Tempo di percorrenza del sentiero solo andata: 4h15
Dislivello totale : 650 m Classe EEA Attrezzato
Quota massima raggiunta : 1850 m
Come raggiungere
Dopo essere usciti dall’autostrada a Montecchio Maggiore (VI), si prende la S.P. 246 verso Recoaro Terme. Giunti a Recoaro si prosegue per la località Gazza, salendo e superando diverse piccole contrade, arrivati a ridosso della Località Parlati si prosegue a sinistra mentre la strada inizia a restringersi, superata la località Zalica e la Locanda Obante, fino a raggiungere un ampio posteggio e a poche centinaia di metri il rifugio Cesare Battisti «Gazza», dove si lascerà l’auto.
Descrizione
Si tratta di un’itinerario attrezzato, con cambiamenti di pendenza notevoli e non adatti a tutti, l’ambiente e i panorami vanno ben oltre alle aspettative, sale tra guglie e Vaj del Fumante. Si parte dal posteggio del rifugio Cesare Battisti 1265 m, sulla sinistra imboccando il segnavia n.105, che sale in principio lievemente superando Malga Lorecche 1280 m, dove si trova anche una fontana, incrociando poi il bivio di raccordo del n.113 dell’Omo e la Dona, continuando per un tratto boschivo, si raggiunge un’altro bivio in prossimità del canalone detritico del Vajo Pelegatta contrassegnato dal segnavia n.114, attraversato il canale il percorso inizia a salire su un bosco del Ghimbalte, molto bello, dove si sale abbastanza dolcemente fino a raggiungere il vajo del Ghimbalte 1365 m, raggiungendo poi un altro raccordo con il n.143, (che sostituisce il n.143 di origine, in quanto riporta diverse frane). Da qui si continua fino ad uscire dal bosco ed entrare nel Vajo Lovaraste, dove il tratto attrezzato scende fino ad aggirare un costone e salire sul costone erboso, per poi entrare nel Vajo Scuro, stretto tra il Torrione Recoaro e Punta delle Losche, il primo passaggio forse il più incredibile, una spaccatura verticale attrezzata con cordini in acciaio ed un primo leggero risalto che ti porta in una stretta fenditura da cui uscire, e proseguire ancora su queste rocce segnate dal tempo, si riprende a salire, sempre aiutati da corde fisse, fino a raggiungere attraverso passaggi poco difficili Forcella Bassa 1800 m, prosegue poi transitando su un tratto erboso, per poi entrare in una nuova spaccatura chiamata Orecchio del Diavolo, dopo aver risalito ancora un po’ il percorso scende da un canalino detritico, si traversa lateralmente il pendente sentiero fino a raggiungere un masso in bilico che caratterizza la Porta dell’inferno, si prosegue scendendo su un tratto ghiaioso fino a raggiungere la Forcella della Scala 1850 m. Si entra poi nel sentiero n.195 che sale dal Rifugio Campogrosso, ma a noi interessa la parte che porta verso in Rifugio Scalorbi, quindi proseguiamo a sinistra salendo il ripido ghiaione che porterà alla cima Centrale 1983 m, proprio sopra al Giaron della Scala si prosegue tra rocce e guglie, raggiungendo così la Forcella del Fumante 1905 m, mentre sulla destra si potrà ammirare il Prà degli Angeli, per poi dopo una ventina di minuti raggiungere la Forcella 2010 m, dove si raggiunge il bivio e il n.195 finisce, si imbocca il n.109 e si scende fino al Rifugio Scalorbi 1767 m.
Esiste una variante attrezzata da poco che permette di aggirare il canalino detritico, molto bella e panoramica anche se più complessa e che richiede un uso di braccia, con un traverso poi si rientra vicino alla fenditura iniziale.
(INDISPENSABILE IMBRAGO E CASCHETTO MEGLIO ANCHE UN PAIO DI GUANTI PERCHE I TRATTI FERRATI PRESENTANO I FILI DI ACCIAIO USURATI)
Ritorno
Per il rientro ci sono diversi tracciati da seguire raggiunto il Rifugio Scalorbi si imbocca in primis il n.182, raggiungendo così la Porta di Campobrun 1831 m, ed il bivio con il n.113 dell’Omo e la Dona, oppure proseguendo con il n.182 raggirando il Monte Plische 1991 m. fino al Passo Tre Croci 1716 m, e scendere dal n.110, si può inoltre imboccando n.111 Forcellin del Plische sempre dalla Porta di Campobrun 1831m, ai piedi del Monte Plische 1991m, e scendere poi dal n.110 senza passare per il Passo Tre Croci 1716 m.
