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Provenendo da Bassano del grappa si imbocca la galleria che porta ad Arsiè , poi si sale verso Col del Perer fino a raggiungere un bivio che porta in diverse direzioni , si prende per Forte Lan sulla destra e si prosegue per circa 10 minuti con l’auto , si lascia l’auto e si prosegue a piedi per circa 15 minuti .
La salita non presenta difficoltà si sale su una carrareccia , sulla cima non si vede un gran che perche e tutto circondato da bosco , il forte e maestoso ma quasi totalmente distrutto fatto saltare durante la ritirata , l’area adiacente e in cattive condizioni .
Cenni storici
Il forte costruito 1909 non fu ancora ultimato quando nel 1915 iniziarono le ostilità , anche quest’opera faceva parte dello Sbarramento Brenta-Cismon , dopo i fatti di Caporetto durante la ritirata italiana nel 1917 un piccolo distaccamento di uomini lo tenne la zona adiacente ad esso finche fu possibile ma dopo un aggiramento in forze del nemico , un reparto del genio preparò le cariche e fece saltare il forte rendendo le strutture inagibili come sono ora questi ruderi .
Il forte era composto da due piani uno era adibito per i lanci a lunga gittata dotato da quattro cannoni da 149A in cupole girevoli dello spessore di 180 mm , di una polveriera e un fossato di gola che ora e coperto da macerie , inoltre era presente una linea in cemento armato per attacchi di fucileria e si possono notare i resti di un osservatorio .
Tempo di percorrenza del sentiero : 3h00
Dislivello totale : 1200 m
Quota massima raggiunta : 1308 m
Dopo aver raggiunto Riva del Garda si prende la strada che porta da Riva a Limone , giunti su una rotatoria nei pressi di una chiesa situata in via Giuseppe Cannella , si svolta a destra per via Largo Guglielmo Marconi dove esiste l’unico posteggio non a pagamento dove si può lasciare l’auto senza problemi , usciti dal posteggio a circa 10 minuti da dove si sale si mantiene la destra e si prosegue per la via fino ad arrivare ad una rotatoria con una galleria la si supera e si nota sulla destra della strada una stretta via che sale, prima verso il Bastione e poi la Chiesetta di Santa Barbara per poi imboccare per poi proseguire sulla sinistra della chiesa salendo con un breve tratto attrezzato provvisto di una scala abbastanza semplice lunga circa 5 metri , si continua sul sentiero sempre molto bello e con alcuni tratti più o meno ripidi ma sempre con panorami mozzafiato sul lago , poi si entra in un vallone per poi incrociare il bivio a quota 1308 che collega con la Cima Sat e con il 418 che si può usare per scendere e che arriva poco lontano dall’imbocco del 404. Molto bella e la sorgente situata ad un certo punto della salita deviando il percorso di circa 300 metri sotto alcune rocce a strapiombo.
Provenendo da Bassano del grappa si imbocca la galleria che porta ad Arsiè , poi si sale verso Col del Perer fino a raggiungere un bivio che porta in diverse direzioni , si prende per Forte Leone . Oppure salire da Grigno e passando per Castel Tesino fino a che non si arriva a Cima Campo si lascia l’auto e si sale a piedi fino al Forte.La salita non presenta difficoltà si sale su una carrareccia per circa 15-20 minuti a piedi , la cima e priva di bosco perciò si ha una visuale a 360° uno di quei panorami incredibilmente belli e fantastici .
Il forte e molto bello ed in buono stato , molto maestoso e costruito in posizione molto strategica , il suo ingresso e a pagamento quindi bisogna rispettare i periodi di apertura.
informazioni:
visite su prenotazione telefonando al
3296412444
BIGLIETTI:
Intero 5 euro ridotto 3 euro
gratuito per bambini fino a 3 anni, accompagnatori di gite scolastiche o organizzatori di manifestazioni
nei giorni di apertura prefissata la guida sarà presente dal primo pomeriggio.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI
Cenni storici
Il Forte Leone di Cima Campo venne costruito tra il 1906 e il 1912 sotto la direzione dell’ingegnere Maggiore Antonio Dal Fabbro di Sedico (BL) come parte della linea di difesa Brenta-Cismon. Il Forte era armato da 6 pezzi “Armstrong” 149/35 sotto cupole, 8 pezzi 75/27, 5 mitragliatrici in casamatta e 6 in torrette a comparsa.
Le vicende storiche che riguardano il Forte Leone iniziarono solo dopo la rotta di Caporetto, quando il Generale Cadorna affidò al battaglione alpino Monte Pavione, comandato dal Maggiore Roberto Olmi, il compito di proteggere la ritirata delle truppe italiane provenienti dal fronte montano fino al passaggio del complesso fortificato di Primolano: una difesa ad oltranza del forte non fu mai presa in considerazione.
Nel forte, oltre al comandante, vi erano 12 ufficiali, tra i quali uno del Genio, un medico, un cappellano militare, oltre a 230 uomini di truppe: 200 del battaglione Monte Pavione appartenente al 7° Reggimento Alpini e 30 del Battaglione Val Natisone. Il gruppo Austriaco comandato all’assalto era composto da: I e II Compagnia, plotone d’assalto, mitraglieri del K.K. Tiroler LandSturm-Bataillon I, mitraglieri del Schutzenregiment e compagnia degli Standschutzen di Merano.
Testimonianze
Il giorno 12 novembre 1917, tra le ore 7:00 e le 8:00 cominciò l’attacco avvolgente al forte.
L’avvicinamento risultò difficoltoso: a sud-ovest il pendio era molto erto e roccioso, ad ovest, all’interno del fitto bosco, le truppe italiane sparavano all’impazzata.
Dopo i primi momenti di stallo e difficoltà, segnati anche dalla stanchezza delle truppe austriache da giorni impegnate in estenuanti marce, l’assalto riprese. L’attacco finale fu guidato dal Capitano Berkic nonostante poco prima avesse ricevuto l’ordine di arrestarsi sulle posizioni conquistate fino ad allora.
Ormai il forte era completamente accerchiato ed Olmi alle 16:00 ordinò alle sue truppe di abbandonare le trincee esterne e di rifugiarsi all’interno della fortezza., il Forte poteva essere abbandonato e fatto saltare Alle 17:00 arrivò la telefonata che le truppe italiane da tutta la giornata aspettavano: le truppe in ritirata erano al sicuro, il Forte poteva essere abbandonato e fatto saltare Mestamente Olmi rispose che ormai era troppo tardi, ma comunque era felice che il loro sacrificio fosse stato utile. Come ultima, strenua difesa il comandante inventò uno stratagemma: alcuni soldati avrebbero lanciato dalle torrette le ultime granate rimaste, mentre gli alpini abili avrebbero girato il cappello in modo da portare la penna nera sul davanti, forse potevano in questo modo scappare simulando il pennacchio dei Kaiserschutzen Gli austriaci si accorsero dell’inganno e spararono sulla colonna dei fuggitivi, solo una ventina riuscì a scappare, mentre tutta la guarnigione fu fatta prigioniera.
Il forte agli occhi degli austriaci si rivelò integro, tuttavia le torrette blindate erano disarmate ed i cannoni puntati sulla valle altro non erano che tronchi d’abete verniciati di nero. impedì tutto ciò.
Al comandante Olmi vennero concessi gli onori delle armi in merito alla strenua difesa del Forte: esso poté portare la sua pistola d’ordinanza fino al campo di prigionia.
“Spesso mi chiedo, come ci si potesse sentire qui, in alto, allora, nel 1917/18, quando per un intero anno migliaia di uomini combatterono l’un contro l’’altro sui monti e nelle valli del Piave, del Cismon e del Brenta.
Cerco di immaginarmi, come si potevano sentire il fuoco continuo dei piccoli e grossi calibri, le bombarde che esplodevano e l’’ululare delle granate, vicino e lontano, come in un’ arena. E di notte: il riverbero balenante delle vampate dei cannoni, dei proiettili traccianti, della miriade di fuochi della guerra.
“(…)” Quando qui in alto i temporali vanno a scontrarsi – una enorme mano nera su Enego e le masse minacciose di nuvole sopra il Grappa – si riesce ad avere un’immagine di ciò, tra il brontolio dei tuoni e il guizzare dei lampi: interi eserciti si scatenano in brandelli di nubi in cielo. Ed è come se i morti ripetessero all’infinito le loro battaglie.”
Mellame, maggio 1998
W.A. Dolezal
“Dedico questo libro agli alberi. Un albero è un respiro che rigenera l’anima di antica saggezza. Le loro radici affondano nelle profondità sconosciute e i loro rami raggiungono il cielo. Alberi e stelle: un dialogo fra silenziosi osservatori… vorrei scrivere tutti i loro segreti”. Maria Luisa Clerico
Avez del prinzep un Abete bianco più grande d’Europa 54 metri , età stimata 264 anni con una circonferenza di 5.6 metri , e caduto il 12 novembre 2017 durante una forte bufera di vento
12 novembre 2017
Il Custode Forestale Damiano Zanocco, ogni volta che c’è un temporale o una nevicata forte passava sempre a vedere come stava il nostro avez.
Quando si è recato a Malga Laghetto ha notato il buco nel bosco, mancava la chioma. Ha sperato fino all’ultimo fosse solo una preoccupazione vana, ma sapeva cosa lo avrebbe aspettato, infatti ha percorso la strada che porta al Prinzep con un groppo in gola.
Il vento forte del 12 Novembre ha fatto cadere il nostro amato Prinzep. È una notizia triste e che fa riaffiorare in noi molti ricordi. Lui ne ha passate molte e certamente eravamo tutti sicuri ci sarebbe stato anche dopo di noi.
La natura lo stava mangiando da dentro, il formicaio (camponotus) che ha attaccato la parte cariata(marcescente) dell’albero è stato combattuto per anni. L’età, la carie e il formicaio lo avevano reso meno stabile, nonostante questo era stato solo un anno fa considerato in salute e forte.
Il sindaco: ”Oggi avuta la notizia mi sono recato subito a Malga Laghetto, percorrendo quel sentiero che porta a lui. E trovarlo così fa sembrare tutto diverso: entra più luce che illumina e risalta la ferita. La stessa sorgente, che lo ha nutrito per anni, gorgoglia ma il rumore è completamente differente, non c’è la stessa pace. Il masso al suo fianco, che lo ha protetto dal freddo, ora sembra più grande e solo.
E’ una situazione triste per tutti noi, l’Avez del Prinzep era una certezza!”
Cresceva ancora di un millimetro di diametro e 5 cm in altezza ogni anno – che per la sua età era un enormità.
Ne rimane un troncone alto circa 4 metri, i restanti 50 sono distesi in orizzontale. Si nota il buco al suo interno molto grande e che ci fa stupire sia resistito così tanto.
Anche i Giganti cadono.
Quasi 20 anni fa attraverso il consiglio dei custodi forestali si è deciso di preservare nella zona 100 alberi per trovare in futuro l’erede del Prinzep e per dimostrare l’attenzione del territorio ad una zona che ha dato alla luce molti alberi spettacolari.
Ora questo monumento va preservato, si deve trovare il modo, così da raccontare una storia lunga oltre 250 anni.
Ciao Avez
Per ulteriori approfondimenti su cosa verrà fatto con il legno di Avez del prinzep vi invito a visitare la pagina :
https://www.facebook.com/avezdelprinzep/
Non voglio pensare che questo grande albero sia definitivamente morto. Nel suo legno marcescente e nelle sue profonde radici, troveranno vita altre creature (microbi, insetti, muschi, funghi…). Non lo vedremo svettare dal bosco come prima, ma lui c’è e ci sarà ancora per molti anni…perché lui non e’ un sempre abete. Lui è l’Avez del prenzipe. Paolo Donà
Tempo di percorrenza del sentiero: 3h00
Dislivello totale : 1238 m
Quota massima raggiunta : 1308 m
Dopo aver raggiunto Riva del Garda si prende la strada che porta da Riva a Limone , giunti su una rotatoria nei pressi di una chiesa situata in via Giuseppe Cannella , si svolta a destra per via Largo Guglielmo Marconi dove esiste l’unico posteggio non a pagamento dove si può lasciare l’auto senza problemi , usciti dal posteggio a circa 10 minuti da dove si sale si mantiene la destra e si prosegue per la via fino ad arrivare ad una rotatoria con una galleria la si supera e si nota sulla destra della strada una stretta via che sale, fatta a ciotolato dove il cartello porta la “passeggiata al Bastione “. Attenzione che ci sono molti posteggi a pagamento per poche ore in giro , e risulta essere il problema più difficile di trovare posto per l’auto
Si sale per il sentiero prima in ciotolato e poi una stradina cementata per circa un km , dopo di che si entra in una stradina sterrata per la maggior parte boschiva fino ad arrivare ad un segnavia , il sentiero e molto interessante sale tutto a zig zag per cui il dislivello viene distribuito nella lentezza della salita presenta in alcuni tratti esposto ma non pericoloso e difficile , ideale per scendere dopo aver fatto la ferrata dell’amicizia , ma per chi non volesse fare oppure non e in grado di fare la ferrata puo sempre salire dal 404 e superata la capanna di Santa Barbara proseguire per il sentiero fino a raggiungere il bivio in alto che porta a cima Sat potendo così ammirare un panorama unico ed incredibile , la discesa può essere fatta dal 404 . Anche se devo ricordare che dopo la capanna di santa Barbara c’e uno scalone di circa 6 metri da superare anche se non presenta difficoltà particolari ( il 404 lo documenterò in seguito ).
Descrivere a parole questo evento progetto non è poi così facile e scontato , non è una gara , anzi forse lo è ma si misura nella capacità di noi fortunati ad aiutare altre persone che hanno meno o niente , ma che con quel niente sono quasi più felici di noi . Partecipate ad una semplice serata con persone magnifiche che vi porteranno nell’altra parte del continente per vivere una missione e poi una gara , ma una gara a chi e più solidale a chi ricambierà con un sorriso ogni vostro sguardo , ogni vostra piccola stretta di mano , al quale non potrete rispondere con un sorriso ed un grosso abbraccio . Luciano
CHI SIAMO
ANDE Trail è un progetto che creato un gruppo di appassionati di trail running, il cui scopo è l’organizzazione di eventi sportivi finalizzata alla raccolta fondi da destinare alle fasce più deboli della popolazione che vive nella Cordillera Blanca, in Perù. L’idea è nata, da alcune persone che a seguito di una spedizione alpinistica tra le montagne andine, sono rimaste affascinate dalla realtà di quelle terre.
l’attività di ANDE Trail non è a scopo di lucro. I fondi raccolti vengono donati all’Operazione Mato Grosso, realtà presente da molti anni in Sud America, attiva nella messa in opera di progetti finalizzati ad una crescita culturale ed economica sostenibile della popolazione.
L’evento sportivo organizzato più importante è ANDE Trail, una gara di trail running nella Cordillera Blanca, che si è tenuta per la prima volta nell’agosto del 2015. I fondi della prima edizione della gara sono stati destinati alla costruzioni di 5 asili nella baraccopoli di Chimbote.
TREKKING
Un’esperienza di 5 giorni tra le montagne più affascinanti del sud America.
Un percorso unico per varietà del paesaggio, per le cime innevate e lo spettacolo dei ghiacciai circostanti. Questo trekking sarà una immersione totale nella natura incontaminata della Cordillera Blanca, toccando alcuni dei rifugi di alta montagna costruiti dall’Operazione Mato Grosso.
Il trekking è rivolto a persone con esperienza di alpinismo in quota e in condizioni fisiche adeguate ad affrontare un’esperienza di 5 giorni in ambiente naturale.
Il trekking sarà condotto da guide qualificate UIAGM.
Si sviluppa lungo sentieri tracciati, tuttavia l’impegno fisico è notevole vista la quota sempre al disopra dei 4.000 m slm.
Il punto più alto sarà il passo Cullicocha a 4.860 m. slm.
Il trekking è riservato ad un massimo di 10 partecipanti.
CONTATTI :
Sito : http://andetrail.org/
Facebook : https://www.facebook.com/Ande-Trail-855771897778986/
Mail : info@andetrail.org
EVENTI CONCOMITANTI PER LA RACCOLTA FONDI
Questo evento è stato creato da Ande Trail per la raccolta fondi e viveri per il Perù