Tempo di percorrenza del sentiero : 2h40
Dislivello totale : 800 m
Quota massima raggiunta : 1390 m
Dopo aver superato l’abitato di Arsiero si sale attraversando il centro verso la Valle di Posina , lungo la strada arrivati ad un certo punto si tiene la destra e si sale fino a Laghi , superato anche questo abitato si prosegue fino a Contrada Molin di Laghi dove la strada finisce , si posteggia l’auto e da li si parte a piedi per il sentiero. Questo luogo e molto bello e poco frequentato , la contrada e molto bella pare un posto in cui la vita sia ferma a 40 anni fa ed il tempo la si sia fermato , il sentiero che sale e abbastanza segnalato anche perche in parte si tratta di una carrareccia in disuso prima mulattiera , poi era strada forestale , la prima parte molto bella anche se asfaltata costeggia il torrente con i suoi anfratti e gole scavate dal tempo , finita la forestale si ritrova la mulattiera che sale fino a trovare i ruderi di malga Costone in un’ampia area prativa adibita un tempo ai pascoli si presume poi si rientra nel bosco fino ad arrivare al bivio con il 511 situato sulla parte alta di Val Grama che porta al Monte Majo salendo a destra e Laghi a Sinistra , inoltre si puù incrociare il raccordo con il 505 che sale da Contrada Ganna . Per scendere io consiglio la Val Laghetto , cioe si prosegue per il 511 fino ad arrivare al bivio con il 124 che sale dal Passo della Borcola per poi passare per il monte Maggio e scendere dal 520 Val laghetto , molto bella e particolare (vedi articoli gia pubblicati).
Cenni storici
All’alba del 15 maggio 1916 a circa un anno dall’entrata dell’Italia in guerra , l’armata austroungarica scateno una delle più grandi offensive in quel tratto di montagna da Rovereto a Carbonare , dando luogo ad una delle più grandi battaglie combattute in montagna , le Valli di Posina e dell’Astico furono investite dal fuoco distruttivo delle artiglierie austriache sulle linee italiane nello spazio che va dai Fiorentini a Folgaria fino a Val terragnolo e la Vallarsa . Cosi la comunità di Laghi fu pesantemente colpita da un evento di proporzioni gigantesche ed incomprensibili gli abitanti divennero profughi ed esuli da quei luoghi nativi , cosi loro come i soldati del fronte conobbero l’esperienza dell’abbandono e della disgregazione , e il cambiamento generato dalla perdità d’identita che porto ripercussioni nella normale vita quotidiana e nella memoria collettiva .
Diario di Don Giuseppe Motterle Parroco di Laghi
” Chi piangeva , chi imprecava , chi si volgeva indietro per dare un’ultima occhiata alla casetta abbandonata con tutto quel pò di di ben di Dio che possedeva , frutto delle sue fatiche . La notte avanzava e la stanchezza opprimeva , la fame si faceva sentire e , sopratutto , dove si va ? ”
Quasi a segnare il tormento delle linee di scontro della tragedia della guerra rimane questo piccolo cimitero austroungarico a testimonianza dei tragici eventi , 46 croci di soldati ignoti , con solo due salme che possiedono un nome Anton Burgmann e Virtus Hofer sono ora in questo luogo di memoria , giusto per non dimenticare .