Ci sono delle realtà che qualche volta vengono bistrattate da chi dovrebbe prendersene cura, con quell’amore che il montanaro conosce bene ,ed è il motore della propria esistenza in un legame con il territorio che non conosce confini. Luciano cailotto
La nuova vita della baita Cristellin è un passo verso l’amore infinito per quella piccola ma grande realtà della Val Zoldana dove ci si sente a casa e dove ci si sente in famiglia, perché questa è la Val Zoldana…e perché si torna sempre dove si è stati bene… un grosso in bocca al lupo a chi ha avviato e crede in questo progetto…
“Chi più in alto sale, più lontano vede; chi più lontano vede, più a lungo sogna.”
un grosso in bocca al lupo per la nuova vita della Baita Cristelin…
Cartografia : Edizioni Zanetti – n°103 Val di Zoldo – Pelmo – Civetta 1:25000
Come raggiungere
Dopo aver raggiunto il centro di Zoldo , si lascia l’auto e si prosegue verso la sinistra della valle , prendendo il 531 dalla Località Baron . Se non si trova posto in centro a poche centinaia di metri c’è il Palazzetto con un ampio posteggio. Oppure lasciare l’auto presso il Campeggio Le Bocolè situato prima della galleria che porta poi a Forno di Zoldo , vicino al locale L’Insonnia .
Descrizione
Percorso non tanto tecnico , ma che richiede un impegno fisico che non è certo uno scherzo , alcuni tratti sono molto ripidi ed altri esposti , ma ciò che si porta a casa da questo itinerario che fa parte dell’anello Zoldano è veramente qualcosa di incredibile ed unico , come del resto sono le emozioni che regala la val Zoldana , il sentiero 531 porta fino al rifugio Sommariva Prampèret 1857 m , ma noi devieremo imboccando poi il 532 , si sale dapprima in un boschetto molto bello mentre a nord si osserva la fantastica Val Zoldana e il torrente Maè , mentre superando una piccola cascatina la salita si fà più severa e ripida , in pochi minuti si salgono 100 metri di dislivello raggiungendo un primo bivio Ru della Doà 910 m , e la variante che arriva dalla Località Baron , raggiungendo una panchina in una parte abbastanza esposta e sotto la visione del Caregon ovvero del Monte Pelmo , lo scenario e mozzafiato si supererà una passerella in legno e si rientra poi in un tratto boschivo fino alla Casera Col Marsanch 1290 m, si prosegue a salire circa altri 20 minuti fino a raggiungere il bivio con il 532 , che una volta raggiunto avremo più chiara la notevole distanza che ci vuole per raggiungere sia una che l’altra meta , sul 531 ci vogliono 4h30 per arrivare al Rifugio Sommariva Pramperèt 1857 m, e ancora ben 3h30 per il Rifugio Angelini attraverso il 532 , imbocchiamo il nostro sentiero , sale un pò tranquillo per qualche tratto , ma appena usciti dal boschetto ci farà vedere la forcella che dovremmo raggiungere su uno stretto vallone che porterà a breve a quota 1870 circa , per poi affrontare un tratto pianeggiante tra i mughi e portarci in una posizione in cui la vista dei ghiaioni che scendono al fondovalle è quasi impressionante (completato il giro potremmo vedere dal fondo dove siamo passati ) ,passeremo sotto la Forcella di Col Pelos , fino a raggiungere la quota 1900 , dove incroceremo il bivio per la via 533 che attraversa lo Spiz di mezzo , lo Spiz Nord , lo Spiz Nord Ovest e lo Spiz Nord Est , rientrando poi nel 532 , ma il nostro percorso ricomincia a salire tutto sassoso e passa per il belvedere di Mezzodì a quota 1964 m , ancora pochi metri un parte attrezzati anche se non difficoltosi , ma in ogni caso evitabili passando per un altra variante del Belvedere che porterà sempre Sora l’sass de Mezzodì , mentre il tratto attrezzato passerà prima sul Giaron dantre Spiz 1800 m , scenderemo poi in circa 20 minuti raggiungendo così il Fantastico Rifugio Sora l’Sass a 1588 m , un luogo fiabesco ed incredibile .
Ritorno
Il ritorno può essere fatto sia dal sentiero 534 che scende direttamente a Forni di Zoldo in località Baron , oppure per chi ha più tempo e le gambe lo permettono sempre dal 534 però imboccando il sentiero che sale verso il tratto attrezzato che porterà al Pian De La Fopa a 1100 m e discenderemo poi nella valle Prampèrt fino a Forno di Zoldo.
Cartografia : Edizioni Zanetti – n°103 Val di Zoldo – Pelmo – Civetta 1:25000
Come raggiungere
Dopo aver raggiunto il centro di Forno di Zoldo , si lascia l’auto e si prosegue verso la sinistra della valle. Se non si trova posto in centro a poche centinaia di metri c’è il Palazzetto con un ampio posteggio.
Descrizione
Questo percorso non presenta difficoltà tecniche , se non nella parte attrezzata che scende dal Rifugio Angelini Sora l’Sass e per la sua lunghezza , dal centro del paese sulla sinistra verso località Baron , si imbocca il 534 per il Rifugio Sora l’Sass , molto bello che sale su un bosco quasi incantato e poco ripido , si raggiunge poi il tratto prativo di Casera de Mezzodì 1349 m , si rientra nel bosco e si sale fino a raggiungere un tratto più ripido e entrare su quel pianoro dove alla fine del boschetto si incontrerà il Rifugio Angelini Sora l’Sass 1588 m , poi proseguendo per il 534 si passa sotto le creste dello Spiz Nord-Ovest e lo Spiz Nord-Est , ed entrare nella parte più difficile del nostro percorso una discesa su un canale fluviale stretto di alcune centinaia di metri , con corda in acciaio , anche se rimane un sentiero che scende a zig zag , qui bisogna prestare molta attenzione , si scende così nel vallone della Val Prampèrt , sul Pian della Fopa, a circa 1100 m .
Ritorno
Dal pian de la Fopa si ridiscenderà attraverso la strada sterrata della val Prampèrt che ci riporterà al punto di partenza . Oppure volendo si può rientrare dallo stesso sentiero , senza così percorrere il tratto attrezzato che scende dal Rifugio Angelini 1588 m, al pian de la Fopa 11oo m . Volendo dopo essere arrivati alla Casera di Mezodì 1349 m , si potrebbe anche seguire il 525 che porta nella rotabile della Val Prampèrt scendendo poi fino a Forno di Zoldo .
Itinerario :Forno di zoldo-Rifugio Sora l’Sass-Rifugio Pramperet-Passo Duran
Tipo di terreno : sentiero e mulattiera, sterrato circa 34 Km
Tempo di percorrenza del sentiero : 11h00
Sentieri usati : 534 – 523 – 543 – 536 – 524
Dislivello totale : 2004 m
Quota massima raggiunta : 1996 m
Cartografia : Edizioni Zanetti – n°103 Val di Zoldo – Pelmo – Civetta 1:25000
Come raggiungere
Dopo aver raggiunto il centro di Zoldo , si lascia l’auto e si prosegue verso la sinistra della valle. Se non si trova posto in centro a poche centinaia di metri c’è il Palazzetto con un ampio posteggio.
Descrizione
Questo percorso non presenta difficoltà tecniche , se non nella parte attrezzata che scende dal Rifugio Angelini Sora l’Sass e per la sua lunghezza , dal centro del paese sulla sinistra verso località Baron , si imbocca il 534 per il Rifugio Sora l’Sass , molto bello che sale su un bosco quasi incantato e poco ripido , si raggiunge poi il tratto prativo di Casera de Mezzodì 1349 m , si rientra nel bosco e si sale fino a raggiungere un tratto più ripido e entrare su quel pianoro dove alla fine del boschetto si incontrerà il Rifugio Angelini Sora l’Sass 1588 m , poi proseguendo per il 534 si passa sotto le creste dello Spiz Nord-Ovest e lo Spiz Nord-Est , ed entrare nella parte più difficile del nostro percorso una discesa su un canale fluviale stretto di alcune centinaia di metri , con corda in acciaio , anche se rimane un sentiero che scende a zig zag , qui bisogna prestare molta attenzione , si scende così nel vallone della Val Prampèrt , sul Pian della Fopa, a circa 1100 m , si attraversa il torrente e lo si risale attraverso il segnavia 523 fino a raggiungere la Malga Prampèrt 1540 m passando per dei pascoli molto belli e con alcune sculture in legno del Pian dei Palui , superata la malga e tenendosi sul sentiero 523 si raggiunge il Pian della Vedova e poi il Rifugio Sommariva Pramperèt 1857 m sotto la cima del Monte Pramper , da li si proseguirà con il sentiero 543 che sale dapprima a Forcella del Moschesin 1940 m , dove è presente una piccola caserma del periodo 1915-18 per poi proseguire sotto il gruppo del Tamer passando per malga Moschesin e poi salire attraverso i ghiaioni fino a Forcella Dagarei 1620 m , e scendere fino alla strada che porterà al Rifugio Tomè e al San Sebastiano del Passo Duran , da li si prenderà il 536 fino a raggiungere il bivio con il Bivacco Angelini , poco sotto la forcella de la Càure si scenderà per la Val Barance fino a raggiungere il laghetto Al Vach poi si imboccherà il 524 fino a Casera del Pian entrando così su una stradina sterrata , passando la Val De la Malisia e poi il Campeggio dei Padri Giuseppini di Montecchio Maggiore, raggiungerà poi a breve la località Pralongo , e scendendo un pò più in basso Forno di Zoldo .
Cartografia : Edizioni Zanetti – n°103 Val di Zoldo – Pelmo – Civetta 1:25000
Come Raggiungere
Si sale a Forno di Zoldo , raggiunto il bivio che porta a passo Cibiana si può lasciare l’auto , oppure sul posteggio davanti il palazzetto di Hockey , appena imboccata la strada si nota sulla destra il segnavia del sentiero.
Descrizione
Il sentiero 491 , parte a quota 820 m su un boschetto a ridosso delle abitazioni , per poi salire in un primo tratto di faggetta , mentre gradualmente inizia ad inerpicarsi un pò più velocemente verso la Val della Casera, poco usato , infatti nella parte iniziale presenta il tratto prativo con erba abbastanza alta , si sale a mezza costa anche se risulta ancora ampio e abbastanza piano , la visuale verso Zoldo alto ed il Civetta , ed il Pelmo lo rende fantastico , si prosegue con panorami meravigliosi quando il bosco regala spazi liberi in cui ammirare il tutto , il sentiero si stringe e prosegue in un crinale dove destra in lontananza si vede la strada , si restringe ancora camminando quasi su un crinale strapiombante anche se ricco di piante , si raggiunge il Col a Vèent mentre si può ammirare in lontananza e dall’altra parte della valle in località le Boccole , l’Insonnia , locale tipico della Zona , si prosegue con alcuni tratti un pò più esposti ma dove il panorama merita di essere ammirato , si transita inoltre in una fontana di acqua incredibilmente fresca e dissetante , il sentiero qui ha ripreso quota e la sua larghezza in questi pianori dove il sottobosco sembra incantato si passa per il Parer dal’agre ed in località Fagarè a circa 1045 m , si raggiunge cosi a breve la Casera del Mugiòn , dove incroceremo il bivio del sentiero 490 che sale da Pontesei . Il sentiero ricominci di nuovo a salire anche se non in maniera ripida ed esposta , anzi regala un meraviglioso sottobosco , anche alcuni passaggi molto belli , per poi iniziare un pò più pendente dopo il passaggio in un canalino fluviale , raggiungendo poi un bellissimo ponticello in tronco , che attraversa un torrente si sale ancora , ma si inizia a sentire il profumo di qualcosa di buono che nella sua semplicità viene cucinato nel rifugio Casera di Bosconero 1457 m, proprio sotto al Sasso di Bosconero , un luogo unico in cui ristorarci , mente e fisico . Un luogo che merita l’appellativo “Rifugio”. Dopo una sosta ad ammirare un panorama mozzafiato sia davanti al rifugio che nella maestosa parete del Sasso di Bosconero situato alle spalle del rifugio , torniamo indietro per un centinaio di metri e raggiungiamo un bivio , dove prenderemo il 485 per Casera de Zot , il sentiero sarà da prima un pò pendente , poi entrerà di nuovo nel bosco verso la Casera dove affiancheremo la stessa scendendo attraverso la valle per raggiungere la bellissima cascata , dove un bagno ai piedi sarà di ristoro , proseguiremo poi attraverso il sentiero , che con alcuni saliscendi ci porterà a laghetto delle streghe , un piccolo laghetto in un posto quasi magico e fantastico , proseguiamo per il sentiero fino a raggiungere Casera del Mugon e rientrare nel 491 che ci riporterà a Forno di Zoldo ripercorrendo a ritroso il cammino del mattino.
Cartografia : Lagiralpinan°3 Dolomiti Agordine e Val di Zoldo 1:25000
Come raggiungere
Si sale la val di Zoldo fino a raggiungere il Palafavèra , nel comprensorio sciistico del Civetta dopo aver lasciato l’auto sul posteggio , oppure aver dormito in tenda sul campeggio adiacente . Si parte sulla destra del posteggio e si sale .
Descrizione
Questo è un sentiero di raccordo , non avrebbe una grandissima utilità se non entrasse nell’Anello del Pelmo , e verso il rifugio Venezia , resta quindi molto interessante per evitare di lasciare la macchina al Passo Staulanza dove i posti auto sono limitati , sale molto lieve e in un tratto boschivo molto bello , con un sottobosco magico e in perfette condizioni a parte qualche albero presente sul sentiero , tutto sotto le pareti strapiombanti del Pelmo fino a raggiungere il sentiero 472 Anello del Pelmo , raggiunto il Col delle Crepe , sulla destra si prosegue verso il rifugio Venezia 1947 m , mentre a sinistra si scende fino al Passo Staulanza 1783 m. Interessante per chi volesse allungare un pò il percorso visitare le orme dei dinosauri proseguendo per circa 20 minuti verso il Passo staulanza , incontrando così il bivio che porta sotto le orme dei Dinosauri.
Tempo di percorrenza della via : 2h30 (8h il giro completo)
Dislivello totale : 1350 m Classe : EEA Attrezzato
Quota massima raggiunta : 3220 m
Cartografia : Lagiralpinan°3 Dolomiti Agordine e Val di Zoldo 1:25000
RICORDO CHE QUESTA FERRATA E MOLTO DURA SOTTO IL PROFILO FISICO , LA SALITA RICHIEDE CIRCA 3 ORE ( PER I MENO PREPARATI ) , E RICORDO CHE IL PROBLEMA PIU’ GROSSO E DATO DAI TEMPI DI AVVICINAMENTO E RITORNO PER UN TOTALE DI CIRCA 8 ORE , SI PARTE DA CASERA DELLA GRAVA , OPPURE DORMIRE AL RIFUGIO COLDAI
AVVICINAMENTO
Dopo aver raggiunto l’abitato di Dont si prosegue verso il Passo Duran , raggiunto l’abitato di Chiesa si mantiene la sinistra per Casera della Grava 1627 m , li si lascia l’auto e si sale per il sentiero 557 fino a superare la forcella Grava a quota 1784 m e poi raggiungere attraverso il sentiero 558 prima la stazione della funicolare che porta il materiale sul Rifugio Maria Vittoria Torrani , si prosegue per il sentiero 558 divenuto ripido fino a raggiungere prima il sentiero Angelini e poi salendo fino alla Forcella Vant della Sasse quota 2476 m , si entra nell’altipiano Val della Sasse con un panorama che sembra lunare , tenendosi sulla destra si arriva dopo 20 minuti all’attacco della via , tempo di arrivo all’attacco e di circa 2h30.
Una ulteriore via di risalita fino all’attacco e data dal sentiero 558 che parte nella zona del Rifugio Vazzoler nel versante opposto Agordino , la quale risulta molto piu lunga sia in auto che nel tratto a piedi.
LA FERRATA
La via ferrata e molto bella ed impegnativa , molto diversa da quella degli alleghesi , più corta ma severa , si sale il bastione di testa situato a monte della Val della Sasse , l’attacco e posto a quota 2613 m , mentre il dislivello e di circa 380 m , la ferrata parte inizialmente su roccette stabili con molti appigli , per poi iniziare con dei tratti di corda abbastanza irti , anche se con diverse staffe ed appigli , si prosegue poi su serie di lastroni di circa 15-20 metri , poi inizia con tratti più impegnativi , si affrontano alcuni traversi orizzontali , per poi riprendere a salire in quasi verticale , poi superato l’ultimo tratto verticale si ritorna in un tratto orizzontale a scaletta , per poi raggiungere il tratto più esposto della ferrata che porterà ad un tratto privo di corda fisse per poi risalire a Pian della Tenda e un’ultimo tratto dove si raggiunge il rifugio Maria Vittoria Torrani a quota 2984 m , se si prosegue verso la cima in circa 40 minuti , attraverso un sentiero che sale su un ghiaione detritico fino a quota 3220 del Civetta.
Il ritorno viene fatto per la via normale che scende attraverso le guglie scendendo a sinistra del rifugio Torrani , con alcuni pezzi attrezzati fino a raggiungere il sentiero Tivan 557 in circa 2h , rientrando così dallo stesso fino a Casara della Grava
VOGLIO RICORDARE CHE LA FERRATA E IMPEGNATIVA SU AMBIENTE DI ALTA QUOTA , PRIVA DI ACQUA E CHE PER COMPIERE L’ANELLO COMPLETO CI VOGLIONO 8H PARTENDO DA CASARA DELLA GRAVA
Tempo di percorrenza della via : 3h30 (8-9 h il giro completo)
Dislivello totale : 1100 m Classe : EEA Attrezzato
Quota massima raggiunta : 3220 m
Cartografia : Lagiralpinan°3 Dolomiti Agordine e Val di Zoldo 1:25000
RICORDO CHE QUESTA FERRATA E MOLTO DURA SOTTO IL PROFILO FISICO , LA SALITA RICHIEDE CIRCA 4 ORE ( PER I MENO PREPARATI ) , E RICORDO CHE IL PROBLEMA PIU’ GROSSO E DATO DAI TEMPI DI AVVICINAMENTO E RITORNO PER UN TOTALE DI CIRCA 8-9 ORE , MEGLIO SE SI RIESCE A DORMIRE AL RIFUGIO COLDAI
AVVICINAMENTO
Dopo aver raggiunto il Palafavera ed aver lasciato l’auto si prosegue a piedi sulla carrabile sentiero 564 verso malga Pioda si imbocca sulla sinistra il 556 fino al rifugio Coldai Sonino 2132 m tempo di percorrenza circa 2h ,per poi proseguire verso il sentiero del Tivan per circa 1h30 , passando per i torrioni delle Zoliere quota 2184 m , fino a raggiungere Porta del Masarè 2420 m nei torrioni del Schenal del bech , da li sulla destra parte il sentiero che sale sull’attacco della ferrata .
LA FERRATA
La via ferrata e molto bella con difficoltà tecnicamente non difficili , ma molto impegnativa per la sua lunghezza , sommati a quelli della via di rientro . Fin dall’attacco ripido con molte staffe presenti , in ambiente severo di alta quota , salendo si incontrano canalini molto facili da superare grazie ai numerosi gradini di roccia , lo scenario e mozzafiato che si vede e unico già a questa quota. Si superano alcuni tratti verticali ma con numerosi appigli naturali incontrando poi altri canalini attrezzati ed alcuni no , alcuni canalini verticali ben attrezzati da staffe si superano facilmente per poi raggiungere tratti piani che portano a pezzi attrezzati con pendenza di 45-50 gradi , riprendendo poi tratti più verticali e scalette , incontrando dei piccoli terrazzamenti dove e possibile sostare gustando un panorama incredibile , la via inizia nuovamente a salire su un canalino verticale con molte staffe e appigli , incontrando un altro terrazzino con una visuale unica sul Pelmo e Pecol e la val di Zoldo , si ricomincia a salire in verticale con molti appigli naturali , raggiungendo altri terrazzi di sosta , si riprende una salita verticale per poi affrontare un traverso in cui bisogna prestare attenzione che porta nel forcellino tra i due versanti , situato sopra il rifugio Tissi e una visuale unica sulla Marmolada , la salita riprende verticale e prosegue un traverso orizzontale e poi riprende verticale con poca pendenza raggiungendo un punto in quota in cui sono visibili il lago di Alleghe e il laghetto di Coldai , si riprende a salire sulla cresta raggiungendo finalmente la vetta del Civetta 3220 metri con un scenario a 360 gradi che riesce ad emozionare anche i cuore duro dei montanari più veri . si scende poi fino al rifugio Maria Vittoria Torrani quota 2984 m.
Il ritorno viene fatto per la via normale che scende attraverso le guglie scendendo a sinistra del rifugio Torrani , con alcuni pezzi attrezzati fino a raggiungere il sentiero Tivan 557 in circa 2h , per poi rientrare al rifugio Coldai e scendere al Palafavera
Un ulteriore sentiero per il ritorno sarebbe attraverso la ferrata Tissi , che allunga notevolmente il percorso rendendolo cosi ancora più difficile fisicamente , ricordo inoltre che la ferrata Tissi in discesa risulta molto complessa e pericolosa sopratutto per la stanchezza fisica , resta quindi una via per ESPERTI ALPINISTI
VOGLIO RICORDARE CHE LA FERRATA E IMPEGNATIVA SU AMBIENTE DI ALTA QUOTA , PRIVA DI ACQUA E CHE PER COMPIERE L’ANELLO COMPLETO CI VOGLIONO 8H DAL RIFUGIO COLDAI
Anche il Pelmo ci riempie di impagabili emozioni , non e certo difficile come l’anello del Moiazza-Civetta ma e molto bello ed appagante , praticabile per una cerchia più ampia di persone , la bellissima val Zoldana offre itinerari di incredibile bellezza , certamente non e molto conosciuta come altri luoghi , ma e proprio per questo motivo , per la sua semplicità che è qualcosa di grandioso , una valle in cui puoi solo sentirti a casa . buon cammino . Luciano
Come raggiungere
Dopo aver salito da Longarone , verso Forno di Zoldo , sì prosegue sulla SS 347 fino a raggiungere Passo Staulanza quota 1766 m , si lascia l’auto in uno degli ampi posteggi e si prosegue a piedi.
Si può anche salire da Agordo fino a raggiungere il Passo Duran attraverso la valle Agordina, e poi al bivio salire al passo Staulanza.
Inoltre per chi volesse essere più comodo può sempre pernottare al rifugio Passo Staulanza
Ho diviso anche questo itinerario in 2 giorni per poterlo affrontare con calma , sostando più volte per ammirare il paesaggio veramente suggestivo . anche se basterebbe una giornata, per godere appieno della bellezza di questo anello . Resta chiaro che bisogna prima di partire prenotare il rifugio venezia il pernotto e la cena . Il percorso citato può essere percorso anche tutto in un giorno ovviamente dipende dalla preparazione di chi lo affronta , ma a mio avviso per contemplare il paradiso in cui ci si trova ed assaporarne il viaggio e meglio percorrerlo in tutta tranquillità . Buon cammino.
1° Giorno
Passo Staulanza – Rifugio Citta di Fiume – Rifugio Venezia De Luca
Tempo di percorrenza: 6h30
Dislivello totale: 706 m
Quota massima raggiunta: 2476 m
Sentieri usati: 472 – 480
Punti di appoggio: Rifugio Staulanza – Rifugio Citta di Fiume – Rifugio Venezia De Luca
Dal rifugio Staulanza a quota 1766 si sale imboccando il segnavia n.472 che porta verso il Rifugio Citta di Fiume percorso molto bello inizialmente in mezzo ad un bosco di conifere , per poi transitare alla base del ghiaione della Val d’Arcia e proseguire rientrando nel boschetto misto pascolo che ssale a quota 1918 del rifugio Citta di Fiume , si prosegue sul sentiero n.480 verso forcella Forada , da dove si potra vedere in lontananza l’Antelao , il Sorapiss ed il Rifugio San Marco , proseguendo poi si sale un ripido vallone detritico abbastanza stretto , che porta nel ghiaione del nevaio D’Arcia e poi salendo nello stesso fino all’omonoma Forcella D’Arcia 2476 m. da li si scende attraverso il sentiero Flaibani nella prima parte abbastanza tecnico e con tratti attrezzati per poi entrare in un ghiaione fino a raggiungere il Rifugio Alba Maria Venezia dove poi pernotteremo . Una bella cena , uno sguardo al calar del sole , cosi arriva la luna , si va a nanna.
2° Giorno
Rifugio Venezia De Luca – Passo Staulanza
Tempo di percorrenza: 3h30
Dislivello totale: 300 m
Quota massima raggiunta: 2380 m
Sentieri usati: 472
Punti di appoggio: Rifugio Venezia De Luca – Rifugio Staulanza
Dopo una buona colazione ci si avvia con calma , il sentiero non presenta difficoltà percorre piccole radure e ampi tratti boschivi di conifere e mughi , con diversi saliscendi poco impegnativi sempre sotto le cenge del Pelmo , molto bello , si incrocia il bivio che imbocca il n.473 che viene usato per la Dolomiti extreme , poi il n.474 che porta al Palafavera , e come ultimo quello che porta alle orme dei dinosauri , una roccia scolpita dalle zampe dei dinosauri a circa 30 minuti dal sentiero principale , si continua verso il passo Staulanza , non ci sono difficoltà in questo sentiero e risulta anche veloce da percorrere , diverse passerelle permettono il passaggio di alcuni punti dove l’umidità ed il fango la fanno da padrone , fino a raggiungere il Passo ed aver completato il nostro anello del Pelmo.
Questo itinerario che io ho proposto in 2 giorni lo si può percorrere anche in uno , ma il consiglio che io posso dare e prendetevi il giusto tempo per assaporare questo itinerario molto bello e variegato nei suoi panorami.
Variante 467
Esiste anche la possibilità di una variante per accorciare il percorso evitando il rifugio Città di Fiume e risalendo il n.467 Sale della croda Toronda per poi entrare nel ghiaione della Val D’Arcia riducendo notevolmente sia la lunghezza che la fatica fisica , rientrando poi nella forcella D’Arcia nello stesso itinerario fino al rifugio Venezia.
Cartografia : Civetta-Alleghe-Selva di Cadore-Zoldo REGIONE VENETO 1:40000
Piccole riflessioni Personali
Era da tempo che meditavo questo grandioso e complesso anello Moiazza-Civetta , un percorso non sicuramente facile , con salite impervie e dure , ma con scenari unici ed incredibili , sia ben chiaro non e un percorso per tutti, ma per chi vuole misurare se stesso con la montagna , qui potrà trovare pane per i suoi denti , un percorso tortuoso ti porterà da un rifugio all’altro , con continui cambi di panorama e visioni mozzafiato sotto le rocce della Moiazza e del Civetta , e di un maestoso Pelmo che sorveglia in lontananza , una catena indescrivibile di emozioni che porterete a casa , stanchi ma con qualcosa in più dentro il vostro cuore. Luciano
Come raggiungere
Dopo aver salito da Longarone , verso Forno di Zoldo , sì prosegue sulla SS 347 fino a raggiungere Passo Duran quota 1601 m , si lascia l’auto in uno degli ampi posteggi e si prosegue a piedi.
Si può anche salire da Agordo fino a raggiungere il Passo Duran attraverso la valle Agordina.
Ho diviso questo itinerario in 2 giorni vista la difficoltà di percorrenza e la pendenza da superare, resta chiaro che bisogna prima di partire prenotare il rifugio Coldai il pernotto e la cena , qui a seguito descriverò i percorsi con due colori diversi . Buon cammino.
1° Giorno colore ROSSO
Passo Duran – Rifugio Coldai
Tempo di percorrenza: 7h30
Dislivello totale: 1706 m
Quota massima raggiunta: 2380 m
Distanza: 12.8 km
Sentieri usati: 578 Sentiero Angelini – 557 Sentiero del Tivan
Punti di appoggio: Rifugio San Sebastiano – Bivacco Grisetti – Rifugio Coldai Sonino
Si inizia la salita attraverso il 578 Sentiero Angelini entrando in un boschetto adiacente al Rifugio San Sebastiano , per un primo tratto boschivo , che poi esce tra le mughe e ghiaione salendo abbastanza ripido e impegnativo su un ambiente severo fatto di continui cambi di pendenza con panorami mozzafiato verso il grandioso Pelmo , si continua a salire con pendenze importanti fino a raggiungere i tratto prativo di Vant della Moiazza quota 1985 m , raggiungendo poi il Bivacco Grisetti , da li si sale ancora, il sentiero e poco segnalato ma si procede verso la forcella inferiore 2300 m attraverso un buon aumento di pendenza su roccia , fino a raggiungere il Col del Vant 2300 m , per poi scendere attraverso un ghiaione e raggiungere il sentiero Tivan 557 che dopo aver superato il raccordo con la Ferrata degli Alleghesi , ed il Schinal del Bech porterà direttamente al Rifugio Coldai 2132 m , percorso non facile e caratterizzato da numerosi cambi di pendenza molto difficili . Raggiunto il Rifugio Coldai ed ammirato il grandioso spettacolo verso Zoldo Alto e Pecol si pernotterà per poi partire l’indomani dopo colazione per la seconda parte del percorso . Un consiglio che posso dare non siate pigri e salite verso il tramonto sulla forcella Coldai 2192 m per poter ammirare il cielo , lo spettacolo sarà ineguagliabile.
Variante tratteggiata Rosa
Questa variante che propongo presenta un abbassamento di quota interessante , ma elimina la parte più difficoltosa posizionata tra il Bivacco Grisetti e l’imbocco del Sentiero Tivan , abbassandosi fino a 1627 della Casèra della Grava per poi rientrare di nuovo nel 557 del Tivan all’altezza della funicolare che trasporta i materiali e viveri sul Rifugio Maria Vittoria Torriani posizionato a quota 3050 m poco lontano dalla Cima del Civetta 3220 m.
2° Giorno colore ARANCIO
Rifugio Coldai – Passo Duran
Tempo di percorrenza: 8h30
Dislivello totale: 2000 m
Quota massima raggiunta: 2200 m
Distanza: 20 km
Sentieri usati: 560 – 555 – 554 – 549
Punti di appoggio: Rifugio Coldai Sonino – Rifugio Tissi – Rifugio Vazzoler – Rifugio Bruto Carestiato
Si parte per il secondo giorno di viaggio , dopo aver lasciato il Rifugio Coldai ed avere imboccato il sentiero 560, si sale fino alla forcella a 2192 m per poi ammirare il bellissimo lago dove si rispecchiano le cime circostanti , seguendo il sentiero raggiunto il crinale si potrà vedere il lago di Alleghe in fondo la valle, per poi raggiungere un piccolo forcellino , da cui si potrà ammirare il rifugio Tissi sulla destra , mentre a sinistra si vede in lontananza il sentiero , prima di raggiungere la Forcella Col Rèan 2107 m si incontra una piccola pozza d’acqua che attraverso il terreno scompare per poi tornare in superficie circa 100 metri più in basso , si prosegue fino a raggiungere così il sentiero che sale al Rifugio Tissi 2250 m , si prosegue il percorso scendendo di quota fino a raggiungere la zona quasi paludosa della Caserà Col Rèan , si ricomincia a salire attraverso pascoli e un piccolo torrente che scende , superata la Sella della Pelsa 1954 m , mantenendo la sinistra si prosegue superando le Casara Favretti imboccando così la strada fino a raggiungere il Rifugio Vazzoler 1714 m , proseguendo poi sulla strada carrabile con segnavia 555 per qualche kilometro si incontra il bivio con il 558 , ma noi proseguiamo ancora per circa 1km raggiungendo così il bivio con il 554 che porta alla Forcella del Camp 1933 m , con tratti di un certo impegno fisico ma molto belli e panoramici , raggiunta la Forcella si inizia dapprima a scendere per poi attraverso un traverso si raggiungerà il Rifugio Bruto Carestiato 1834 m , in una posizione molto panoramica , da li proseguendo sulla strada sterrata attraverso il 549 si ritorna al Passo Duran .
Questa parte del sentiero sebbene possa sembrare più facile non e esente da diverse salite con pendenze di una certa importanza, che sommate alla tappa di ieri potrebbero presentare il conto in questa parte del percorso .