Tempo di percorrenza del sentiero: 3h20
Dislivello totale : 440 m
Quota massima raggiunta : 1851 m
Dopo essere salito ad Asiago nella zona dell’aereoporto , si sale verso contrada Rigoni e si prende la Val dei Giardini , passando per la casa Parrocchiale di Sant’Antonio da li si sale la valle fino ad arrivare ad un tornante con un divieto di accesso . Voglio ricordare che il problema più serio e quello dell’avvicinamento con l’auto sopratutto per la lunghezza della strada sterrata da percorrere circa 4 km , e che non si può percorrere con auto ad assetto ribassato .
Questo sentiero e abbastanza semplice non presenta difficolta tecniche e fisiche , non è molto lungo e compie un anello passando per la mina della Botte , bosco secco per poi trovare sulla cima dentro la piana di mughe e giusto sulla cengia strapiombante verso le terre More una postazione di artiglieria austroungarica molto interessante , mentre sulla parte verso la val Galmarara risulta con molti ruderi di baracche , la zona della mina della Botte era un deposito di munizioni che e scoppiato in maniera accidentale , il quale ha ben squarciato la montagna , poi si scende fino alla fontanella del gallo per poi passare sullo Scoglio della botte e scendere fino a ritornare al bivio .
Visto che il sentiero non e molto lungo si può salire fino al monte Forno per poter vedere i baraccamenti e le postazioni di quello che fu una delle basi logistiche dell’esercito austroungarico situato poco lontano dal bivio delle Terre More.
Monte Forno
Questo monte fu parte della linea delle alture ed era uno del caposaldo di massima importanza , la 29° divisione di fanteria della brigata Arno concorrendo all’azione del 52° divisione alpina con lo scopo di raggiungere il corno di Campo Bianco e la Val Galmarara , l’attacco non ebbe buon fine anche perche la nostra artiglieri non presto il giusto sostegno all’attacco reso difficile anche dal 4° plotone mitraglieri che con due armi difenderono , ma i fanti della brigata Arno si posizionarono sulla selletta minacciando l’opposto versante , tale posizione avrebbe aperto un varco nelle linee nemiche non indifferente mettendo in crisi il nemico , solo l’intervento di due plotoni austroungarici impedi il superamento della linea nemica . Il comando della 6° divisione austroungarica provvide immediatamente nei giorni successivi a fortificare le due posizioni delle cime del Monte Forno e Chiesa facendole diventare autentiche fortezze sia con sistamazioni in baracche che con gallerie armandole anche di pezzi da 37 mm divenendo cosi un’autentico ed inespugnabile caposaldo , vi sono ancora visibili le fortificazioni di allora.