Cartografia : Edizioni Zanetti – n°104 Cortina e Dintorni 1:25000
ATTENZIONE QUESTE VIE FERRATE PRESENTANO PARETI VERTICALI CON DIFFICOLTA VARIABILE , CHE VANNO DA UN PASSAGGIO SEMPLICE ORIZZONTALE A SALITE DIFFICILI , IN OGNI CASO E OBBLIGO L’USO DEL CASCHETTO IMBRAGO E SET DA FERRATA E MEGLIO ANCHE I GUANTI .
Come Raggiungere
Per raggiungere la partenza di questo itinerario è necessario raggiungere dapprima il passo Falzarego per poi salire al rifugio Averau , e sulla sinistra si noterà il segnavia della Via ferrata, eventualmente si può salire anche con la seggiovia fino al rifugio Averau.
Per chi è molto preparato si potrebbe salire anche dal passo Giau, facendo prima la ferrata Ra Gusela, poi raggiunto il Nuvolau 2575 m, scendere fino al rifugio Averau, ed imboccare il sentiero.
Si può anche salire fino al rifugio Scoiattoli con la Seggiovia e poi attraverso il sentiero 439 abbastanza semlice salire fino al Rifugio Averau
Descrizione
Il sentiero parte dal piccolo spiazzo del rifugio Averau e sale con poco pendenza per circa 15 minuti finche l’aumento di pendenza repentino porta all’attacco della via , la via e corta e non presenta difficoltà , per questo risulta molto trafficata, un primo tratto di una decina di metri con pietra un pò scivolosa, un passaggio in un camino stretto anche raggirabile dal pezzo che sale dritto usato anche in caso di traffico , salita questa parte raggiunto un traverso orizzontale si entra in un camino più lungo ma aperto per poi raggiungere il tratto finale , tutto il tracciato è di modesta difficoltà , ma per chi non pratico di ferrate dev’essere valutato singolarmente. L a visione in vetta a 2649 metri è mozzafiato a 360 °. Praticamente lo stesso panorama dal rifugio Nuvolau , solamente più aperto alla visione.
Il ritorno
Il ritorno viene fatto a ritroso attendendo in base al traffico presente sulla parte attrezzata che essendo di modesta difficoltà è molto trafficata.
QUESTA FERRATA E’ L’IDEALE PER UN PRIMO RAPPORTO CON LE VIE ATTREZZATE, PURCHE VENGANO ESEGUITE ASSIEME AD ISTRUTTORI, GUIDE , ACCOMPAGNATORI ABILITATI E CAPACI CHE POTRANNO VALUTARE ANCHE L’EFFETTIVA CAPITA’ DEGLI ESCURSIONISTI.
Pensiamo di poter esprimere con le nostre parole tutte le nostre emozioni, niente di più sbagliato, le emozioni si devono vivere con le mani, gli occhi, la bocca, e con l’anima, per poter raggiungere il profondo del cuore. Luke
Un grosso ringraziamento a tutte le educatrici , OSS ed infermieri , volontari eccetera . Per questa mia piccola ma grande iniziativa che mi ha permesso di entrare nel campo delle RSA della nostra zona, ed a loro tutti i nonnetti che sono loro il vero motore di tutto questo…grazie a tutti veramente .Luciano cailotto
Esistono persone che credono di leggere negli occhi dei propri interlocutori il dolore della loro anima , ma nn sono in grado di vedere nemmeno attraverso un barattolo di vetro se è pieno o vuoto …purtroppo quelli che lo sanno fare sopportano un peso molto maggiore , ma saranno in grado ci dirti quelle parole che placheranno il tuo silenzioso dolore. Luke
Ci sono nella zona delle realtà che meritano visibilità, come del resto nei rifugi alpini, può essere bello il rifugio, ma queste piccole realtà sono fatte di persone, accoglienza, amicizia, semplicità…valori radicati dalla notte dei tempi, ma percepiti e tramandati ormai da troppo pochi, qui su questo piccolo paradiso c’è chi si è messo in gioco perchè se si vuole ottenere qualcosa dalla vita bisogna anche muovere le braccia, e qui sta succedendo tutto questo …ed io nel mio piccolo voglio ringraziare chi porta avanti queste cose . Luciano
Chi siamo
Siamo una piccola e giovane realtà in provincia di Vicenza.
Il nostro progetto di recupero inizia nel 2021 acquistando una casa in una contrada posta sopra al territorio di Valli del Pasubio che era in stato di abbandono ripulendo e risistemando le abitazioni e i prati e ricreando orti e frutteti con piante di varietà antiche e praticando orticoltura biologica food forest.
Pratichiamo la silvicoltura curando e ripulendo i prati e i boschi.
Alleviamo ovini e galline e gestiamo una piccola locazione turistica, offrendo una esperienza a contatto con la natura ai nostri ospiti. Viviamo in casa con 2 cagnolini.
Durante l’anno svolgiamo attività di:
Fienagione e sfalcio prati
Gestione stalla/pollaio
Raccolta legna gestione del rimboschimento controllato e pulizia boschi
Preparazione del suolo per le colture
Gestione orti sociali
Coltivazione patate
Coltivazione frutti rossi
Semina raccolta e trasformazione dei frutti e degli ortaggi che coltiviamo
Accoglienza ospiti
Accoglienza gruppi Scout
Escursioni a piedi e in bici
Le nostre attività:
Visite guidate in azienda con degustazione
Laboratori didattici estivi
Raccolta di erbe spontanee
Laboratori gastronomici
Escursioni in mtb con o senza guida
Escursioni trekking con o senza guida
Passeggiata con asinelli
Orti sociali
Per prenotare una visita invia una mail a: az.agr.lacamelia@gmail.com
Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 2h00
Dislivello totale : 605 m
Quota massima raggiunta : 909 m
Come Raggiungere
Si parte da località Aste , poco lontano dall’ex Ospedale di Schio , salendo verso Poleo , vicino alla Trattoria San Martino.
Descrizione
Il percorso parte dalla località Aste , presso la trattoria San Martino, lasciando l’auto in un ampio posteggio, si imbocca la via Crucis dal cenacolo posto pochi metri sopra il posteggio, si sale lungo le prime stazioni , si raggiunge una curva dove la via cruci svolta a sinistra , mentre noi proseguendo sulla destra ci addentreremo nel bosco con il piccolo ruscello che corre sulla sinistra , la salita non è difficile e molto lieve , presenta alcuni ponticelli un pò pericolosi ed a cui bisogna prestare attenzione, per le tavole un pò usurate dal tempo , si continua passando su alcuni tratti in cui alcune piccole frane detritiche hanno divelto qualche pianta di alto fusto che ostruisce un pò il passaggio , anche se facilmente superabili , bisogna prestare sempre attenzione , si continua a salire , si possono scorgere alcuni segnavia usurati dal tempo e poco visibili , fino a raggiungere le case della contrada Formalaita 554 m, da li si sale ancora tenendo la strada centrale , perchè sulla sinistra parte la strada Forestale che porta a Santa Caterina-Marsigli , imboccato il sentiero centrale si transita sotto la cima del monte Faedo 715 m, e poi sempre tra leggeri saliscendi a fianco del Monte Guizza 843 m , si prosegue sempre in mezzo al bosco uscendo poi per un breve tratto prativo , dove si potrà vedere un pò il panorama che era stato coperto dal bosco, si prosegue sempre per la carrareccia fino a vedere la Croce sul dosso della Chiesetta di Santa Caterinella poco lontano dalla Contrada Rossi , ma continuiamo a salire per un breve tratto un pò più impegnativo , per poi rientrare in un sentierino stretto che porterà a un piccolo spiazzo con una specie di piccola stalla , per poi attraverso un tratto prativo uscire nella strada asfaltata che a sinistra porterà in contrada Rossi mentre a destra in località Cerbaro, si prosegue verso sinistra raggiungendo prima contrada rossi e poi imboccando a sinistra saliremo sulla chiesetta di Santa Caterinella.
Il Miracolo di Santa Caterinella
La tradizione racconta che in questo luogo avvenne il miracolo quando un padre vide, il carro, trainato da vacche e sul quale stava seduto alla figlioletta, precipitare dal burrone, egli, inginocchiandosi, invocò la beata Vergine e Santa Caterina d’Alessandria e poco dopo vide arrivare il carro sopra una vicina riva. Fece costruire un capitello con un piccolo altare per potervi celebrare la messa e di sommo pontefice concesse l’indulgenza a quanti lo avessero visitato. Le tante elemosine raccolte permisero la costruzione di una chiesa dedicata alla Santa. La chiesa di Santa Caterina si separò dalla parrocchiale Madre di San Ulderico nel 1627 diventando autonoma. Accanto alla chiesa sorse e cimitero e la parrocchia fu sempre luogo di incontro e vocazioni. Nel 1787 fu concesso di edificare una nuova chiesa in un luogo più centrale al paese. La prima fu demolita, due suoi altari furono portati in un nuovo edificio. Accogliendo le richieste dei fedeli, Don Marco Dalla Vecchia nel 1905 fece costruire questa piccola cappella oratorio, dove sono state poste le statue della Santa e del Sacro Cuore. Sono conservati, inoltre, alcuni ex voto e due angeli che fino al 1963 erano parte dell’altare della Madonna, nella parrocchiale. In una nicchia si conserva una piccola antica statua di Santa Caterina, che così ritornata alle origini.
Ritorno
Il ritorno può essere fatto dal sentiero S3 già descritto in precedenza su un’altro post che scenderà dapprima attraverso la contrada Costeneri , prima a Santa Caterina e poi passando per il cimitero di guerra si scenderà attraverso il bosco fino alla località Paladini e poi scendendo la Valle dei Molini si raggiungerà Poleo, attraverso il tratto asfaltato si arriverà all’auto.
Ritorno per ESPERTI
Per chi invece volesse avventurarsi in una spedizione di orientiering , avendone le capacità , potrà scendere dalla Chiesetta di Santa Caterinella ed imboccare il primo sentiero a sinistra che porterà nella locale palestra di roccia in poche decine di minuti, per poi proseguire con alcuni tratti più ripidi da evitare con la pioggia, si scende abbastanza ad intuito ed è INDISPENSABILE UN’OTTIMA CAPACITA’ DI ORIENTAMENTO, ci son molte deviazioni e diversi itinerari che bene o male portano in valle.
Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 2h30
Dislivello totale : 865 m – 925 m fino alla Cima Levante
Quota massima raggiunta : 1950 m – Cima Levante 2020 m
Cartografia : CAI Pasubio – Carega 1:25000
Come Raggiungere
Per imboccare questo sentiero molto bello , quasi tutto boschivo che porta in una zona di guerra molto importante di Passo Buole , si deve scendere la Vallarsa verso Rovereto appena superato l ‘abitato di Anghebeni si prende per Sant’Anna e si sale sull’altra parte della valle , poi si procede a sinistra verso Riva di Vallarsa , si sale ancora fino a raggiungere l’abitato di Ometto dove la strada finisce con la galleria .
Descrizione
Il sentiero della Val Granda è molto impegnativo si sale in maniera abbastanza brusca dapprima una parte boschiva offrendo uno scenario verso la diga degli Speccheri e il Pasubio da un’angolazione diversa , poi si entra nel canalino detritico abbastanza facile, mentre poi uscendo dalla strettoia , si inerpica nel tratto più ripido , visto anche il dislivello, di una certa entità, si passa un tratto poco pendente, ma poi si ricomincia a con una severa pendenza che raggiungerà poi il passaggio del sentiero 146 del trincerone che porta al Passo Jocole altro percorso molto bello ed unico su quelle crestina traccia della storia . Si raggiunge così il crinale sommitale si possono ammirare scenari verso la Lessinia , il Monte Baldo e soprattutto il Vallon dei Cavai ed il Carega , nella sua parte più selvaggia e poco praticata , perchè molto lunga ed impegnativa. Consiglio una visita anche a cima Levante 2020 m, a circa 40 minuti passando per le mulattiere ancora visibili della grande guerra.
Ritorno
Il ritorno può essere fatto raggiungendo prima il passo Jocole, attraverso il 146 sentiero delle trincee e poi attraverso il 146 ridiscendere a valle.
Dopo avere percorso la Vallarsa e raggiunto Rovereto si prosegue verso l’abitato di Ala, per poi attraverso la stretta strada salire verso località Ronchi , appena superato l’abitato e raggiunta la fermata dell’autobus , lì si lascia l’auto e si ritorna fino alla chiesa dove sulla destra si imboccherà il percorso .
Descrizione
Il sentiero parte dalla Chiesa di Ronchi Ala circa 710 m, sale a fianco della chiesa con una pendenza iniziale importante dapprima su tratto cementato e asfaltato per qualche km , raggiunta l’ultima casa ci si addentra nel bosco, sempre con pendenze di un certo livello, dove il percorso inizia a salire con un zig zag abbastanza costante sulla mulattiera militare rientrando nel tratto di bosco fino a raggiungere la località Rom a circa 1330 m, si continua salire attraversando poi un ampio vallone , si prosegue la risalita , molto bella con un itinerario strapiombante verso la valle dei Ronchi, fino a quando raggiungeremo il bivio con 114B di Prà Bel , dove il sentiero arriva dall’itinerario 108 della località Casarino sulla destra mentre a sinistra si prosegue per la Val Gatto , il percorso prosegue salendo sempre con tornanti ma meno pendenza . I percorsi 114 e 114B per qualche tratto si sovrappongono e poi uno prosegue a sinistra , ma il 114B è un sentiero di raccordo, il 114 prosegue sulla destra non passando per la Forcella val di Gatto 1650 m, si prosegue lungo la mulattiera in cresta a nord della Cima Levante 2020 m, la mulattiera in ottime condizioni porterà l’escursionista fino in quota sommitale di Cima levante dove lo sguardo potrà spaziare in panorami mozzafiato, della Lessinia , Montre Baldo, la Valle dei Ronchi , e sulla destra il Carega , mentre sulla sinistra si potrà vedere il trincerone delle Creste del Jocole, e più in la il Coni Zugna mentre sullo sfondo il Massiccio del Pasubio .
Per chi va forte lo può fare da Ometto , ma il livello di preparazione dev’essere impeccabile, per affrontare un dislivello simile.
Ritorno
Per il ritorno si può scendere dal 108,rientrando così ai Ronchi Ala.
I rifugi sono fatti di persone, non si contano le stelle come negli alberghi, semplicità, amicizia, accoglienza sono pilastri ben radicati, le malghe sono quei luoghi dove la porta è sempre aperta, e l’accoglienza è ancora più grande, malga Davanti del Novegno, ha una nuova vita, sta a noi montanari farla rivivere nel tempo. Luciano
Il Progetto
Contribuisci anche tu a far rivivere malga Davanti!
VIVI DAVANTI è il nome del nostro progetto, l’obiettivo è riportare in vita un edificio montano fatto di pietre, storia e fatica, un luogo dimenticato, ma forse proprio per questo ancora puro e pregno di energie.
Stiamo parlando di malga Davanti, una malga situata sulla sommità del monte Novegno in territorio del comune di Schio (VI). Davanti è un manufatto in disuso da molti anni che, dai suoi 1560mt si staglia sulla pianura fino a scorgere, nelle giornate più limpide, la laguna di Venezia. La sua fantastica posizione domina la val Leogra e si affaccia poi la sera sul travolgente e romantico tramonto delle Piccole Dolomiti; è un momento magico quello, un attimo che parla di meraviglia e di emozione.
Il nostro desiderio è di dare nuova vita a questo luogo straordinario. Sogniamo di creare un ambiente che possa trasmettere alle persone tutte le emozioni che noi stessi viviamo quando siamo lì, sogniamo che diventi il rifugio delle esperienze da condividere, in cui promuovere le ricchezze del nostro territorio, l’arte e la cultura all’innovazione sostenibile, un luogo in cui gustare i prodotti gastronomici locali raccontandone la filiera produttiva, sociale ed etica.
La struttura, abbandonata da molti anni, necessita oggi di profonde migliorie per poter accogliere adeguatamente chi vorrà vivere questo spazio condividendo con noi le idee, il percorso e gli obiettivi; per questo viene lanciata una campagna di crowdfunding che servirà a coprire parte delle spese di startup (materiale edile, attrezzature per la cucina, interventi di mantenimento e miglioramento strutturale). Vorremmo anche dare un “cuore caldo” al nostro ambiente, un punto centrale dove poter raccontare storie davanti ad un caffè o ad una bottiglia di vino, forte e sincero come vuole essere questo progetto, come lo è chi deciderà di lasciare il proprio segno, il proprio aiuto; sarà un camino o una stube, ancora non lo sappiamo, ma siamo sicuri che nelle uggiose giornate autunnali saprà riscaldare non solo il corpo dei nostri amici, ma certamente anche la loro anima.
I nostri primi passi
Dopo oltre un anno di valutazioni, progettazioni, coinvolgimento di possibili partner pubblici e privati abbiamo deciso di sviluppare questo progetto costituendo una Società Benefit. Questa particolare forma societaria rappresenta un’evoluzione del concetto stesso di azienda integrando nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulla società e sulla biosfera.
Le nostre azioni, presenti e future, sono e saranno volte a sostenere quei produttori locali che promuovono un’economia più giusta e sostenibile, più etica e responsabile, che rispetta le persone e tutela l’ambiente. I prodotti venduti, somministrati ed esposti in malga Davanti provengono da imprese che hanno un impatto positivo sia sociale che ambientale. E’ nostra intenzione promuovere eventi e attività che hanno l’obiettivo di creare spunti per diffondere una cultura di rispetto per il territorio, ambiente, di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani ed è nostra missione quella di ricercare la collaborazione con organizzazioni no profit il cui scopo sia la diffusione e la promozione attiva di una sensibilità etica ed estetica in materia ambientale per incentivare comportamenti virtuosi di attenzione all’equilibrio della natura in cui viviamo.
Oltre alla definizione delle linee guida del nostro progetto i primi mesi di DAVANTI sono stati dedicati alla fatica fisica ed al sudore. Grazie al sostegno di amici e dell’ Ass. Allevatori Vicenza, abbiamo iniziato l’opera di sistemazione per cercare di rendere fruibile la malga. Sono stati ripuliti gli ambienti, demolendo le parti ammalorate, raschiando i muri, igienizzando e sistemando le pareti. Sono stati ripristinati gli impianti elettrici, rese funzionali le cisterne di raccolta dell’acqua e le tubature; sono stati creati due ambienti consoni all’assemblaggio e la rigenerazione dei cibi, arredandole con mobilio e strumentazione professionale. Il filo spinato che delimitava la parte esterna è stato tolto per lasciare spazio all’abbraccio di una staccionata in legno. Le persone che hanno avuto modo in questi mesi di salire in montagna e visitare la malga, si sono trovati a vivere un luogo in continua evoluzione, un rinnovamento forte e radicale che continuerà ancora per molto, ma è questo il nostro piacere, costruirlo passo passo e farlo assieme a voi.
Il sentiero Alberto Bonacossa è un percorso attrezzato ed è obbligatorio l’uso dell’imbrago e caschetto , anche se i suoi passaggi possono sembrare molto facili e con difficoltà tecniche molto blande , consiglio perlomeno averlo a seguito .
Dopo aver raggiunto il lago di Misurina sia che si salga da Auronzo di Cadore che da Cortina D’Ampezzo , ci si porta verso l’Hospice , e si lascia l’auto dove parte la seggiovia che sale sul col de Varda .
Descrizione
Raggiunto il posteggio della seggiovia che sale sul Col de Varda , il sentiero 120A per la carrareccia fino a raggiungere un primo bivio che porta al rifugio Citta di Carpi , si tiene la sinistra fino a raggiungere il Rifugio Col De Varda 2106 m dove partono anche le piste da sci , e da cui si potrà ammirare uno spettacolo sul lago incredibile , poco dietro il rifugio parte il sentiero 117 Alberto Bonacossa , si sale in un piccolo tratto boschivo per poi entrare in quel lungo ghiaione che attraverso la Grave de Misurina ti porta nella Forcella De Misurina , una stretta fessura dove l’importante è avere pratica sui terreni impegnativi , l’imbrago per i poco pratici può essere utile , si raggiunge cosi la forcella 2375 m , si ridiscende su terreno detritico , abbastanza impegnativo per principianti alle prime armi , fino a raggiungere un primo bivio che attraverso il 118 ti porterà a rientrare nel caso di difficoltà , il ciadin della Neve 2175 m , si prosegue verso la parte più ripida del percorso , quella che sale alla Forcella del Diavolo , mentre sullo sfondo si potrà ammirare la fantastica Croda Rossa D’Ampezzo , la severa salita rompe un pò il fiato nonostante il suo zig zag faciliti la cosa , raggiunta la forcella del Diavolo 2478 m. e sulla sinistra la Torre del Diavolo , lo spettacolo che si presenta con il bel tempo , non è descrivibile a parole , si inizierà a vedere sullo sfondo le Tre cime , si inizierà nuovamente a scendere un pò di quota attraverso un terreno ancora ghiaioso detritico passando a destra della Cima D’Antorno , per poi attraversare il Ciadin dei Toci e raggiungendo il Passo dei Toci , si risale poi alcune centinaia di metri al Rifugio Fonda Savio 2367 m , dove una fetta di strudel rallegrerà la giornata , da qui per chi fosse stanco e volesse fare il giro in 2 tappe si potrebbe dormire oppure ridiscendere attraverso il 115 , rientrando cosi sul Lago di Misurina , proseguiamo poi attraverso il 117 scendendo sul ghiaione sotto il Rifugio nel versante di Auronzo ,raggiungeremo la Forcella Rin bianco situata a quota 2176 m , dove attraverso una leggera risalita , in parte attrezzata riprenderemo un pò di quota , anche da qui per chi decidesse di rientrare lo potrebbe fare attraverso il 119 che porta direttamente sul casello di pedaggio per le Tre Cime, invece passando sulla base a mezza costa della Cima Ciadin de Rin Bianco e Cima Ciadin de le Bisse , si prosegue in cresta a quota 2343 m sopra la Val Ciampedele , si transita sulla sinistra della cresta , passando sul Ciadin de Longères , per poi raggiungere la forcella Longères ed attraverso un tratto pianeggiante si raggiungerà il rifugio Auronzo 2320 m , da qui attraverso il sentiero 101 si potrà ridiscendere dapprima sul Casello di Pedaggio , e poi attraverso un sentiero non numerato ma intuitivo si raggiungerà dapprima il lago D’Antorno e poi transitando a fianco del sentiero 115 Fonda Savio , rientrare attraverso il Campeggio La Baita , fino al Lago di Misurina dove una pedonabile che raggira il lago ci porterà al punto di Partenza della seggiovia col de Varda .
Varianti di Raccordo
Il sentiero Bonacossa presenta diverse varianti per il rientro in caso di maltempo, o per ridurne la sua lunghezza , può anche essere fatto in due tappe, i sentieri che si incrociano sono il 118 che dal Cadin della Neve porta alla Baita nel lago di Misurina, il 115 che dal Rifugio Fonda Savio attraverso il Cadin dei Toci fino alla strada che porta al Lago d’Antorno , oppure come ultimo il 119 che dalla forcella Rinbianco attraverso i Cadini di Rinbianco lo collegherà al 101 per poi rientrare
Cartografia : Edizioni Zanetti – n°103 Val di Zoldo – Pelmo – Civetta 1:25000
Come raggiungere
Dopo aver raggiunto il centro di Zoldo , si lascia l’auto e si prosegue verso la sinistra della valle , prendendo il 531 dalla Località Baron . Se non si trova posto in centro a poche centinaia di metri c’è il Palazzetto con un ampio posteggio. Oppure lasciare l’auto presso il Campeggio Le Bocolè situato prima della galleria che porta poi a Forno di Zoldo , vicino al locale L’Insonnia .
Descrizione
Percorso non tanto tecnico , ma che richiede un impegno fisico che non è certo uno scherzo , alcuni tratti sono molto ripidi ed altri esposti , ma ciò che si porta a casa da questo itinerario che fa parte dell’anello Zoldano è veramente qualcosa di incredibile ed unico , come del resto sono le emozioni che regala la val Zoldana , il sentiero 531 porta fino al rifugio Sommariva Prampèret 1857 m , ma noi devieremo imboccando poi il 532 , si sale dapprima in un boschetto molto bello mentre a nord si osserva la fantastica Val Zoldana e il torrente Maè , mentre superando una piccola cascatina la salita si fà più severa e ripida , in pochi minuti si salgono 100 metri di dislivello raggiungendo un primo bivio Ru della Doà 910 m , e la variante che arriva dalla Località Baron , raggiungendo una panchina in una parte abbastanza esposta e sotto la visione del Caregon ovvero del Monte Pelmo , lo scenario e mozzafiato si supererà una passerella in legno e si rientra poi in un tratto boschivo fino alla Casera Col Marsanch 1290 m, si prosegue a salire circa altri 20 minuti fino a raggiungere il bivio con il 532 , che una volta raggiunto avremo più chiara la notevole distanza che ci vuole per raggiungere sia una che l’altra meta , sul 531 ci vogliono 4h30 per arrivare al Rifugio Sommariva Pramperèt 1857 m, e ancora ben 3h30 per il Rifugio Angelini attraverso il 532 , imbocchiamo il nostro sentiero , sale un pò tranquillo per qualche tratto , ma appena usciti dal boschetto ci farà vedere la forcella che dovremmo raggiungere su uno stretto vallone che porterà a breve a quota 1870 circa , per poi affrontare un tratto pianeggiante tra i mughi e portarci in una posizione in cui la vista dei ghiaioni che scendono al fondovalle è quasi impressionante (completato il giro potremmo vedere dal fondo dove siamo passati ) ,passeremo sotto la Forcella di Col Pelos , fino a raggiungere la quota 1900 , dove incroceremo il bivio per la via 533 che attraversa lo Spiz di mezzo , lo Spiz Nord , lo Spiz Nord Ovest e lo Spiz Nord Est , rientrando poi nel 532 , ma il nostro percorso ricomincia a salire tutto sassoso e passa per il belvedere di Mezzodì a quota 1964 m , ancora pochi metri un parte attrezzati anche se non difficoltosi , ma in ogni caso evitabili passando per un altra variante del Belvedere che porterà sempre Sora l’sass de Mezzodì , mentre il tratto attrezzato passerà prima sul Giaron dantre Spiz 1800 m , scenderemo poi in circa 20 minuti raggiungendo così il Fantastico Rifugio Sora l’Sass a 1588 m , un luogo fiabesco ed incredibile .
Ritorno
Il ritorno può essere fatto sia dal sentiero 534 che scende direttamente a Forni di Zoldo in località Baron , oppure per chi ha più tempo e le gambe lo permettono sempre dal 534 però imboccando il sentiero che sale verso il tratto attrezzato che porterà al Pian De La Fopa a 1100 m e discenderemo poi nella valle Prampèrt fino a Forno di Zoldo.
Cartografia : Edizioni Zanetti – n°103 Val di Zoldo – Pelmo – Civetta 1:25000
Come raggiungere
Dopo aver raggiunto il centro di Forno di Zoldo , si lascia l’auto e si prosegue verso la sinistra della valle. Se non si trova posto in centro a poche centinaia di metri c’è il Palazzetto con un ampio posteggio.
Descrizione
Questo percorso non presenta difficoltà tecniche , se non nella parte attrezzata che scende dal Rifugio Angelini Sora l’Sass e per la sua lunghezza , dal centro del paese sulla sinistra verso località Baron , si imbocca il 534 per il Rifugio Sora l’Sass , molto bello che sale su un bosco quasi incantato e poco ripido , si raggiunge poi il tratto prativo di Casera de Mezzodì 1349 m , si rientra nel bosco e si sale fino a raggiungere un tratto più ripido e entrare su quel pianoro dove alla fine del boschetto si incontrerà il Rifugio Angelini Sora l’Sass 1588 m , poi proseguendo per il 534 si passa sotto le creste dello Spiz Nord-Ovest e lo Spiz Nord-Est , ed entrare nella parte più difficile del nostro percorso una discesa su un canale fluviale stretto di alcune centinaia di metri , con corda in acciaio , anche se rimane un sentiero che scende a zig zag , qui bisogna prestare molta attenzione , si scende così nel vallone della Val Prampèrt , sul Pian della Fopa, a circa 1100 m .
Ritorno
Dal pian de la Fopa si ridiscenderà attraverso la strada sterrata della val Prampèrt che ci riporterà al punto di partenza . Oppure volendo si può rientrare dallo stesso sentiero , senza così percorrere il tratto attrezzato che scende dal Rifugio Angelini 1588 m, al pian de la Fopa 11oo m . Volendo dopo essere arrivati alla Casera di Mezodì 1349 m , si potrebbe anche seguire il 525 che porta nella rotabile della Val Prampèrt scendendo poi fino a Forno di Zoldo .