Itinerari trekking

la montagna è una maestra muta che insegna ad allievi silenziosi

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Monte Ortigara le emozioni con altri occhi

Pubblicato da luke007 in 6 giugno 2022
Pubblicato in: evento, itinerari trekking. Tag: Asiago, Eventi. 2 commenti

Questa volta sono qui per descrivere un evento che chi , come me , semplice montanaro o semplice escursionista ne va fiero , non sono ne accompagnatore ne guida , sono solo istruttore di trekking abilitato , ma questo conta poco davanti a qualcosa che si fa per passione vera, salire sull’Ortigara lo possono fare tutti , ma prendersi il tempo per alcune riflessioni su questo luogo unico e sacro non è ne da tutti ne per tutti , si ho detto sacro , perchè su ogni metro di terreno si calpesta una macchia di sangue versato nelle sanguinose battaglie che hanno reso celebre questo arduo monte dalle forme strane e deformato dalle granate e bombardamenti.

Salgo qui da quando ero bambino Terra Sacra agli Alpini , avevo 10 anni la prima volta, conservo ancora un ricordo di mio padre che mi cercava quando il salivo le rocce dietro la chiesetta , ho portato su molte persone qui , ogni volta con emozioni diverse , ma quando le riesci a leggere negli occhi dei tuoi amici ,queste emozioni si amplificano e diventano ancora più grandi, salire qui senza comprendere parte di ciò che è successo non è la stessa cosa Grazie Lucio , Barbara , Erminio…e a tutti quelli che nel tempo sono saliti con me.


…PER NON DIMENTICARE , E PER FARE SAPERE…


Aggiungo la famosa frase di Gianni Pieropan che definisce meglio tutto questo :

Tutto può sembrare semplicemente scontato , dal decidere cosa, come e quando ce voluto poco , ma il dove l’ho deciso io , ma non perchè sia più bravo e migliore degli altri perchè conosco zone in cui le emozioni diventano cose concrete tanto che certe volte viene difficile trattenere una lacrima di commozione e stupore per quelle vite spezzate a vent’anni , e come impresso nella lapide di adolfo Ferrero che di anni anche lui ne aveva solo 20

Qui Cadde per un Italia più buona più onesta più coraggiosa

Monte Ortigara- Monte Caldiera – Monte Lozze – un full immersion tra panorami mozzafiato e Storia….passo lento, quasi ad accompagnare quel silenzio, d’oro , qualche battuta, poi ci si ferma , occhi tesi a catturare testimonianze , qua e là di una guerra sanguinosa, che ivi si è consumata, testimonianze che si mischiano con spettacolari scorci, di panorami stupendi, intorno a noi. Luciano ci guida , con naturalezza , in un ambiente che, si vede, gli è familiare ; ci fermiamo e lui ci legge qualche riga del libro che ha portato, scritto da chi quella guerra, in quel posto, l’ha vissuta davvero….

Grazie a Lucio , Erminio e Luciano per questa emozionante avventura

Barbara

Un’esperienza troppo emozionante per racchiuderla in 30 foto Ortigara Grazie Luciano

Lucio

Anello Rifugio Lancia-Monte Testo-Alpe Alba

Pubblicato da luke007 in 23 Maggio 2022
Pubblicato in: itinerari trekking. Tag: Monte Pasubio. Lascia un commento

Tempo di percorrenza dell’anello : 6h00 km14

Dislivello totale : 700 m

Quota massima raggiunta : 1998 m

Sentieri : 101-102A-132-132B

Come raggiungere

Dopo essere usciti dall’autostrada a Thiene (VI), si prende per Schio e si sale per la S.S. 46 che porta a Rovereto; si scende superando l’abitato di Anghebeni si continua per la S.S. 46 per qualche km si prende a destra la deviazione per Vanza. Si continua per Boccaldo puntando sull’abitato di Giazzéra. Da qui si prosegue sempre in auto con direzione Rifugio Lancia. Dopo alcuni km la strada diventa sterrata ma ancora percorribile. Si giunge infine il cimitero di guerra presso malga Cheserle, località Sassom, dove si parcheggia l’auto, poiché poi vige il divieto di accesso. Da qui si prosegue a piedi fino al Rifugio Lancia, punto di partenza ideale per il nostro itinerario.

Descrizione

1° tappa : Cimitero di guerra – Rifugio lancia circa 1h15

Si tratta della via principale per raggiungere il Rifugio Lancia 1825 m, una rotabile che sale per la val dell’Orco, con diverse scorciatoie, attraversando prati da pascolo e un sottobosco di conifere. Raggiungendo il bivio n.119 a 1366 m, e transitando a malga Cheserle 1404 m, proseguendo così si raggiungono i Sette Albi 1614 m, e Pozza Rionda. E’ un itinerario molto bello e privo di difficoltà. Si pratica anche in inverno poiché il Rifugio Lancia rimane aperto nei weekend tranne che in caso di eccezionali nevicate.

Monte Testo visto dal Rifugio Lancia

2° tappa : Rifugio Lancia- Monte Testo 1h10

Sentiero molto bello con poco dislivello l’ideale da percorrere partendo dal rifugio Lancia , la maggior parte dello stesso e tra i pini mughi e prato erboso privo di difficoltà e che ci permette di arrivare sul monte Testo ad ammirare lo splendido panorama verso il corno battisti e la val grobbe , molto belle e completamente aperte le gallerie di ricovero e postazioni sotteranee situate sul monte Testo , da li dopo averle visitate si ridiscende verso il rifugio Lancia attraverso la trincea che dalla cima del monte Testo scende fino a ricongiungersi al sentiero di salita .E INDISPENSABILE L’USO DELLA TORCIA O DELLA LAMPADA FRONTALE .

Cenni storici Monte Testo

Nella controffensiva Austro-Ungarica iniziata il 15 maggio 1916. La direttrice d’attacco comprendente il monte Testo, che era  in mano alle truppe Italiane, era di competenza della XVIII Brigata Austro-Ungarica che partendo da Terragnolo, doveva superare il torrente e risalire le pendici del Pasubio. Il giorno 19 dopo aver vittoriosamente respinto un contrattacco Italiano sul Monte Spil le truppe Austro- Ungariche  prendevano possesso del Monte Testo,  con la successiva avanzata la prima linea del fronte sul Pasubio venne a trovarsi nella zona tra il Dente Austriaco e il Dente Italiano, Lasciando il Monte Testo in seconda linea. Grazie alla sua posizione strategica la cima del monte venne fortificata, con la realizzazione di un osservatorio e di una serie di appostamenti di artiglieria. Il gruppo d’artiglieria comprendeva  una batteria di obici da montagna, una batteria pesante. Il complesso del Monte Testo giocò un ruolo fondamentale nei cruenti scontri che avvennero successivamente nel vallone del Cosmagnon. Anche il tentativo Italiano del luglio 1916 volto alla conquista del Monte Corno (Corno Battisti) vide il contrassalto di truppe Austro-Ungariche proveniente dal Monte Testo.

Val di Foxi , il Piccolo Roite visti dal Monte Testo

Raggiunto il Rifugio Lancia vista l’ora di pranzo è inevitabile un piatto di pasta oppure qualche tagliere ben preparato da Paolo e i ragazzi , ricordo sempre che siamo in un rifugio e le pretese di piatti sofisticati lo dovete fare altrove , qui le persone ci mettono cuore e passione , ma soprattutto qui non contano le stelle , ma le persone , l’accoglienza , simpatia e calore.

3° tappa : Rifugio Lancia – Alpe Alba – Cimitero di Guerra 2h30

Dopo pranzo si riparte per il sentiero n.132 che porta in una spianata unica nel suo genere , Alpe Alba simile ad una prateria con numerose malghe in un scenario sicuramente unico con quel verde pieno di speranza di quei pratoni pieni di fiori capaci di emozionare e riempire gli occhi di qualcosa di veramente unico , il sentiero sale poco , per poi discendere fino ad incrociare un bivio che ti porterà proprio nella zona adiacente al cimitero e dove abbiamo lasciato l’auto , un’attenzione particolare durante la discesa verso il cimitero in quanto la stessa presenta alcuni tratti da non sottovalutare prestando la massima attenzione.

Voglio ringraziare i miei compagni di viaggio , molto più che semplici amici , Barbara e Dario , sempre pronti a nuove risalite , la soddisfazione di leggere nei loro occhi e nelle persone che accompagno in questi luoghi a me cari , non ha sicuramente prezzo e mi da nuovi motivi per continuare su questa strada , dove anche la semplice condivisione di un piatto di pasta è motivo di allegria e festa . Luciano

Nuova qualifica nazionale

Pubblicato da luke007 in 18 Maggio 2022
Pubblicato in: itinerari trekking. 8 commenti

Buongiorno a tutti con mia grande soddisfazione ho raggiunto un piccolo traguardo , per qualcuno potrà sembrare una cavolata , forse le credenziali di accesso erano poche , ma le mie non per vanto (e chi mi conosce lo sa ) non lo sono di sicuro , sia per quanto riguarda la mia esperienza di montagna e trekking , la preparazione atletica dei miei 10 anni di ultratrail tra cui spiccano 3 utmb , 2 Eiger , 3 Lavaredo ed altre ancora , del resto il mio modesto sito parla chiaro 1.400.000 visualizzazioni da tutto il mondo ne sono la prova . Inoltre sono in possesso di una qualifica BLSD e RCP , con l’uso del defibrillatore . Con questo post voglio rendervi partecipi ad una mia nuova qualifica da parte del CONI e del Centro Sportivo Educativo Nazionale. Con l’intenzione di un nuovo proseguimento di questo mio piccolo lavoro. buon Cammino a tutti . Luciano Cailotto

Cos’è il Centro Sportivo Educativo Nazionale

LA STORIA

Il Centro Sportivo Educativo Nazionale (CSEN) nasce a torino 44 anni fa per volontà di esponenti del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) del Piemonte, con lo scopo di creare un ente di promozione sportiva che avesse come missione fondamentale la formazione e l’educazione in ambito sportivo.

L’ente crebbe rapidamente sul territorio nazionale e venne riconosciuto a livello nazionale dal CONI come Ente di promozione sportiva (EPS).

Oggi CSEN è il più grande ente di promozione sportiva italiano, con oltre 2.000.000 tesserati tra soci dirigenti, tecnici, atleti ed amatori e con più di 18.000 associazioni e società sportive, di promozione sociale e del tempo libero.

È presente in tutta Italia con 20 comitati regionali, 106 comitati provinciali e 25 comitati di zona, operando così per la promozione e l’organizzazione su tutto il

territorio nazionale e internazionale di attività sportive dilettantistiche a carattere amatoriale, seppure con modalità competitive, volte alla formazione fisica, morale, sociale e della salute dei cittadini, nonché di tutte le attività culturali, sociali, ricreative, salutistiche, del tempo libero, di formazione extrascolastica e del turismo sociale, che possono contribuire all’arricchimento della persona umana.

Si occupa in modo particolare delle attività di formazione e aggiornamento di dirigenti, tecnici, operatori sportivi e istruttori, mentre porta avanti attività di ricerca, studio e sperimentazione.

Inoltre, persegue finalità assistenziali e di promozione sociale.

Nuova gestione del Mario Fraccaroli

Pubblicato da luke007 in 30 marzo 2022
Pubblicato in: evento. Tag: Piccole dolomiti. 2 commenti

Voglio augurare un grande in bocca al lupo a questi due ragazzi che prendono in mano uno dei più prestigiosi rifugi delle Piccole Dolomiti , ma non voglio dimenticare i grandi e mitici fratelli Baschera che per 53 anni hanno mantenuto questo non facile impegno a cui invio un grande grazie di cuore per i meravigliosi momenti passati insieme. Buon Cammino e in bocca al Lupo . Luciano Cailotto

“È fatta! Firmato il contratto per il rifugio Fraccaroli. Andrea e Miriam sono ufficialmente i nuovi gestori. Un caloroso augurio di buon lavoro e un grande abbraccio da tutti i soci e le socie”. L’annuncio è del Cai Cesare Battisti di Verona e il rifugio è quello sulle Piccole Dolomiti caro anche a tanti trentini, alensi e vallarseri e non solo.

E a far notizia è l’età dei nuovi gestori. Sommando gli anni si arriva solo a quota 44. Ma sono grandi appassionati di montagna il 25enne Andrea Laghetto e la 19enne Miriam Roso: per il prossimo triennio gestiranno insieme il rifugio «Mario Fraccaroli», portando una ventata di novità su Cima Carega.

Vivono rispettivamente a Schio e Valli del Pasubio e quando è stato pubblicato il bando per la nuova gestione, hanno deciso di provare, mettendosi in gioco

Creste Tre Bocchette ( alpinistico)

Pubblicato da luke007 in 28 marzo 2022
Pubblicato in: itinerari difficili, itinerari trekking, itinerari trekking impegnativo. Tag: Monte Novegno, Monte Summano. Lascia un commento

Tempo di percorrenza del sentiero solo andata :  2h00  

Dislivello totale : 300 m    

Quota massima raggiunta  :  1112 m

Come Raggiungere

Con questo sentiero si sale da Santorso verso San Ulderico e Bosco di Tretto , arrivati al bivio si prende per i colletti del Summano , si prosegue fino a trovare un posto dove mettere l’auto , eventualmente si procede fino a colletto Grande , li esiste un ampio posteggio . In questo caso si deve tornare indietro fino ad incontrare il segnavia 455 si prende il sentiero che porta in Busa del Novegno passando per Passo Campedello e malga Campedello.

Descrizione

Tecnicamente difficile in quanto percorre le creste in quota e relative postazioni che lo rendono unico ed indescrivibile praticamente cammina sopra il 455 , contrassegnato da pallini rossi ed alcuni segnavia del CAI molto vecchie , si sale tra cengie strapiombanti e passaggi ostici , alternati da parti pianeggianti ed irte , uno spettacolare scorci tra le due valli che non potrà che ammaliare l’escursionista , per poi colmare sul pezzo di sentiero del monte Brazome , rimane un itinerario per esperti per i suggestivi passaggi , alternati ad una possibilità di arrampicata per i temerari con chiodi split già posizionati tutti raggirabili.

Ritorno

Per il ritorno si può usare il 455 oppure giunti al bivio il 444 scendendo così di nuovo dove si era lasciata lauto

Laghetto Ponte Subiolo

Pubblicato da luke007 in 23 marzo 2022
Pubblicato in: itinerari trekking. Tag: valstagna. Lascia un commento

ATTENZIONE IL LAGHETTO NON E’ BALNEABILE E LA SUA PROFONDITA’ E DI 186 METRI

Come Raggiungerlo

Si sale da Bassano del Grappa verso Valstagna dalla strada vecchia situata sulla sinistra salendo , superate le grotte di Oliero e l’abitato di Valstagna si continua fino a Ponte Subiolo dove sulla sinistra si trova un piccolo posteggio mentre più avanti a destra un altro posto per mettere lauto , poi si sale tra le case fino a raggiungere la piccola discesa di circa 20 metri che ti porta su questo piccolo laghetto.

Caratteristiche

Il suo sviluppo spaziale è di 365 m, con un dislivello di -149 m. L’Elefante Bianco era ed è la sorgente Valchiusana più profonda d’Italia e con la sua attuale profondità di -186m è anche una delle più profonde nel mondo.

  • Profondità: -186m
  • Distanza dall’ingresso: 530m
  • Distanza percorsa oltre i -100m: 330m
  • Tempo totale di immersione: 430’
  • Descrizione della zona oltre -130m

Esplorazione della grotta dell’Elefante bianco

La base del pozzo a circa -130m è ricoperta da massi di crollo, il passaggio che permette di proseguire l’esplorazione rimane di generose dimensioni ed è largo una decina di metri e alto circa 3m, da qui si scende rapidamente fino a -139m. Si ha l’impressione che la galleria ritorni indietro. Da qui in avanti per una trentina di metri di lunghezza fino alla profondità di -140m la galleria rimane sempre larga 10m circa ma diventa leggermente più alta 4-5m. In questa zona la roccia sebbene molto levigata ha diverse asperità sulle quali fissare il filo. Da -140m a -152m si percorrono 20m (410m dall’ingresso) di galleria inclinata con diversi massi di crollo sul fondo. Da questo punto non ci sono più massi, il fondo è liscio levigato e diventa difficile fissare il filo. A -155m un inaspettato scalino naturale alto 30-40cm interrompe la continuità del fondo. La galleria mantiene le stesse dimensioni, serpeggiando a destra e a sinistra, a 480m dall’ingresso a -165m si apre un pozzo profondo 19m, largo 7-8m, lungo oltre 10m a forma triangolare. Sul fondo del pozzo a -184 m qualche masso e di nuovo la galleria sembra ritorni indietro, qui la roccia offre diverse asperità per fissare il filo, le dimensioni si mantengono simili a quelle della galleria che accede al pozzo dopo 30m l’esplorazione finisce a -186m.

Leggenda del laghetto di Subiolo

Una sera, un giovane falegname ritornava sul tardi alla sua casa, vicina al ponte Subiolo, dopo aver fatto visita alla fidanzata. Improvvisamente si sentì ripetutamente chiamare per nome… Con sorpresa, e quasi sgomento, si accorse che un gruppo di Fate danzava sulle acque del lago, alla luce dei raggi lunari.

“Vieni con noi – gli dicevano – tu non hai mai provato la felicità che ti offriamo, vieni a danzare con noi finché splende la luna.”

“No, no – rispose il giovane terrorizzato – laggiù c’è l’acqua e se scendo annegherò”.

“Hai paura? – gli chiesero le Fate ridendo – Allora guarda, l’acqua è sparita. Vieni”!

Con un incantesimo il lago era sparito. Anche i sassolini del fondo erano asciutti e i massi rivestiti di muschio si porgevano alle fate come soffici divani.

“No, no!” ripetè il giovane. Ma, come soggiogato, non poteva staccarsi dal parapetto del ponte.

“Non vuoi? Forza, coraggio, danzando con noi ti dimenticherai di tutto e resterà solo la felicità”. Le Fate ripresero a chiamarlo, ma il giovane non cedette alla tentazione.

“Ebbene – dissero infine quegli esseri eterei in coro – per la tua virtù e perché tu abbia a ricordarti di noi, ti offriamo una grazia. Chiedi ciò che vuoi”.

Egli, tremante, domandò: “Che io possa con le mie mani eseguire qualunque lavoro d’intaglio”.

“Concessa – si sentì rispondere dalle fate -. Ma non sarai mai ricco!”

Alla mente del falegname balenò l’idea di opere grandiose, mentre l’acqua tornava ad uscire impetuosa e spumeggiante dal laghetto, le fronde dei faggi stormivano per il vento e la montagna proiettava immobile la sua ombra nascondendo la luna, calata dietro la cima.

Le Fate erano sparite. Da quel giorno il giovane falegname realizzò meravigliose opere in legno, di rara bellezza, per tutte le chiese del paese e di altri villaggi vicini. Morì povero come era vissuto e come gli avevano predetto le Fate, ma molto, molto felice.

Torneranno i prati

Pubblicato da luke007 in 11 marzo 2022
Pubblicato in: evento, Storico. Tag: Asiago. Lascia un commento

TRAMA

Siamo sul fronte Nord-Est, dopo gli ultimi sanguinosi scontri del 1917 sugli Altipiani. Nel film il racconto si svolge nel tempo di una sola nottata. Gli accadimenti si susseguono sempre imprevedibili: a volte sono lunghe attese dove la paura ti fa contare, attimo dopo attimo, fino al momento che toccherà anche a te. Tanto che la pace della montagna diventa un luogo dove si muore. Tutto ciò che si narra in questo film è realmente accaduto. E poiché il passato appartiene alla memoria, ciascuno lo può evocare secondo il proprio sentimento.

Riflessioni Personali

Questo film , girato sulle nostre montagne narra il peso della vita in trincea con i pidocchi , freddo e bombardamenti a cui sono sottoposti i soldati nel periodo bellico 1915-1918 , soldati che avevano vent’anni , una giuventù che ha coperto con il sangue questi luoghi che non sto qui ad elencare , tanti essi sono , torneranno i prati … si i prati sono tornati ma quei soldati che non sono tornati hanno lasciato qui il loro sangue e la loro vita , a loro va il mio massimo rispetto , di chi ha combattuto per la libertà , e come riporta la frase sul piazzale lozze dell’Ortigara

Testimonianza e simbolo d’ogni umana sofferenza , queste sacre cime ricordino quanto ardua sia la conquista della pace . Gianni Pieropan

…Per non dimenticare e per far sapere….

Qui sotto ci sono alcune foto scattate sul set cinematografico , presso la Val Giardini di Asiago , dove la trincea usata come set è ancora li .

Il perchè delle Cartine

Pubblicato da luke007 in 9 febbraio 2022
Pubblicato in: evento, itinerari trekking. Tag: Eventi. 8 commenti

BUONGIORNO , MOLTE VOLTE MI E’ STATO CHIESTO DI INSERIRE LA TRACCIA GPS SUI MIEI ITINERARI, NON LHO MAIVOLUTO FARE E NON LO FARO’ MAI, PERCHE RITENGO SIA OPPORTUNO IMPARARE A LEGGERE LE CARTINE PRIMA DI UTILIZZARE PROGRAMMI O APPLICAZIONI CHE POTREBBERO ESSERE PROBLEMATICI SENZA RETE E CON BATTERIA SCARICA, VI INVITO TUTTI A PRENDERNE ATTO RINGRAZIANDO SEMPRE DOVEROSAMENTE CHI COME IL SOCCORSO ALPINO SI PRESTA AL SOCCORSO IN QUESTE SITUAZIONI. Luciano

SOCCORSO ALPINO E SPELEOLOGICO VENETO

https://www.facebook.com/CnsasVeneto/

⚠️Attenzione alle informazioni sui tracciati quando non c’è copertura telefonica⚠️

Ieri sera due escursionisti, che avevano perso il sentiero, credevano di essere in un posto diverso da quello in cui si trovavano in realtà. E può capitare che posizioni mandate tramite messaggio indichino punti distanti anche svariati chilometri. Non fate affidamento solamente sulle applicazioni open source gratuite, che hanno necessità di connessione dati e costante riaggiornamento Gps che in montagna, fuori copertura, risultano spesso impossibili e sviano da posizioni corrette. Sono stati ritrovati molto distanti dal punto in cui credevano di essere – lui in stato di ipotermia dopo le ore passate al freddo con forte vento – due escursionisti che si sono persi ieri in Lessinia. L’allarme al Soccorso alpino di Verona era arrivato passate le 19 dai Carabinieri, contattati nell’unica telefonata al numero di emergenza riuscita alla coppia, prima di perdere completamente copertura e non essere più raggiungibile. Dalle prime scarne informazioni, si sapeva che i due avevano trovato ricovero in uno stabile che ritenevano Malga Lessinia. Lì, però, quando i Carabinieri sono arrivati, hanno trovato i gestori che stavano andando via, ma la coppia non c’era. I soccorritori si sono portati al Bivio del Pidocchio, a Erbezzo, per avviare la ricerca, poiché, riascoltando la chiamata, gli escursionisti dicevano di essere passati alla Fontana degli alpini, che avevano poi proseguito fermandosi in questo stabile che, probabilmente per la scarsa copertura, Google maps indicava come Malga Lessinia. Individuato il sito della Fontana degli alpini, una squadra è partita con il quad diretta alla prima struttura presente segnata sulla cartina sulla sinistra orografica, dove però non c’erano. I soccorritori si sono messi nuovamente in moto verso altri tre edifici più distanti sulla destra orografica e anche lì nessuna traccia. Sono quindi tornati indietro, controllando ogni manufatto e puntando a una malga molto a nord, Malga Lago Boaro e lì finalmente li hanno trovati alle 22.20, riparati in un ricovero laterale. Lei, una 27enne di Villafranca Tirrena (ME), che indossava abbigliamento più pesante, stava bene, lui, un 29 enne di Sovizzo (VI), presentava invece chiari segni di ipotermia. La squadra ha dato loro piumini e guanti e un soccorritore è subito rientrato con il ragazzo al Bivio del Pidocchio, dove era stata fatta arrivare l’ambulanza che lo ha preso in carico per i controlli del caso. In un secondo viaggio è stata poi trasportata a valle anche la ragazza. Entrambi sono stati a lungo con il personale sanitario e hanno poi rifiutato di essere accompagnati in ospedale.

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "Soccorso Alpino Speleologico Veneto Aiutaci...ad aiutare! SOCCORSO ALTPHOE Dona il... ORIOE ...sulla prossima dichiarazione dei redditi ricorda il codice fiscale 93025610259 5x1000 Grazie!"


106 Val del Marden

Pubblicato da luke007 in 7 febbraio 2022
Pubblicato in: itinerari difficili, itinerari trekking, Storico. Tag: Cadore. 2 commenti

Tempo di percorrenza: 3h40

Dislivello totale: 1400 m

Quota massima raggiunta: 2528 m

Come Raggiungere

Dopo aver superato l’abitato di Auronzo si prosegue per alcuni km raggiungendo così su una semicurva l’imbocco della Val Marzon , si sale per qualche kilometro con l’auto e raggiunto un piccolo slargo si lasci l’auto e si prosegue a piedi .

Descrizione

Questa Valle oltre ad essere un percorso fantastico e selvaggio, è un itinerario difficile come quas tutte le valli che salgono da Auronzo sia in lunghezza che in pendenza , Val Marzon , Val di Cengia , Val Giralba bassa e Alta . L’itinerario varia dal passaggio a zig zag sui mughi a scenari lunari di pietraie infinite fino a raggiungere il Bivacco de Toni sulla Forcella dell’Agnel a quota 2490 m, sotto la Cima Auronzo, i sentieri di queste zone sono tutti molto impegnativi anche se non presentano difficoltà alpinistiche e tecniche , lasciano il segno sul fisico , i 1400 metri di dislivello si sentono tutti. Si sale dolcemente nel primo tratto di boschetto con ampi tornanti anche se il sentiero e stretto dopo circa 1 ora si esce e si prosegue attraverso mughi e rocce dove il sentiero inizia con pendenza più severe e lo scenario si apre con il grigio candore della dolomia circondati da pareti irte e uniche nel suo genere tra i Campanili dei Vaj dei Toni e la Pala e i Campanili del Marden , dove lo scenario cambia notevolmente e si entra nel tratto di pietrame e roccete dove si sale con difficoltà visto il terreno un pò detritico , fino ad entrare sotto alla Croda A. Berti e a sinistra la Croda Dei Toni, in un ampio cadino di detritico che porterà dopo una discreta ultima salita al Bivacco A De Toni, situato sotto la Cima D’Auronzo, giunti sul Bivacco si entra nel sentiero 107 che parte dal Rifugio Pian di Cengia 2528 m e transitando attraverso il Bivacco porta al Rifugio Carducci 2297 m attraverso una Via attrezzata di discreta difficoltà con passaggi importanti tra cui una passerella.

Se invece si prosegue verso il Rifugio Pian di Cengia per i sentiero 107 raggiunta la Forcella della Croda di Toni si può scendere da un sentiero detritico e poco visibile che porta verso il Rifugio Comici 224 m sulla sinistra raggiunto il fondo del piccolo vallone, oppure sulla destra prima a Forcella Giralba 2431 m e poi al Rifugio Carducci 2297m , raggirando così la via ferrata Severino Casara.

Se il tempo ve lo permette facendo una piccola deviazione senza scendere di quota si può raggiungere attraverso una piccola via attrezzata del Passo Collerena raggiungere il Passo Fiscalino ed il rifugio pian di Cengia 2528 m , oppure dai Laghi si sale per il 104 fino al Rifugio che vi invito a visitare perchè è uno dei piu bei rifugi della Zona.

Ritorno

Per il ritorno si può usare lo stesso sentiero oppure dopo aver proseguito a sinistra prima di raggiungere il Bivacco De Toni ed aver raggiunto il laghi di Cengia 2324 m si scende per il sentiero 1107 della Val di Cengia già descritto in altro post .

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Cima Rifugio Lagazuoi 2752m ( invernale )

Pubblicato da luke007 in 30 gennaio 2022
Pubblicato in: itinerari difficili, itinerari trekking, itinerari trekking impegnativo. Tag: Cadore. Lascia un commento

Attenzione questo sentiero in invernale risulta coperto dalla neve ed è quindi intuitivo , non è un percorso per tutti , richiede ottima capacità di adattamento a condizioni di neve importanti viste le quote , una preparazione fisica ottima ed attrezzatura alpinistica completa , conoscendone inoltre l’uso corretto della stessa .E’ OBBLIGATORIO L’USO DEI RAMPONI , IL METEO DEVE’ESSERE OTTIMALE.

Tempo di percorrenza: 3h circa 5h con il rientro 

Dislivello totale: 690 m

Quota massima raggiunta: 2752 m

Come Raggiungere

Dopo essere salito a Cortina D’Ampezzo si prende per il Passo Falzarego 2105 m , oppure salendo direttamente da Agordo passando per il lago di Alleghe si imbocca la salita che porta al Passo Falzarego , molto meno trafficata è più corta se si vuole raggiungere solo il Passo.

Descrizione

Questo percorso molto difficile in salita , ma uno dei più belli in questo gruppo montuoso ,permette panorami incredibili , circondato da alcune delle montagne più belle in assoluto , Tofane Averau e Nuvolau , Sasso di Stria , 5 Torri , teatri di grandi contese belliche del 1915-1918 . Si sale dal piazzale della funivia a Passo Falzarego 2105 m per il sentiero 402 , per poi sotto le rocce strapiombanti del Lagazuoi proseguendo poi dritti , mentre sulla sinistra si entrerebbe nella galleria dapprima transitando anche per la cengia Martini ed altre postazioni con un occhio di controllo verso il Sass de stria . Ma nel periodo invernale è sconsigliato salire perchè il rischio di trovare chiusa l’uscita dalla neve . Si salirà cosi dal sentiero che parte dal Passo Falzarego 2105 m, proseguendo nel primo tratto sul bordo pista e poi imboccato il sentiero salire sullo stesso sempre tenendo la pista a destra , RICORDO CHE LE PISTE DA SCI NON VANNO MAI ATTRAVERSATE , si sale su un pezzo di notevole pendenza dopo aver superato la quota di circa 2400 m, fino a raggiungere le praticabili rocette esposte a sinistra raggiungendo così in breve tempo la quota del Rifugio Lagazuoi , Per la discesa si scende dallo stesso 401 che parte da sotto il rifugio e scende verso forcella Val Travenànzes ,facendo il percorso a ritroso , per poi rientrare sul 402 e raggiungere l’auto, si può volendo scendere anche con la funivia anche se il prezzo è un pò caro.

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