Per raggiungere questo sentiero si può salire a Campogrosso e percorrendo il 170 che porta alla selletta Nord ovest che sale proprio di fronte al rifugio sotto le pareti della Madonna della Sisilla, si transita fino all’imbocco dello stesso dopo circa 30 minuti a piedi . Oppure lo si può prendere dal Passo Pian delle Fugazze , prendendo la strada delle 7 fontane si nota il segnavia che sale sulla sinistra che riporta il sentiero 170 Selletta nord ovest , superata di poco la selletta si incontra il bivio .
Questo sentiero e molto corto , ma e molto interessante sotto il profilo storico e con gli altri sentieri riporta un giro completo del gruppo del Sengio Alto , anche se devo dire sinceramente ci sono dei sentieri non segnalati molto interessanti , come anche del resto si può dire che il giro completo per tutti i sentieri non si può fare se non in 2 giorni . L’importanza storica del sentiero e dato dalle gallerie e dalle postazioni di tiro e mitragliatrici presenti nello stesso viene segnalato EEA perche presenta un passaggio attrezzato con corda fissa , ma che a mio avviso non presenta grosse difficoltà ma richiede pur sempre attenzione . Questo sentiero offre dei panorami molto diversi e non visibili percorrendo altri sentieri , il passaggio in galleria e in mezzo alle guglie ne accresce il suo fascino . Arrivati in cima al passo degli Onari un salto sul Monte Cornetto risulta d’obbligo a quota 1899 m dopo aver superato la ferratina di 20 metri molto facile , ma a vostra discrezione altrimenti proseguendo per il 149 si ritorna a Campogrosso .
Tempo di percorrenza del sentiero: 2h00 Forte Dosso delle Somme : 3h00
Dislivello totale : 500 m Forte Dosso delle Somme : 700 m
Quota massima raggiunta : 1488 m Forte Dosso delle Somme : 1670 m
Cartografia : CAI Valdastico e Altopiani trentini 1:25000
Descrizione
Dopo aver superato l’abitato di Serrada si scende la val Terragnolo si arriva fino a Piazza , da li sulla sinistra si trova il sentiero che sale prima ai Zencheri .
Lo si può raggiungere anche provenendo dalla Borcola e raggiungendo localita Piazza e risalendo in località Zencheri e poi attraverso prima i prati e poi il bosco si sale fino a Caserme , dove erano situati gli alloggiamenti delle guarnigioni austroungari che nel periodo della guerra del 1915-1918 .
Il sentiero non presenta difficoltà tecniche ed e una buona variante per fare sia il sentiero della Forra del Lupo che salire fino al Forte Dosso delle Somme , la discesa per il rientro si può fare sullo stesso sentiero oppure sul 140 che parte da Cogola .
Cenni storici
Questa sentiero e molto interessante sotto il profilo storico e umano di qui si transitava con le slitte per portare a casa il fieno per gli animali , quello che veniva tagliato in località Caserme , sulla Martinella e sulla zona del Forte Dosso delle somme , era l’unico modo per portare il fieno fino a Piazza tutti perciò dovevano utilizzare questo percorso . Durante la guerra fu costruita una strada militare , che venne molto in aiuto per la popolazione nel dopoguerra da li potevano passare carri trainati da cavalli , ed alcuni proprietari di terreni costruirono dei fili a sbalzo per portare in basso il fieno . Nel 55-60 ci furono numerosi cambiamenti grazie alle famiglie di Terragnolo che acquistarono un camion , ma negli anni 65 il procurarsi il fieno nella zona di caserme fini a causa di una epidemia di brucellosi e afta , la provincia di Trento obbligò i contadini ad acquistare mucche vaccinate vendendo le altre e svuotando così le stalle , così facendo l’erba non fu più tagliata ed il bosco prese il sopravvento .
Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 1h30
Dislivello totale : 410 m
Quota massima raggiunta : 1670 m
Cartografia : CAI Valdastico e Altopiani trentini 1:25000
Descrizione
Si sale in auto fino a Serrada frazione poco lontana da Folgaria situata circa a metà della Val Terragnolo , si lascia l’auto nel posteggio delle piste da sci e si scende verso il Ristorante Cogola , sulla sinistra si prende il sentiero che porta sulla Forrà del Lupo , io consiglio di proseguire il percorso fino a salire sul Forte Doss delle Somme .
Per il ritorno vi invito a fare il 136 altro sentiero molto bello che passa per il Dosso della Martinella e per le piste da sci che poi scendono fino a Serrada , inoltre si passa per il rifugio La baita Tonda molto bello e ideale per una piccola pausa per poi scendere fino a Serrada dove abbiamo messo l’auto .
Da località Zancheri
Esiste inoltre la possibilità di partire dalla località Zencheri percorrendo il sentiero 140 fino alla Cogola e poi imboccando il 137 per salire sulla Forrà , inoltre si può proseguire il percorso fino a salire sul Forte Doss delle Somme , ritornando indietro si arriva alle Ex Caserme e si scende per il 138 fino a ritornare in località Zencheri .
Per quanti invece abbiano messo l’auto a Zencheri si dovrà ritornare in località ex Caserme se si è salito dal 140 , per poter scendere dal sentier dei Trogari fino a Zencheri .
Percorso
Descrivere questo percorso non e mai semplice , non si tratta di una semplice trincea del periodo bellico , ma si tratta di un certosino lavoro di recupero di scalinate di anfratti , di scenari che sembrano usciti da una favola , non si possono spiegare a voce o semplicemente scrivendo , Bisogna andarci e salire in questo terreno che fu terra di confine e che in un certo senso ancora lo è , non mi stanche ro mai di ringraziare i volontari della Forrà quelli che hanno reso possibile questo itinerario unico nel suo genere …ma basta scrivere , cosa state aspettando , qui vi lascio dei link
Questo itinerario , e senza dubbio uno dei più belli che io abbia visto , non sono sufficenti le parole per parlare di questo percorso , ed anche le immagini se pur belle e prese da diversi punti di vista , sono riduttive …bisogna andarci per capire , quello che l’occhio vedrà sarà una cosa incredibile . Questo itinerario parte da Cogola presso Serrada e sale fino al forte Dosso del Sommo , conosciuto come Werk Serrada , la trincea si snoda all’interno di gole e antri quasi da favola , con panorami verso il Passo della Borcola , la Val Terragnolo e il Pasubio impressionanti ; ci mancano solo gli gnomi del bosco , a dire il vero ci sono : sono tutte quelle persone che hanno e stanno collaborando o che hanno collaborato per ripulire questa percorso , unica nel suo genere e che merita la giusta visibilità .
Ah dimenticavo , può capitare che la Forrà subisca delle variazioni durante l’anno perche i volontari sono sempre al lavoro e potrebbe capitare che ci siano nuove scoperte durante i lavori di ripristino .
Altipiano dei Cimbri centenario 1915-1918
Una lunga trincea di crinale, scavata tra alte pareti di roccia, fatta di feritoie, osservatori e caverne che si affacciano su strapiombi e ripidi pendii, in faccia al Pasubio, la montagna sacra della Grande Guerra. Questa è la Forra del Lupo, la stessa che il soldato Ludwig Fasser ha immortalato con la sua macchina fotografica e il pittore Albin Egger ha fissato coi pennelli sulla tela… mentre si attendeva l’assalto, la battaglia. Cent’anni dopo le emozioni del tempo si sposano con la quiete della natura, con la bellezza di incredibili panorami .
Cartografia : CAI Altopiano dei Sette Comuni 1:25000
VOGLIO SOTTOLINEARE L’IMPORTANZA DI QUESTA MAPPA COSI COSTRUITA PERCHE SE SI PENSA CHE PERCORRENDO IL SENTIERO DEI CIPPI E COMPOSTO DAL SENTIERO 869 IN ALCUNE SUE PARTI E 869B IN ALCUNE SUE PARTI .
Si sale fino ad Asiago e si prende la strada che porta a Gallio , dopo si prosegue verso Foza e superato l’abitato si sale verso il rifugio Marcesina , si continua a salire fino ad entrare nella Piana di Marcesina , si lascia l’auto nel posteggio dell’albergo Marcesina oppure proseguendo a sinistra su un posteggio vicino all’imbocco del sentiero . Questo a mio avviso anche se nella parte di metà percorso sarebbe la posizione più conveniente per poter visitare il sentiero dei Cippi , la visita di questi due itinerari viene consigliata in 2 giorni . Io li voglio dividere in 2 anche se sarò costretto a modificarne la numeratura del segnavia.
Si può con un’itinerario diverso dopo aver superato Foza proseguire per Enego ed usciti dal paese continuare fino a Chiesa di Frizzon dove parte il sentiero 869 , che sarebbe considerato quello dei cippi , ma da un osservazione più oculata si può notare che il cippo 28 sia in una posizione molto più avanzata dalla Chiesa di Frizzon . Quindi definire il 869 il Sentiero dei cippi non è corretto , la corretta definizione e data da una composizione dei due sentieri 869 e 869B ed alcune parti non segnalate ma che nella mia mappa vengono segnalate nella sua integralità e nella sua lunghezza , sia ben chiaro che per compiere la visita di tutto il sentiero ci vogliono più di 9 h di cammino .
Se si vuole coprire interamente il sentiero dei cippi percorrendo il 869 sappiate che metà cippi non si vedranno , stessa cosa dicasi per il 869B non si riuscirà a coprire tutti i cippi . Pertanto io provvedo a documentare il sentiero dei cippi come tale non tenendo conto della variazione del segnavia , sarà pertanto vostra la discrezione di imboccare il giusto segnavia . Ricordo inoltre che il sentiero non risulti ben segnalato in alcune parti importanti per l’orientamento e che bisogna in ogni caso valutare bene la lunghezza di questi due sentieri . E un vero peccato perche questo sentiero dei cippi di confine eretti nel 1752 sia fantastico , con un sottobosco e terreno adibito al pascolo molto bello e molto ben tenuto , ed panorami sulla piana di Marcesina , Valmaron e la Valsugana veramente unici e fantastici .
Se userete la mappa del CAI dell’Altipiano dei sette comuni sappiate che non e uno solo il sentiero da percorrere e che l’altro sarebbe usato per il ritorno , mettendo l’auto sulla piana di Marcesina percorrerete così meta sentiero dei cippi e il ritorno sul normale e lo stesso dicasi per la direzione opposta , a mio avviso la soluzione più bella e quella di partire dal cippo 28 situato sopra la chiesa di Frizzon per poi fare ritorno dall’altro , se eventualmente avete 2 giorni di tempo potretre suddividere i percorsi in due fasi : 1° fase i cippi dal 14 al 28 , 2° fase dal 13 al 1 sfruttando il ritorno dal sentiero opposto .
HO TOLTO IL NUMERO DEL SENTIERO IN QUANTO IL SENTIERO DEI CIPPI E UN SENTIERO COMPOSTO DA 869-869B PER TANTO MI RISULTAVA ERRATO PROPORLO INSIEME COSI FACENDO MI PARE RISULTI PIU COMPRENSIBILE L’APPROCCIO E IL PERCORSO , PER QUANTO RIGUARDA I SINGOLI SENTIERI LI PUBBLICHERO’ IN SEGUITO SEPARATI.
VISTO LA COMPLESSITA’ DI QUESTI SENTIERI E LA LORO LUNGHEZZA , LE SEGNALAZIONI IN ALCUNI CASI POCO CHIARE (E DALLA MIA MAPPA SI VEDE IL PERCHE’ ) HO VOLUTO CONTRASSEGNARE IL SENTIERO DI RITORNO SIA CHE SI VADA A DESTRA CHE A SINISTRA DAL PUNTO DI PARTENZA . MENTRE PER LE FOTO HO RIPORTATO SOLO I CIPPI . NEL POST CHE PUBBLICHERO IL SENTIERO VERDE PROVVEDERO AD AGGIUNGERE I SEGNAVIA AD OGNI BIVIO .
Cartografia : CAI Altopiano dei Sette Comuni 1:25000
Descrizione
Dopo essere salito ad Asiago nella zona dell’aereoporto , si sale verso contrada Rigoni e si prende la Val dei Giardini , passando per la casa Parrocchiale di Sant’Antonio da li si sale la valle fino ad arrivare ad un tornante con un divieto di accesso . Voglio ricordare che il problema più serio e quello dell’avvicinamento con l’auto sopratutto per la lunghezza della strada sterrata da percorrere circa 4 km , e che non si può percorrere con auto ad assetto ribassato .
Questo sentiero e abbastanza semplice non presenta difficolta tecniche e fisiche , non è molto lungo e compie un anello passando per la mina della Botte , bosco secco per poi trovare sulla cima dentro la piana di mughe e giusto sulla cengia strapiombante verso le terre More una postazione di artiglieria austroungarica molto interessante , mentre sulla parte verso la val Galmarara risulta con molti ruderi di baracche , la zona della mina della Botte era un deposito di munizioni che e scoppiato in maniera accidentale , il quale ha ben squarciato la montagna , poi si scende fino alla fontanella del gallo per poi passare sullo Scoglio della botte e scendere fino a ritornare al bivio .
Visto che il sentiero non e molto lungo si può salire fino al monte Forno per poter vedere i baraccamenti e le postazioni di quello che fu una delle basi logistiche dell’esercito austroungarico situato poco lontano dal bivio delle Terre More.
Monte Forno
Questo monte fu parte della linea delle alture ed era uno del caposaldo di massima importanza , la 29° divisione di fanteria della brigata Arno concorrendo all’azione del 52° divisione alpina con lo scopo di raggiungere il corno di Campo Bianco e la Val Galmarara , l’attacco non ebbe buon fine anche perche la nostra artiglieri non presto il giusto sostegno all’attacco reso difficile anche dal 4° plotone mitraglieri che con due armi difenderono , ma i fanti della brigata Arno si posizionarono sulla selletta minacciando l’opposto versante , tale posizione avrebbe aperto un varco nelle linee nemiche non indifferente mettendo in crisi il nemico , solo l’intervento di due plotoni austroungarici impedi il superamento della linea nemica . Il comando della 6° divisione austroungarica provvide immediatamente nei giorni successivi a fortificare le due posizioni delle cime del Monte Forno e Chiesa facendole diventare autentiche fortezze sia con sistamazioni in baracche che con gallerie armandole anche di pezzi da 37 mm divenendo cosi un’autentico ed inespugnabile caposaldo , vi sono ancora visibili le fortificazioni di allora.
Cartografia : CAI Altopiano dei Sette Comuni 1:25000
Descrizione
Dopo essere salito ad Asiago si procede verso Gallio , da li si risale la valle verso Campomulo superato anche Campomuletto si mantiene la sinistra per Malga Fiara , poi si prosegue sempre su strada sterrata fino ad arrivare in piazza delle Saline , da li mantenendo la sinistra si può arrivare al posteggio situato poco sopra a Busa della Pesa. Oppure si può lasciare l’auto anche in piazza delle Saline . Voglio ricordare che il problema più serio e quello dell’avvicinamento con l’auto sopratutto per la lunghezza della strada sterrata da percorrere , e che non si può percorrere con auto ad assetto ribassato .
Questo itinerario molto bello ed interessantissimo sotto il profilo storico , non richiede una preparazione fisica e tecnica eccezionale , ma bensi una discreta conoscenza di questa parte di altipiano teatro di sanguinose battaglie anche se parte di questo percorso e sulla linea definita delle alture ovvero le zone logistiche e di comando dell’esercito austroungarico , da molte di queste posizioni si possono vedere i trinceramenti e le postazioni dell’avversario da diverse prospettive . Questo percorso assieme a 841 – 840 – 830 – 835 – Monte Chiesa – Monte Ortigara – Anello piazzale Lozze – cima XII – cima Portule completano la visione del complesso sistema del Ortigara , e riescono con un approfondimento cartaceo a dare utili informazioni …PER NON DIMENTICARE E PER FAR SAPERE …
Qui ho aggiunto dei cenni storici , ma raccontare la battagli dell’Ortigara non e affare semplice , ed abbisogna di continui approfondimenti . A voi spetta questo onere .
Una curiosità : Un episodio rinvenuto nell’inverno 1916-1917 durante una grande nevicata tra alpini della 62° compagnia btg Bassano soldato Marco Ambrosini e austriaco Karl Fritz di Graz, già del 27° reggimento “Re del Belgio” , si scambiarono pane , sigarette nella zona neutra durante una tregua d’armi , Ambrosini rubò il segone per la legna al nemico . I due si incontrarono ad Asiago e rievocarono l’episodio diversi anni dopo. Posando una targa con il segone cementato e visibile nella parte alta della lapide .
Cenni storici
Monte Forno
Questo monte fu parte della linea delle alture ed era uno del caposaldo di massima importanza , la 29° divisione di fanteria della brigata Arno concorrendo all’azione del 52° divisione alpina con lo scopo di raggiungere il corno di Campo Bianco e la Val Galmarara , l’attacco non ebbe buon fine anche perche la nostra artiglieri non presto il giusto sostegno all’attacco reso difficile anche dal 4° plotone mitraglieri che con due armi difenderono , ma i fanti della brigata Arno si posizionarono sulla selletta minacciando l’opposto versante , tale posizione avrebbe aperto un varco nelle linee nemiche non indifferente mettendo in crisi il nemico , solo l’intervento di due plotoni austroungarici impedi il superamento della linea nemica . Il comando della 6° divisione austroungarica provvide immediatamente nei giorni successivi a fortificare le due posizioni delle cime del Monte Forno e Chiesa facendole diventare autentiche fortezze sia con sistamazioni in baracche che con gallerie armandole anche di pezzi da 37 mm divenendo cosi un’autentico ed inespugnabile caposaldo , vi sono ancora visibili le fortificazioni di allora .
Conca delle Pozze
Anche a conca delle Pozze che era situata tra il monte Forno ed il Monte Chiesa era da considerarsi un punto strategico , in quanto la sistemazione tattica e difensiva poteva garantire una protezione fondamentale sopratutto per la conformazione del terreno . Vennero quindi costruiti dei baraccamenti negli avvallamenti garantendo cosi sia la difesa che il riposo , da come era considerato il periodo che dopo 4 anni di guerra si cercava di dare alle truppe quel per quanto possibile riposo sia fisico che morale , in questi baraccamenti si può notare la grandezza di tale sforzo . Anche nell’inverno del 1916-1917 che fu molto difficile le truppe qui dislocate furono in grado di sopravivvere in condizioni accettabili ma anche di completare audadi attacchi agli italiani attraverso tunnel scavati nella neve . Il 27 rgt Konig der Belgier e il 17° rgt Kronprinz furono i fautori di molto costruzioni in quota garantendo un’esemplare organizzazione .
Monte Chiesa
Questo monte era di importanza cruciale e centro logistico del 17° Rgt di Fanteria Kronprinz Sloveno che lo hanno potentemente fortificato e reso inaccessibile , a causa della sua conformazione rocciosa non venne mai preso dagli italiani e faceva parte di quella linea denominata ” delle alture ” che partiva da Monte Mosciagh , Zebio , Colombara , Buse magre di Galmarara , Monte Forno , Monte Cucco di Pozze , Monte Campigoletti , fino a Monte Ortigara , ancora oggi si può vedere tutto il camminamento ben visibile . L’unica parte della Linea delle alture che fu conquistata dagli italiani il 19/6/17 dagli alpini della 52° divisione e stato il monte Ortigara ma venne perduta dopo 6 giorni .
Cimitero di monte Campigoletti
Il cimitero austroungarico di monte Campigoletti raccoglieva le salme di 23 ufficiali austriaci e 400 soldati italiani . Cimiteri se ne sono trovati circa 41 sparsi nella zona di guerra , ma erano molti di piu in maggior parte piccoli , ma anche da cento , duecento anime ce n’erano anche diversi in fosse comuni . Tanti ospedaletti da campo avevano vicino il suo cimitero , tutti questi corpi sono stati riportati ad Asiago al Sacrario del Leiten dove possono riposare in pace .
Regina della Pace Ti supplichiamo affinchè non possano ripetersi i drammatici ed estremi sacrifici che in questi luoghi avvennero nel conflitto 1915-1918 l’amore e la concordia regni sempre tra tutti . I tuoi Figli
Dolina del circo
Questa dolina situata sul monte Ortigara fu il fulcro logistico del sistema Ortigara – Le Pozze nonostante i numerosi baraccamenti furono distrutti durante le prima fasi di bombardamento le caverse ovviamente resistettero , la linea di trinceramenti costruita da 6° divisione comandata da Mecenseffy costitui un capolavoro di resistenza e di difesa , fu rinforzata con abbondante cemento armato impedendo cosi vista la sua posizione avanzata lo sfondamento della linea Coston dei Ponari e Val dell’Agnella , come riporta il fonogramma del Ten. Col. Seydl dai Campigoletti : “L’odierna giornata di combattimento ha prodotto i seguenti risultati : il nemico ha preparato il suo attacco con un incredibile spiegamento di mezzi e forze … Sono state individuate due direzioni di attacco .Un cuneo ha puntato la fortificazione presso la dolina del circo e l’opera Mecenseffy .L’altro di sfondare lo sbarramento a valle , quando ad un certo punto la nebbia si e dileguata le due colonne si sono ritrovate sotto il fuoco difensivo dai fianchi , spingendo cosi ad una ritirata molto disordinata …le perdite del nemico per quanto la visibilità sia scarsa sono state molto consistenti .Davanti alla sola postazione circolare giacciono 150-200 italiani , in parte uccisi ed in parte feriti…”
Monte Ortigara
Quella dell’Ortigara fu una delle più cruente e sanguinose battaglie sulle nostre montagne dove l’impiego di uomini e mezzi fu veramente grandissimo , quasi esagerato ma molte saranno le perdite umane per il gigantesco uso di artiglieria , le nostre forze erano di circa 200000 uomini , 12 divisioni di fanteria , 24 battaglioni di alpini , 152 batterie ( cannoni ) pesanti . 71 Batterie artiglieria da campagna , 38 batterie artiglieria da montagna , 6 batterie someggiate e 58 batterie di Bombarde , per un totale di 1700 bocche da fuoco .
Il grandissimo lavoro eseguito nei trinceramenti quasi 30 km di trincee , 20 casematte in cemento , 180 baracche per la truppa , 7 baracche per i comandi , e 40 baraccamenti per i muli una delle parti più importanti per i viveri e i munizionamenti , nonostante fossero raddoppiate le teleferiche , la lotta più dura e stata con la neve ed il freddo , la neve raggiungeva punti anche alti 10 metri agli incroci delle gallerie erano messe delle indicazioni per non sbagliare strada c’erano quasi 30 km di gallerie sulla neve .
Alla fine le perdite furono altissime , tra gli italiani 280 ufficiali e 21000 soldati morti , e 430 prigionieri , mentre tra gli austriaci 307 ufficiali e 8900 soldati e furono fatti 980 prigionieri .
Tempo di percorrenza del sentiero: 1h30 Da Piazza delle saline : 2h00
Dislivello totale : 250 m Da Piazza delle saline 350 m
Quota massima raggiunta : 2061 m
Cartografia : CAI Altopiano dei Sette Comuni 1:25000
Descrizione
Dopo essere salito ad Asiago si procede verso Gallio , da li si risale la valle verso Campomulo superato anche Campomuletto si mantiene la sinistra per Malga Fiara , poi si prosegue sempre su strada sterrata fino ad arrivare in piazza delle Saline , da li mantenendo la sinistra si può arrivare al posteggio situato poco sopra a Busa della Pesa. Oppure si può lasciare l’auto anche in piazza delle Saline . Voglio ricordare che il problema più serio e quello dell’avvicinamento con l’auto sopratutto per la lunghezza della strada sterrata da percorrere , e che non si può percorrere con auto ad assetto ribassato .Il sentiero 839 per salire su questo monte non presenta particolare difficoltà , ma un consiglio ve lo voglio dare , non siate frettolosi e soffermatevi a visitarlo con accuratezza , ammirate la grandezza di quelle opere belliche che hanno lasciato il segno in questo campo di battaglia , osservate con quanto sacrificio in quei tempi 1915-1918 sia stato curata la parte logistica di questo luogo , come del resto anche ce ne siano altri nello stesso percorso , ma visto la grandezza storica ed umana di questo monte ho voluto pubblicarlo come un post singolo approfondito , senza inserirlo nel sentiero 839 . Ricordo che passando davanti al monte Forno anche li si presenta con molte baraccamenti e postazioni in quota , una visita tempo permettendo sarebbe molto interessante .
Cenni storici
Monte Chiesa
Questo monte era di importanza cruciale e centro logistico del 17° Rgt di Fanteria Kronprinz Sloveno che lo hanno potentemente fortificato e reso inaccessibile , a causa della sua conformazione rocciosa non venne mai preso dagli italiani e faceva parte di quella linea denominata ” delle alture ” che partiva da Monte Mosciagh , Zebio , Colombara , Buse magre di Galmarara , Monte Forno , Monte Cucco di Pozze , Monte Campigoletti , fino a Monte Ortigara , ancora oggi si può vedere tutto il camminamento ben visibile . L’unica parte della Linea delle alture che fu conquistata dagli italiani il 19/6/17 dagli alpini della 52° divisione e stato il monte Ortigara ma venne perduta dopo 6 giorni .
Dopo l’arresto della Strafexpedition le truppe dell’esercito Austroungarico ripiegarono in posizioni verso il Monte Zebio e la Val D’Assa mentre i reparti del 17 rgt Kronprinz Sloveno crearono il sistema difensivo posto sul monte Chiesa e la relativa organizzazione delle linee di retrovia con baraccamenti , ricoveri sia fuori che in caverna di grandissima importanza come il Thurmau tunnel , ed e stato proprio per la realizzazione di queste opere , per la morfologia del terreno e la grandezza di questo monte che gli italiani non riuscirono mai ad attaccarlo . Fu creata anche la Otto strasse che attraverso la Karl strasse collegava il monte Chiesa con la Busa del cavallo e sopratutto con l’altra Base Logistica di Campo Gallina qui passava anche la teleferica che poi era diretta a monte Campigoletti .
Il Thurmau tunnel
L’imponente sistema di gallerie e postazioni creato ed a lui intitolato , al comandante del reggimento Coll. Hugo Ventour Von Thurmau che garanti una resistenza ed un controllo logistico di importanza vitale . La galleria e imponente sia per il collegamento tra le baracche , che per alcune postazioni con una cannoniera che puntava verso il coston dei Ponari e in direzione del Campanaro con la relativa camera di osservazione . Mentre presentava anche una galleria che portava in due postazioni da mitragliatrici ed un osservatorio blindato in cemento . Poi e stato dotato di una scala che porta ai camminamenti superiori , con trincee di prima linea che seguono il lato orientale del pendio .
Busa del Giasso
Si tratta di una conformazione rocciosa generata dalle caratteristiche morfologiche del terreno , un buco enorme in cui la presenza di ghiaccio perenne forniva un ottimo luogo di refrigerio ma sopratutto per poter conservare molto bene le derrate alimentari che avevano problemi di deperibilità creando così in magazzino naturale a riparo anche dai colpi del nemico in quanto la Busa e molto riparata , gli sloveni del 17° reggimento lo sfruttarono fino al tardo autunno del 1917 , vista anche la loro posizione logistica e di comando situata sulla dolina degli sloveni ed il comando di Rgt. di li poco lontano.
La dolina degli Sloveni
La dolina degli Sloveni come altri avamposti logistici , e un sistema di baraccamenti adibiti alle truppe fornite di ricoveri in baracche ed in roccia , fornite da tutti i servizi di cui hanno bisogno , la presenza di molti baraccamenti di questo monte ne testimonia la grandezza . Questa dolina a forma molto circolare con i baraccamenti posti sul lato rivolto al nemico perciò molto protetti era in grado di dare ricovero e rifornimento ad una compagnia . Era così chiamata perche la maggior parte dei soldati del Kronprinz dell’esercito austroungarico erano tutti reclutati dalla Slovenia . Fuori dalla baracca principale presenta una lapide in onore di chi ha combattuto cioè la 2° Compagnia da Campo dell’imperiale e Regio 17° Rgt di Fanteria Kronprinz scritta in sloveno (dedicato al monte Triglav la montagna “simbolo ” per i Sloveni ) :
In mezzo alle rocce , in cima ai monti . Il reggimento Kronprinz si incorona di gloria . Triglav , nostra casa , tu fonte di lacrime . Per te combatte tenacemente con devozione.
Cartografia : CAI Altopiano dei Sette Comuni 1:25000
Descrizione
Per imboccare questo sentiero dopo essere salito ad Asiago si prosegue prima per Camporovere e poi si imbocca la strada che porta verso Trento passando da Lavarone , dopo essere usciti dall’abitato di Camporovere si incontra una stradina sterrata sulla destra che sale la Val Gamarara , si prende e si sale per circa 4-5 km una strada non in buone condizioni ma basta andare piano , e non avere la macchina bassa ; si incontra prima la Malga Galmaretta li si potrebbe mettere l’auto ma salendo più in su si arriva a malga Galmarara , si lascia l’auto finalmente e si parte a piedi io ho preso la sinistra dell’anello.
Più che sentiero si tratta di una carrareccia abbastanza larga ed e praticabile a tutti , il primo tratto e abbastanza monotono e varia da pascoli a zona boschiva che credo sia molto bella nel periodo di massima fioritura primaverile , ma per il resto e abbastanza noiosa fino ad arrivare nel crinale e sopratutto nella discesa fino alla Eugen Strasse nel bivio dei Monumenti , da li i panorami cambiano e ci si addentra in quella parte di percorso che e la zona di Campo Gallina di massima importanza per il periodo storico 1915-1918 essendo la base logistica della 6° Divisione Austroungarica comandata dal Gen. Arthur Von Mecenseffy li si possono notare tutte le costruzioni , ricoveri e quant’altro e di poter capire l’importanza di tale sito , si sale fino alla sommità di selletta Mecenseffy dove si nota una lapide riportante i fatti e sopratutto la teleferica di monte Pallone raggiungibile in 1h tra andata e ritorno , ma per cui e indispensabile un certo senso di orientamento per poterla trovare , si prosegue passando per la zona dove e stato ucciso il Gen. Arthur Von Mecenseffy per poi arrivare attraverso la Karl Strasse al famoso Bivio Italia , per poi attraverso un sentiero in mezzo alle mughe ed a pascoli ridiscendere al bivio di passo Galmarara
Cenni storici
Bivio Monumenti
Dopo la costruzione di questa strada la Eugen Strasse e la succesiva Karl Strasse e poi della Zoviello Strasse , questo bivio dei Monumenti divenne un punto nevralgico del sistema . La 6° divisione austroungarica che aveva approntato il sistema logistico qui e a Campo Gallina scavarono una imponente galleria adibita al deposito munizioni visto che qui terminava la teleferica 14 proveniente dalla Val D’Assa e la 13 per Campo Gallina .
Base Logistica Campo Gallina
La primavera del 1916 dopo la cosidetta spedizione punitiva , Strafexpedition questa base assunse un’importanza vitale per l’esercito austroungarico fu continuamente ampliata perche ebbe poi un ruolo fondamentale nella Battaglia dell’Ortigara del giugno 1917 . La base comprendeva un parco veicoli molto grande situato verso la zona Monumenti , un ospedale da Campo , numerose baracche e depositi , era servita da una teleferica che saliva dalla Val D’Assa , nella parte superiore c’era una Chiesetta e un approvvigionamento idrico , avevano le prese d’acqua che salivano dalla Val Renzola . Fu sede del comando della 6° divisione di fanteria Austroungarica affidato al Gen. Arthur Von Mecenseffy fino alla sua morte sul campo di battaglia . Campo Gallina era considerato un obiettivo di fondamentale importanza per gli italiani , che concentrarono il fuoco delle artiglierie ed aeree sulla base che costituiva il cuore della logistica austriaca . Gli austriaci dovettero a questa base il fatto di reggere la linea difensiva di Monte Colombara – Monte Forno – Monte Chiesa – Monte Ortigara.
Chiesetta di Campo Gallina
Fu costruita in legno dai soldati della 6° divisione , alla fine della guerra fu smontata e portata a Roana , per sostituire la Chiesa parrocchiale distrutta dall’artiglieria italiana nella guerra . L’altare originale e ancora conservato all’interno della chiesa di Roana
Lapide di Gen. Arthur Von Mecenseffy
Il Gen. Arthur Von Mecenseffy , cadde il 6 ottobre del 1917 a quota 2055 sulla Karl Strasse poco lontano dal bivio Italia mentre stava rientrando in auto da una ispezione del fronte ferito mortalmente da una granata italiana che centrò in pieno la sua auto .
Comando 6° Divisione
Fu costruita nella parte alta di Campo Gallina sopra la Chiesetta un complesso sistema in quota per i comandi logistici ed tattici sia della 6° divisione di Fanteria che della 6° Brigata di Artiglieria Campale . Dal Giugno del 1916 fino all’autunno del 1917 la divisione comprendeva : 12° Brigata composta dal 20°e il 7° Feldjager ed il 17° Reggimento Kronprinz , e la 11° Brigata composta dal 27° Reggimento Konig der belgier ed il 2° Reggimento Bosno-erzegovese , dopo aver partecipato alla Battaglia dell’Ortigara la divisione partecipo ad altre battaglie sulle Melette di Gallio , poi fu ritirata dal fronte per le troppe perdite subite .
Teleferica di Monte Pallone
A quota 2160 avveniva lo smistamento delle teleferiche che salivano sopratutto dalla Valsugana , la più importante e nevralgica era quella che saliva al monte Pallone e che attraversava in cresta attraverso una galleria lunga circa una 40 di metri , ancora in buone condizioni e che permetteva di attraversare il monte portando del materiale verso l’ Ortigara , nella Busa delle Contese . Trovarla non è proprio semplice ma basta un po di orientamento e una cartina .
Cartografia : CAI Altopiano dei Sette Comuni 1:25000
Descrizione
Ci sono due vie per salire questo sentiero ed al Forte Campolongo , si può salire da Cogollo del Cengio passando per Tresche conca e proseguire fino ad Albaredo per poi imboccare la Val Martello , ovvero la via che porta a l’istituto Elioterapico di Mezzaselva . Oppure salire da Pedescala passando per Castelletto e superato l’abitato di Rotzo salire per la Val Martello , ovvero la via che porta a l’istituto Elioterapico di Mezzaselva .Superato il bivio con l’istituto , si prosegue fino ad arrivare in Spiazzo Garibaldi dove inizia il sentiero 810 . Io sono partito dallo spiazzo Garibaldi e credo sia la cosa più bella da fare (ma si può anche salire e scendere dal Rifugio Campolongo se si vuole fare meno fatica in circa 1h20 ), si sale in un sottobosco unico nel suo genere con una flora e una fauna che vi farà compagnia per tutto il viaggio , la salita e praticabile a tutti ed arrivati sul crinale la visione appaga qualsiasi sforzo , sempre tempo permettendo ci si può fermare ed ammirare il panorama che varia dalla spaziosità della Val D’astico , allo Spitz di Tonezza , al Cimone , il Forte Campomolon per poi ammirare sullo sfondo il Pasubio e le Piccole dolomiti , si continua a salire su questo sentiero diventato ormai carrareccia fino ad arrivare sul Forte Campolongo , DA VISITARE perdendo il tempo che ci vuole visto la maestosita dell’opera , e quella del suo recupero , ammirando ancora di piu il suo omonimo Forte Verena . Poi la discesa verso il rifugio Campolongo anch’essa molto bella in un sottobosco incantato per passare nella Caverna del Sieson , una voragine carsica profonda 96 metri , per poi continuare in un percorso pianeggiante fino al pascolo prativo del Rifugio Campolongo , poi scendendo a fianco della strada si raggiunge lo Spiazzo Garibaldi
Ci sono due vie per salire al Forte Campolongo , si può salire da Cogollo del Cengio passando per Tresche conca e proseguire fino ad Albaredo per poi imboccare la Val Martello , ovvero la via che porta a l’istituto Elioterapico di Mezzaselva . Oppure salire da Pedescala passando per Castelletto e superato l’abitato di Rotzo salire per la Val Martello , ovvero la via che porta a l’istituto Elioterapico di Mezzaselva .Superato il bivio con l’istituto , si prosegue fino ad arrivare in Spiazzo Garibaldi dove inizia il sentiero 810 circa 1h15, per chi invece vuole farla più corta può salire fino al Rifugio Campolongo e salire dal sentiero 810 circa 45 minuti . Si può anche compiere tutto il giro ad anello di circa 2h10 , poi dipende da quanto ci si ferma al Forte , che merita di essere visitato bene.
Cenni storici
Il forte Campolongo e stato costruito negli anni tra il 1908-1912 , su un costone roccioso dominante la sottostante Val D’Astico a quota 1720 , una costruzione molto simile a quelle del Forte Verena ed erano considerate le migliori opere fortificate della linea Italiana . L’opera blindata ormai totalmente ricostruita si rivela molto interessante e strategicamente molto ben riparata , e si possono osservare ancora integre ed in parte ricostruite le cupole di alloggiamento dei pezzi , le cisterne di acqua potabile la galleria di collegamento con gli alloggi , le varie polveriere posizionate nella parte che guarda verso la val D’Astico per essere più riparate .
Il forte presentava delle difese naturali a a sud e Ovest mentre a nord ed Est con il muro di cinta ed il fossato di gola , presentava edifici sia fuori che dentro le mura , era costruito su pui piani nel blocco batterie , con sotto posizionati gli alloggi e le polveriere , la struttura poteva sembrare poco robusta viste le tecniche di costruzione del periodo ma numerosi esami e emerso che l’edificio presenta dei particolari tecnologici come le condutture di rame di collegamento tra osservatorio e batterie , i sistemi di ventilazione per i gas di scoppio , ed anche un sistema a carboni attivi per purificare l’acqua piovana.
Il forte oltre ad essere dotato delle 4 mitragliatrici per la difesa ravvicinata , aveva 4 moderni cannoni da 149 in acciaio in cupole corazzate girevoli da 18 cm di spessore , il suo periodo di attività fu lo stesso del forte Verena e le sue cupole orientate contro il forte Campo Luserna , la Viaz e la Oberwiesen non che sulla Val D’Astico sia con i 4 cannoni da 149A , da 4 vecchi cannoni ad affusto rigido da 75 mm che con Obici da 280 mm schierati nelle vicinanze del forte . Il forte fu battuto da diverse posizioni che con la Strafexpedition sopratutto dalla dorsale di Costa Alta dove un Mortaio da 305 mm austroungarico lo danneggiò notevolmente nel luglio del 1915 lo stesso mortaio che colpì anche altri nosti forti . Inoltre fu preso di mira anche dal famoso Mortaio Skoda da 381 mm conosciuto come Barbara , appostato sulla zona di Millegrobbe nell’altipiano di Lavarone . Comunque i danni più grossi li fece il 305 mm e un 420 mm appostato a Malga Laghetto che aveva l’ordine di tirare sulle linee nemiche per proteggere l’avanzata. Il Campolongo risulto molto danneggiato ma senza subire perdite umane , venne sgomberato dalla guarnigione che riusci anche a mettere in salvo i restanti tre obici superstiti.