Il rifugio Alpino non è un ristorante od un albergo in cui contano le stelle , il rifugio alpino è fatto di persone ,uomini e donne , e fatto di calore , amicizia , accoglienza ,condivisione , solidarietà e conforto ; valori ormai persi nel tempo ma che qui hanno ritrovato la loro identità e forma , eh si nel rifugio contano le persone. Luciano Cailotto
Voglio raccontare una storia , quella di uno dei più belli ed antichi rifugi delle Dolomiti , ma prima voglio fare capire a voi lettori il significato della parola Rifugio che credo a molti non sia del tutto chiaro :
Rifugio: Riparo, difesa, protezione contro insidie o pericoli materiali o spirituali

La nuova gestione
Voglio spendere due parole per chi ha detto e dice : ma i giovani non hanno voglia di fare , ma nn hanno voglia di mettersi in gioco , nn si rimboccano le maniche … balle . I giovani hanno idee , hanno motivazione , hanno la grinta e questo ne è la dimostrazione, può sembrare facile gestire un rifugio , ma quando si tratta di un rifugio come il Nuvolau, nn stiamo parlando di una cosa qualsiasi , solo pensare gli anni di storia che qui ci sono passati fa rabbrividire. Io qui ci sono stato la prima volta nel 1986, quando con il campo estivo della mia compagnia Genio Guastatori del 7° alpini brigata Cadore siamo saliti dal Falzarego, tornarci ancora e sempre per me un’emozione , ma vederlo in mano a giovani con la voglia di fare mi commuove e mi rende felice , orgoglioso e fiero . Grazie Ragazzi un grosso in bocca al lupo a tutti , ci vedremo molto presto di nuovo . Luciano Cailotto
Emma
Viaggiatrice, ragazza au pair, marinaia, cuoca, cameriera, imprenditrice, rifugista, traduttrice, ragioniera, cronometrista, volontaria CISV… Parla 6 lingue, a volte dimentica l’italiano ma l’ampezzano mai, ama mangiare e camminare. Ultima passione: il cicloturismo!
Juan
Ingegnere cileno della sicurezza sul lavoro, pilota di droni, appassionato di storia e montagna, macchinista della teleferica. Ama andare in bicicletta, nonostante le numerose cadute. Primo sostenitore del sogno Nuvolau, sopporta e supporta Emma, ha mollato tutto e chiama il Rifugio la sua nuova casa.
Margherita
Musicista, maestra di flauto traverso, barista, cameriera. Attrice mancata, ama cantare e le lingue, odia cucinare, adora il caffè. La trovate nei suoi castelli in aria o impegnata in qualche impensabile progetto.
Angelo
Perito elettrotecnico, pilota di elicotteri, esperto di fotovoltaico e di tortellini, commercialista a tempo perso, libero professionista. Mente brillante, ogni progetto (delle sorelle) diventa una sfida! Ha mani d’oro, aggiusta tutto, anche il mondo.
Erika
Parrucchiera, ragazza au pair, barista, receptionist, studentessa di lingue. Re-inventrice di se stessa, cambia spesso taglio e colore di capelli, ama cucinare, meno camminare, gestisce i nostri social, ottimo pollice verde.
Cesare
Chef, direttore di ristoranti, allevatore, pompiere volontario, apprendista sarto. Leader nato, non elenca problemi ma trova soluzioni. Drogato di sci e sciate, ama il maiale, lavora a maglia e produce splendide calze di lana.
CONTATTI
https://www.facebook.com/rifugio.nuvolau.2575
sito : https://rifugionuvolau.it/
Telefono : 0436 867938
E-mail : info@rifugionuvolau.it
La storia
Nel 1883 il barone di Dresda Richard von Meerheimb si reca a Cortina d’ampezzo con molti problemi di salute , passati alcuni mesi vede che la sua salute migliorare ed inizia a fare alcune escursioni sul monte Nuvolau ,decide così di donare una discreta somma di denaro per la costruzione di un rifugio che verrà chiamato Sachsendankhütte, il rifugio del ringraziamento sassone. circa 10 anni dopo il rifugio rimasto in autogestione come confermato dall’alpinista Leone Sinigallia dove esiste una cassetta dove verranno lasciati i soldi per la consumazione non essendoci un gestore , gli alpinisti in transito sono 318 , nel 1911 sfioreranno i 1500. Nel 1912 l’unico mezzo per rifornire il rifugio sarà la teleferica ancora oggi in uso.
Il 23 maggio del 1915 quando inizia la guerra quando le truppe austroungariche si sono ritirate sul Lagazuoi , Sasso di Stria iniziano a salire i primi italiani il 28 maggio 1915 verso Cortina D’Ampezzo e poi come racconta Fedele Siorpaes “Salvador”, guardiano del Sachsendankhütte ovvero Rifugio Nuvolau e degli altri rifugi in Zona verrà poi arrestato mentre tentava di salire al Nuvolau . Gli italiani lo utilizzeranno come osservatorio per l’artiglieria italiana e per questo subirà ingenti danni .
Il 25 maggio del 1992 un fulmine causo un incendio che distrusse sia la teleferica che i gruppi elettrogeni , ma in quel frangente stavano girando la famosa pellicola di Cliffhanger , e furono proprio loro a Nel 1992 le vette di Cortina d’Ampezzo e delle Dolomiti ospitano il set di Cliffhanger – l’ultima sfida, la leggendaria pellicola di Renny Harlin con il divo Sylvester Stallone. Il 25 maggio un incendio originato da un fulmine distrugge teleferica e generatori del Rifugio Nuvolau. Sarà la squadra Cliffhanger, col suo elicottero rosso fiammante, a trasportare corda, argano e attrezzatura di vario genere in vetta e permettere così di iniziare i lavori di ricostruzione.
I gestori del Rifugio Nuvolau!
Chi, con amore e dedizione, ha gestito il Rifugio nell’arco della sua vita ultracentenaria? Le nostre ricerche hanno individuato 5 gestioni:
1893. L’Alpenverein sez. Ampezzo decide di affidare per la prima volta il Rifugio a un gestore. I visitatori aumentano di anno in anno ed è la decisione giusta da prendere… chi è però il primo “paron”? Non abbiamo trovato il suo nome.
1902. Che sia forse Giuseppe Lacedelli Zecca di Pocòl? Di certo è lui ad avere le chiavi nel 1902, quando viene allargato il piazzale antistante il Rifugio e costruito un muro di circa 1 metro.
1930. Finito l’incubo della Guerra, il Rifugio viene ricostruito e rimesso in funzione. Marcello Siorpaes se ne occuperà fino a dopo il secondo conflitto Mondiale, quando passerà alla conduzione del Rifugio Croda da Lago.
1950. La gestione passa nelle mani di Gilma e Guido de Zanna. Con il vicino Rifugio Cinque Torri i rapporti sono buoni e regna la collaborazione.
1973. Mansueto Siorpaes vince il bando CAI e si aggiudica la gestione del Rifugio. Sale con Joanne Jorowski e ci resta per ben 47 anni, fino al 2020.