Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 1h45
Dislivello totale : 500 m Classe : EEA Attrezzato
Quota massima raggiunta : 1900 m
Come Arrivare
Dopo essere usciti dall’autostrada a Thiene si prende verso Schio e si sale sulla statale 46 che porta verso Rovereto , transitando sul passo del Pian delle Fugazze sul posteggio situato a destra dove si può mettere la macchina , si sale verso la galleria D’Havet a piedi fino ad incrociare un bivio ben segnalato .
Sentiero molto bello che presenta una visuale unica verso la val delle prigioni e passo dell’omo , e nella vallarsa , il sentiero non presenta grosse difficolta tecniche ma comunque si tratta di un sentiero attrezzato e va trattato come tale , nella parte attrezzata ci sono dei pericoli di slavinamento su dei ghiaioni instabili , ma si tratta di un breve tratto , richiede un buon impegno fisico per i continui saliscendi del sentiero e della buona pendenza nella parte finale dello stesso.
Il sentiero sbocca nella sella cosmagnon dove arriva anche il sentiero del passo dell’omo e il 135 Raossi.
Il percorso segue nella testata della val delle prigioni (come si può osservare anche da una foto ) il sentiero di arroccamento Baglioni , e interessante dal punto di vista storico , perchè immette nella contesissima Alpe di cosmagnon , sia da quello naturalistico perche attraversa una zona poco praticata e selvaggia , bisogna prestare la massima attenzione ai slavinamenti di ghiaioni nella parte finale , si possono inoltre osservare le feritoie del soglio dell’incudine
Cenni storici
La frana
Il 5 settembre 1917 tutto il versante sottostante i costoni della Lora era, come detto, occupato dai baraccamenti e dalle postazioni italiane. Alcune fonti ricordano come, in quel giorno, un bombardamento avversario scosse le prime linee poste sul bordo dell’alpe di Cosmagnon, in posizione immediatamente sovrastante i roccioni. Non è possibile stabilire se il bombardamento fu prima causa della tragedia o se questa già si fosse innescata nei giorni precedenti, dovuta a cedimenti strutturali degli strati di dolomia che contraddistinguono la zona, cedimento peraltro non infrequente, anzi pure periodico, ora come allora, in questo settore del massiccio. Va pure ricordato come, nel settore, numerosi lavori di mina e di scavo erano pure attuati da parte italiana al fine di ricavare postazioni e rafforzare e linee e non è detto che pure queste opere abbiano alfine contribuito all’innesco della tragedia.Di fatto, il 5 settembre, la montagna cominciò a dare qualche segno di cedimento, tramite rumori e vibrazioni che causarono l’inquietudine dei reparti ad essa sottostanti tanto che il Genio Militare – qui presente per i lavori di rafforzamento – istituì un cordone militare per impedire il transito dei soldati nel settore orientale dei roccioni, quasi a ridosso dell’Imbuto della Lora. La tragedia intuita avvenne puntualmente attorno alle ore 22,20-22,30 di quel 5 settembre: una gigantesca frana si staccò dalla dorsale dei roccioni, facendo scomparire e precipitare un’ampia porzione di essi verso la sottostante Val Prigioni.L’area interessata, prossima all’Imbuto e quindi alla via più diretta per raggiungere le prime linee, era quella dove si trovavano le baracche comando e un cospicuo numero di baraccamenti militari. L’enorme mole di detriti travolse numerosi soldati, trascinandoli per centinaia di metri verso il fondo di Val Prigioni. Vittima illustre dell’evento fu il colonnello Ernesto Testa-Fochi, ufficiale del 3° Reggimento Alpini, il quale, avendo trovato sbarrato il passo dal cordone istituito dal Genio, volle ugualmente raggiungere la sua baracca per recuperare del materiale rimanendo travolto dalla frana improvvisamente staccatasi dalla dorsale della Lora. L’ufficiale superiore, già decorato con tre medaglie d’argento al Valor Militare e due di bronzo, aveva fama d’essere invincibile. Si narra come, due giorni più tardi, recuperato il corpo del comandante, i suoi alpini ne salutarono la sepoltura affermando che “par copare el colonnello non bastava pallottole né bombe. Ghe voleva ‘na montagna” (per ammazzare il colonnello non erano sufficienti pallottole o bombe… ci voleva una montagna!).
Voglio solo segnalare la sostituzione delle corde e dei scalini nella parte attrezzata del sentiero e ricordo sempre che si tratta di un sentiero attrezzato , quindi si devono usare i mezzi di sicurezza idonei. ciao
10/12/14 Voglio segnalare un ulteriore peggioramento della frana del sentiero presso il punto attrezzato nel passaggio del canale detritico , tale slavinamento rende difficoltoso il passaggio per persone poco preparate , inoltre risulta in continuo movimento. Ciao Buon cammino
Situazione attuale? Grazie
Situazione attuale?
Grazie
Ciao Andrea , la situazione attuale non credo sia cambiata …ma non ho la certezza , ma di solito nel periodo estivo autunnale e tranquilla …presenta un passaggio in cui devi tenere le braccia allungate sulla corda , ma si tratta di un passaggio di circa 5 metri .
Grazie mille Luke, buona montagna!
Andrea
La ferrata è difficile? quanti metri di ferrata ci sono?
Ciao la ferrata nn è difficile , sono dei pioli piantati sulla roccia , e un cordino passa sopra per legarsi , ma sotto c’è solo qualche metro il ghiaione slavinato , lo puoi vedere anche nelle foto , dura circa una decina di minuti. Ciao buon cammino
Vorrei sapere Luke se il sentiero è accessibile visto che era stato bloccato un paio di mesi fa.Grazie.
Ciao Valentino e da tempo che nn lo salgo dalle ultime notizie del 29/10/22 risulta una frana nel solito canalino di discesa per poi raggirare l’ultimo tratto e salire nella sella , non avendo fatto verifiche in loco , nn saprei consigliarti , finché nn ci passo io . Se guardi su FB del rifugio è riportata ma con pochi dettagli.Ciao buon Cammino