Buongiorno , dopo un anno di sosta ho fatto di nuovo il mio calendario, non potendolo inviare per le dimensioni del formato 45 x 33 ,per chi desiderasse averlo metterò qui il file PDF per chi vorrà scaricarlo, naturalmente poi se lo dovrà stampare in qualche modo, o in qualche cartolibreria o da qualche fotografo.
Dopo essere saliti ad Auronzo , oppure a Cortina d’Ampezzo, si sale fino al Lago di Misurina poi si prosegue verso Dobbiaco fino a raggiungere e superare il lago di Landro, appena giunti al Hotel Tre Cime si trova sulla destra un ampio posteggio a pagamento che permette di imboccare diversi sentieri che salgono sia sul monte Piano 2306 m e Piana, che anche sulle Tre Cime di Lavaredo . Lasciata l’auto si prosegue per il sentiero interessato.
Descrizione
Una doverosa considerazione dev’essere fatta , si chiama sentiero dei Turisti ma non per questo si può prendere sottogamba, è un sentiero di tutto rispetto. Si parte dal lago di Landro 1406 m, in piena vista della Val della Rienza e Tre Cime, si sale dapprima sul fondovalle ghiaioso, letto fluviale, verso il ponte della Marogna dove inizierà la salita, molto panoraamica come del resto la via dei pionieri si sale su un crinale quasi a strapiombo nella valle di landro, la salita iniziale in mezzo a un boschetto con mughi , dove il sentiero si snoda e poi zizzagando sale fino a raggiungere un tratto esposto a slavine , su ghiaino fino anche abbastanza stabile ed alcuni passaggi con corde ma poco difficili per poi entrare nella parte più bella priva di vegetazione e con scalini in legno fisaati nella roccia e passaggi stretti sotto la cima del monte Piana 2324 m, si prosegue nel traverso fino a raggiungere la forcella dei Castrati 2272 m, situata tra le quote di Monte Piano e Monte Piana .
Ritorno
Il ritorno si può fare sia dallo stesso che dal sentiero dei Pionieri , anche se io vi invito eventualmente fare il contrario , cioè salire dal sentiero dei pionieri e scendere dal sentiero dei turisti.
Dopo essere usciti dall’autostrada a Montecchio Maggiore (VI), si prende la S.P. 246 verso Recoaro Terme. Giunti a Recoaro si prosegue dalla S.P. 99 per la località Merendaore. Si supera malga Ravo e si raggiunge, il Rifugio Alla Guardia, dove la strada si restringe fino al Passo di Campogrosso, ovvero al Rifugio Antonio Giuriolo Campogrosso dove si lascerà l’auto.
Descrizione
Lasciato il rifugio Campogrosso 1464 m, si prosegue verso la strada delle 7 fontane per circa 150 m fino a raggiungere il segnavia n.157, e la Madonnina a mezzo busto dove è riportata una frase molto significativa «che il Signore fermi le Guerre», ricordo inoltre che qui passava, l’antico confine Austroungarico segnato dai Grandi Cippi, entrati nel sentiero si nota sulla sinistra anche l’Anello Storico della Guerra, il sentiero si snoda nel boschetto attiguo al Passo Buse Scure 1475 m, il bivio porta sulla sinistra ad imboccare il n.144, che porta alla Guardia attraverso il Sentiero delle Mole, il percorso prosegue quasi in maniera circolare transitando sopra la cresta della Frana del Rotolon, raggiungendo l’omonima selletta del Rotolon 1523 m, dove parte il sentiero n.195 che sale sulle Creste del Fumante, il primo tratto molto bello e composto da trinceramenti del periodo bellico su ghiaioni e muretti a secco fino a raggiungere la base della Guglia Gei, dove un enorme spaccatura nella roccia permette di superarla e di entrare nel Giaron della Scala, mentre il sentiero si fa impegnativo aiutato per fortuna dal zig zag su un terreno prettamente detritico, e con discreta pendenza si continua a salire superando il bivio con il n.105 del Vajo scuro e continuando si raggiunge un piccolo pianoro a quota 1919 m, ovvero la Forcella Lovaraste , con una piccola deviazione di circa 15 minuti si potrà raggiungere la croce posta sulla cima del Lovaraste 1942 m, ammirando un teatro unico su tutta la valle Agno e le Piccole dolomiti verso la Catena delle Tre Croci , si prosegue con la risalita fino guadagnare la vetta della Cima Centrale 1983 m, si scende in mezzo alle guglie del Castello degli Angeli fino a raggiungere la testata del Prà degli Angeli, per poi risalire sulla sinistra fino a Forcella del Fumante 1905 m, e risalendo poi i ripidi ci si immette in una mulattiera a forcella Obante 2010 m, con uno scenario unico verso la valle del Revolto , con il rifugio Scalorbi 1767 m, sulla conca di Campobrun e sullo sfondo a destra il rifugio Pertica 1530m , e sulla sinistra la mulattiera che sale verso il passo delle lora e Sentiero dell‘Omo e la Dona, si scende fino a raggiungere il rifugio Scalorbi attraverso il 109-195 .
Ritorno
Normalmente il 195 viene usato come alternativa per salire sul Rifugio Fraccaroli quindi il ritorno si può fare dal 157 boale dei fondi , oppure dal 196, poi dal Pra degli Angeli sarebbe inoltre possibile rientrare dal 143 che dalla Gazza porta a Campogrosso passando per la località La guardia e sale attraverso il sentiero delle Mole , ma allunga di molto il percorso ,
Si sale verso località Sesto , sia che si passi da Auronzo oppure si salga direttamente a Sesto , evitando cosi di passare sia per Cortina d’Ampezzo che da Auronzo di Cadore e il lago di Misurina , raggiunto l’abitato di Moso si prende la Val Fiscalina fino a raggiungere un ampio posteggio a pagamento dove lasceremo l’auto e proseguiremo a piedi verso il Rifugio Fondovalle . Oppure direttamente a Sesto da Sappada senza così passare ne da Cortina d’Ampezzo ne da Auronzo , accorciando notevolmente i km in auto.
Descrizione
Si parte dal Rifugio Fondovalle 1548 m, il sentiero poco difficile e molto variegato , presenta una prima parte sul canale del torrente fino a una curva a sinistra dove un brusco aumento di pendenza lo porterà dentro una valle molto più stretta di quella del Sassovecchio a quota circa 1600 m, dove proseguirà ai piedi della cima Una e del Pulpito alto su tratti rocciosi , con una visione dal lato opposto delle famosa ferrata Strada degli alpini che passa sulla forcella Undici e la magnifica Croda Rossa di Sesto , man mano che si sale superata la parte ai piedi delle pareti si passa in un ghiaione , da dove si scorgerà la maestosa sagoma della Croda di Toni e sulla sinistra Forcella Giralba , un tornante secco ci porterà al Rifugio Zsigmondy-Comici 2224 m. Il sentiero diverrà meno ripido e proseguire su tratto prativo fino a raggiungere il Passo Fiscalino 2519 m e poi attraverso la mulattiera di guerra il Rifugio Pian di Cengia 2528 m dove lo scenario è mozza fiato , salendo a cima Fiscalina dietro il rifugio si potra ammirare un panorama incredibile sia verso il fondovalle che a 360°. Proseguendo ed allungando il percorso in circa 30 minuti sipotrà raggiungere il Rifugio Locatelli Innerkofler 2405 m.
Ritorno
Per il ritorno si può fare dallo stesso oppure proseguendo con il sentiero 102 verso forcella di Cengia 2522 m, e poi fino al Rifugio Locatelli Innerkofler 2405 m. passando per i laghi dei piani , poi si scende sempre attraverso il sentiero 102 Val Sassovecchio e scendere così fino al Rifugio Fondovalle 1548 m.
Cenni storici
l’8 giugno 1915 una compagnia di Alpini sale ed occupa con un plotone il passo Fiscalino , le Crode Fiscaline ed anche il Pulpito senza trovare resistenza si spingono con una pattuglia verso il Rifugio Zsigmondy-Comici lo trovano sgombro , verso le 20 si vedono alcuni grossi pattuglie austriache salire verso Forcella Giralba con alcuni colpi di artiglieria vengono dispersi e costretti a retrocedere , nel frattempo pare da alcune voci che gli italiani abbiano già occupato sia la Lista che il Rifugio Zsigmondy-Comici, così mandano Innerkofler , Piller e Rogger a controllare , salgono quindi a cima Undici ma il maltempo continuo gli impedisce di vedere bene ma in alcuni squarci riescono ad raccogliere dati sulle posizioni italiane. Nello stesso giorno nella testata della Valle si scontrano 2 pattuglie italiane con 2 austriache , inseguendole e mettendole in fuga , tre morti e tre gravemente feriti tra gli austriaci. Il giorno 9 gli Alpini occupano la forcella Cengia collegandosi cosi con gli altri che già presidiavano la zona del Passaporto . il 10 una pattuglia di alpino s’imbatte in una austriaca che sta salendo da Moso , 5 morti e gli altri si disperdono. L’11 gli alpini avanzano fino ad occupare la Lista cosi da sorvegliare l’intera zona , verso sera molti movimenti austriaci che trasportano materiali in direzione della terrazza ovest di cima Undici. Il 12 giugno l’eliografista alpino scorge un austriaco dal Pulpito che segnala attraverso l’alfabeto morse ” siamo completamente circondati dal nemico ci occorrono rinforzi ” , l’alpino fa fuoco colpisce il soldato austriaco , altri due occorrono ma cadono anche loro.
Il 24 giugno partono dall’albergo dolomiti 2 pattuglie con due rispettive guide Innerkofler e Forcher , il primo con l’incarico di portare la sua pattuglia oltrepassando la base della Lista 2413 m verso le rocce della Cresta Zsigmondy , si sale in notturna verso le ore 3 la pattuglia inizia le rocce della Cresta con la luna piena portandosi poi sulla Mitria 2788 m, per poter vedere gli italiani sulla Lista 300 metri più bassi . Mentre Forcher con la sua pattuglia sarebbe salito ancora una volta sulla cima una per poter controllare la Croda Fiscalina . La pattuglia di Sepp Innerkofler inizia a sparare sugli alpini che subito nn hanno capito cosa stesse accadendo, poi si sono messi a colpi di artiglieria verso gli austriaci , Sepp fu schivato di poco , arriva un secondo colpo a circa 10 metri sopra la pattuglia , ma austriaci si sono messi al sicuro le granate arrivano a circa 6-8 metri da loro . Allora Sepp chiese al tenete di proseguire lui solo per poi vedere se possibile anche gli altri . Saltando giù nel canalone una granata scoppia poco lontano dalla sua testa , comincia il fuoco di fucileria, venne la nebbia e potremmo finalmente muoversi , scendendo poi dal Vallon del Popera . Nel frattempo un grosso pattuglione austriaco è riuscito verso l’albeggiare a raggiungere le guardie italiane attestate sull’alta val Fiscalina , colte a fucilate furono costrette a ritirarsi abbandonando armi , munizioni e ferito.
QUESTO E UNA VIA NORMALE , CIOE UN ITINERARIO PER ALPINISTI O ESCURSIONISTI ESPERTI NON E PER TUTTI , CI VUOLE UNA OTTIMA PREPARAZIONE FISICA , ED UNA CONOSCENZA DELL’AMBIENTE ALPINO DI ALTA QUOTA , MOLTA ATTENZIONE VA DATA ANCHE ALLE CONDIZIONI METEO
Tempo di percorrenza: 3h30andata dall’attacco
Dislivello totale: 1000 m
Quota massima raggiunta: 3220 m
Rifugio di Appoggio: Rifugio Coldai – Rifugio Torrani
Avvicinamento
Dopo aver raggiunto il Palafavera ed aver lasciato l’auto si prosegue a piedi sulla carrabile sentiero 564 verso malga Pioda si imbocca sulla sinistra il 556 fino al rifugio Coldai Sonino 2132 m tempo di percorrenza circa 2h ,per poi proseguire verso il sentiero del Tivan 557, passando per i torrioni delle Zoliere quota 2184 m , fino a raggiungere Porta del Masarè 2420 m nei torrioni del Schenal del bech , si prosegue sempre nel sentiero Tivan fino al bivio a quota 2221 m , sotto la Crepa Bassa tempo di avvicinamento circa 4h dal Palafavera e circa 2h dal rifugio Coldai.
Si può anche salire da Pecol lasciando l’auto in Contrada Zorzi 1430 m, via più veloce ma priva di rifugio di appoggio, si sale sul sentiero 587 , verso Baito Civetta , mantenendo la destra fino a Col Grand 1927 m, ed imboccare il sentiero Tivan 557 , fino a quota 2221 m del bivio sotto la Crepa Bassa , in circa 2h30-3h00 .
La Via Normale
Percorso molto bello che porta in una delle più belle cime del Gruppo Moiazza Civetta , privo di difficoltà tecniche , qualche tratto attrezzato e in cui bisogna prestare un pò di attenzione , panorami e scorci mozzafiato sempre tempo permettendo. Si sale lungo il sentiero ai piedi delle rocette fino ad incontrare circa 400 metri dopo l’attacco della via composto da un piccolo risalto e dalla prima corda di acciaio, che sale con gradoni molto semplici in cui posizionare piedi e mani , ed una vista verso Zoldo molto bella, si prosegue fino a raggiungere un primo tratto pianeggiante per poi affrontare una corda di circa 25 metri del Passo del Tenente o Grunwald ,si continua a salire con tratti attrezzati ma poco difficoltosi grazie ai gradoni di roccia , e qualche traverso in cui prestare attenzione , spettacolare la composizione della roccia segnata dal tempo e dagli eventi atmosferici. Si entra in un canalone detritico passando sulla sinistra dello stesso ed affrontando una tratto leggermente più difficile , semplificato da chi ha le gambe lunghe , fino a raggiungere un caminetto di circa 4 metri per poi completare l’ultima parte più ripida , raggiungendo cosi gli ultimi 300 metri che portano al Rifugio Torrani 2984 m, in leggera salita, si prosegue praticamente su un sentiero detritico fino a raggiungere la vetta del Civetta a 3220 m , dove lo scenario incredibilmente unico a 360° riempie gli occhi ed il cuore di emozioni uniche e indescrivibili,
Ritorno
Per il ritorno si scende dalla stessa via , prestando molta attenzione sui tratti attrezzati , il tempo di discesa fino al bivio è di circa 1h30-2h , ricordo che dopo ci sono almeno altre 2h per rientrare all’auto , e quindi i tempi devono essere ben calcolati.
Si sale verso località Sesto , sia che si passi da Auronzo oppure si salga direttamente a Sesto , evitando cosi di passare sia per Cortina d’Ampezzo che da Auronzo di Cadore e il lago di Misurina , raggiunto l’abitato di Moso si prende la Val Fiscalina fino a raggiungere un ampio posteggio a pagamento dove lasceremo l’auto e proseguiremo a piedi verso il Rifugio Fondovalle . Oppure direttamente a Sesto da Sappada senza così passare ne da Cortina d’Ampezzo ne da Auronzo , accorciando notevolmente i km in auto.
Descrizione
Uno dei percorsi più belli per salire al Rifugio Locatelli Innerkofler 2405 m , si parte dal Rifugio Fondovalle 1548 m, il sentiero poco difficile e molto variegato , presenta passaggi molto belli nel suo primo tratto boschivo per poi salendo sempre privo di difficoltà su tratti rocciosi per poi culminare sull’Alpe dei Piani . Il tracciato sale su un terreno sassoso, ma piacevole in mezzo ad una vegetazione molto variabile , dai mughi alle pinete di abeti ,transitando sul lato destro di un piccolo torrente, mentre man mano che si sale si allontana dallo stesso nel punto in cui la pendenza inizia un pò ad aumentare senza mai divenire ostica e difficile, raggiungendo questo tratto si potrà notare la cascata proprio a ridosso del boschetto, dove anche la pendenza si farà un po più severa e sulle cengie circostanti si ammirerà la Cima Fiscalina e la Cima dell’Uno mentre giusto davanti si vedrà la croce de Paterno 2746 m. All’uscita del canalone a circa 2025 m lo scenario cambia ancora divenendo fatto di rocce e mughi, dove apparirà davanti la Torre di Toblin e il Sasso di Sesto teatro di cruente battaglie alla baionetta, per poi infine raggiungere il tratto prativo a ridosso dell’Alpe dei Piani e degli omonimi laghi, dove uscirà anche la sagoma delle Tre Cime di Lavaredo e il Rifugio Locatelli Innerkofler 2405 m.
Ritorno
Per il ritorno si può fare dallo stesso oppure proseguendo con il sentiero 101 verso forcella di Cengia 2522 m, e poi fino al Rifugio Pian di Cengia 2528 m , poi si scende sempre attraverso il sentiero 101 fino al Rifugio Zsigmondy-Comici 2224 m, per poi attraverso il 103 percorrere la Val Fiscalina ritornando all’auto.
Cenni storici
La notte del 27 agosto una compagnia di Alpini , una di Bersaglieri ed un plotone di Genieri , partono per un azione nella Valle Sassovecchio , passano sotto le posizioni austriache vicino i laghetti dei Piani , dopo aver tagliato i filo spinato sorge l’alba e non riescono procedere, la colonna viene bersagliata dal nemico dispergendosi tra i mughi mentre nella notte riescono a raggiungere la cascata del Rio. Nelle prime ore del 28 un plotone raggiunge sotto la cima dell’Una e le creste dell’alta val Fiscalina bloccando un reparto avversario , distrugge i reticolati , disturbando il nemico che stava lavorando in trincea , un’alpino avanzando cautamente a carponi attraverso i massi riuscendo a ghermire la piccozza del comandante nemico… La colonna tenta ancora ad avanzare supportata da una batteria da campagna posizionata sulla Forcella Pian di Cengia ed un pezzo posizionato sulla Forcella Camoscetto , ma nn riesce a sostenere il tiro delle batterie austriache , anche se la lotta risulterà vana , l’avversario e praticamente invisibili . La notte del 30 vengono raggiunti da un’altro plotone si prova ad inviare pattugli per stanare il nemico , ma risultano vane , conosce troppo bene le zone e snidarlo è impossibile di giorno i cecchini , i movimenti vengono visti e di notte il riflettore posizionato sulle Grande della Lavaredo sorveglia tutta la zona. Riescono ad occupare un torrione roccioso che verrà trasformato in un caposaldo avanzato chiamato Totenkopf dagli austriaci , Testa di Morto . Nel novembre del 15 gli austriaci decidono l’attacco per eliminare il caposaldo divenuto una fortezza al comando da un Tenente Bavare del Leibregiment ,tre esperti scalatori ed una squadra di Standschutzen . Lattacco e nella notte complice la nevicata e l’oscurità , mentre la foschia copre i loro movimenti, il tenete tedesco raggiunge la scala interna è mentre inizia la salita scorge due occhi nel buio , è un alpino , una lotta furibonda mentre l’alpino viene spinto nel burrone ma prima di cadere riesce a dare l’allarme , gli italiani occorrono e gli austroungarici sfuggono nel buio , trascorse alcune ore il tenente austriaco mentre dorme sulla tenda viene svegliato da un soldato per i continui lamenti , certamente era l’alpino caduto, il tenente ha ancora davanti gli occhi dell’alpino e non esita ad uscire per vedere di cosa si tratta, vede l’alpino con gli occhi chiusi che ogni tanto alza la mano ed invoca la mamma. Anche gli italiani sentono i lamenti e si organizzano per recuperarlo. L’ufficiale tedesco parte tentando di raggiungere l’alpino, in questo momento guerra ed odio nn esistono più , i cauti movimenti dell’ufficiale si avvicina al ferito :
Davanti al tenente , il soldato giaceva inerme con il viso contratto dal dolore No questo soldato nn è più il nemico , il tenente lo solleva delicatamente con le braccia e lo trasporta con passo deciso e tranquillo verso le linee nemiche a pochi passo dalla posizione italiana guarda l’alpino, i suoi occhi non erano più timorosi , ma profonda gratitudine . Un giovane era davanti a lui irrigidito nel saluto con voce alta disse “Grazie Camerata Tedesco”. L’ufficiale italiano accompagna il Tenente Tedesco verso la linea nemica arroccata sulla cresta Rocciosa , si arresta fece il saluto rimanendo con gli occhi fissi quasi aproteggerlo fino a quando nn rientra nelle proprie linee .
Fonte storica tratta dal Libro “Guerra in Ampezzo e Cadore” Antonio Berti , A cura di Tito e Camillo Berti , edizioni Mursia
Dopo essere saliti ad Auronzo , oppure a Cortina d’Ampezzo, si sale fino al Lago di Misurina poi si prosegue verso Dobbiaco fino a raggiungere e superare il lago di Landro, appena giunti al Hotel Tre Cime si trova sulla destra un ampio posteggio a pagamento che permette di imboccare diversi sentieri che salgono sia sul monte Piano 2306 m e Piana, che anche sulle Tre Cime di Lavaredo . Lasciata l’auto si prosegue per il sentiero interessato.
Descrizione
Questo sentiero è forse il più bello e panoramico che porta sul monte Piana 2324 m passando per il monte Piano 2306 m forse è uno dei piu antichi basti pensare che la ferrata sulla parte alta è stata ideata e costruita nel 1916 per poi essere risistemata nel 1980 , inizialmente piano salendo sul letto del torrente per poi attraverso le prime tracce di mulattiera sale zigzagando aumentandone poi la ripidità e presentando alcuni tratti con corda in acciaio fattibile anche senza imbrago, il panorama verso la valle e molto bello ed ampio su buona parte della sua estensione , man mano che si sale si restringe leggermente fino ad incontrare un punto poco lontano dalle creste in cui si trova un piccolo cimitero austriaco , e dove si possono scorgere sulla sinistra verso la val della Rienza , continuando poi a salire si raggiunge un tratto di via ferrata in cui è indispensabile l’imbrago ma è raggirabile sulla destra, per poi ricongiungersi quasi sulla vetta dove nel versante della Valle si scorge la centrale elettrica e l’arrivo della teleferica che parte dalla Val di Landro, numerose le postazioni ancora intatte prima di raggiungere la vetta del monte Piano , dove si trova anche la Croce di Dobbiaco.
Il rientro da questa via può essere fatto dal sentiero del turista che parte dalla Forcella dei Castrati e scende dallo stesso versante. Oppure dal versante opposto verso la val dei Castrati attraverso il sentiero 111 per poi entrare nel 108 della Val Rinbianco e poi attraverso il 102 della Valle della Rienza , raggiungendo così il punto di partenza .
Cenni storici
Il sentiero dei pionieri , fu tracciato molto prima del 1915 dall’esercito austroungarico per poter salire e fortificare il confine visto che passavo dalla forcella dei Castrati separando così il monte Piano (austriaco) dal monte Piana (italiano) , questo tracciato venne poi affiancato da una teleferica e un gruppo di baraccamenti per le truppe compreso anche un ospedale da campo ed una centrale elettrica, per alimentare i compressori per i martelli pneumatici usati per scavare il complesso sistema di trincee in quota, venne poi abbandonato per un lungo periodo , poi nel 1980 fu riaperto e mantenuto sempre nelle condizioni attuali.