo per salire e scendere con tranquillità e sicurezza anche fino all’auto .

Ritorno

Per il ritorno si scende dalla stessa via , prestando molta attenzione , il tempo di discesa fino al bivio è di circa 2h , per il Rifugio Giussani ricordo che dopo ci sono almeno 1h per rientrare all’auto , e quindi i tempi devono essere ben calcolati.

111 Forcellino del Plische

Pubblicato da luke007 in 11 giugno 2022
Pubblicato in: itinerari difficili, itinerari trekking. Tag: Piccole dolomiti. Lascia un commento

Tempo di percorrenza del sentiero solo andata   :  1h00  

Dislivello totale : 400 m    

Quota massima raggiunta  : 1900 m

Descrizione

L’itinerario n.111 è solo un sentiero di raccordo, ma risulta molto utile in caso di mal tempo oppure affaticamento fisico, in quanto va ad accorciare il percorso evitando il Passo Tre  Croci 1716 m, raggirandolo direttamente. Lo si imbocca circa 5 minuti prima salendo il n n.110 verso il Passo Tre croci, a quota 1650 m. Il percorso è molto impervio e detritico, ma totalmente rivisitato e sistemato a cura del CAI di Valdagno ed a chi ha partecipato a questa grandiosa opera di sistemazione , era poco adatto a persone con un livello di preparazione solamente escursionistica , ma con le modifiche fatte e diventato un sentiero panoramico unico. La pendenza è ragguardevole, vista la lunghezza dello stesso, sale dapprima ripido per poi leggermente spianare, fino a raggiungere, un  imbuto che si nota già da quota 1906 m, dove sulla destra arriva il n.113 dell’Omo e la Dona. Fino a poi raggiungere la Porta di Campobrun, entrando così nel n.182 che a destra porta al Rifugio Scalorbi quota 1767 m.

Ritorno

Essendo un sentiero di raccordo, viene utilizzato percorrendo il n.113, il n.110, anziché utilizzare il n.182. Resta comunque un itinerario abbastanza complesso sia in salita che in discesa, per la tipologia di terreno, principalmente ghiaioni detritici.

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