
Tempo di percorrenza: 3h circa 5h con il rientro
Dislivello totale: 690 m
Quota massima raggiunta: 2752 m
Come Raggiungere
Dopo essere salito a Cortina D’Ampezzo si prende per il Passo Falzarego 2105 m , oppure salendo direttamente da Agordo passando per il lago di Alleghe si imbocca la salita che porta al Passo Falzarego , molto meno trafficata è più corta se si vuole raggiungere solo il Passo.
Descrizione
Questo percorso molto difficile in salita , ma uno dei più belli in questo gruppo montuoso ,permette panorami incredibili , circondato da alcune delle montagne più belle in assoluto , Tofane Averau e Nuvolau , Sasso di Stria , 5 Torri , teatri di grandi contese belliche del 1915-1918 . Si sale dal piazzale della funivia a Passo Falzarego 2105 m per il sentiero 402 , per poi sotto le rocce strapiombanti del Lagazuoi girare sulla sinistra ed entrare nel percorso della galleria dapprima transitando anche per la cengia Martini ed altre postazioni con un occhio di controllo verso il Sass de stria , postazione austroungarica di confine , si prosegue la salita dento in una galleria in cui è indispensabile la lampada frontale , recentemente risistemata e ricostruite alcune sue parti come da origine nel periodo bellico , non si può che rimanere impietriti da questa opera di grande impatto emozionale un opera di grande ardimento che porterà l’escursionista in quota al Lagazuoi , dentro aquelle trincee a cielo aperto in un panorama incredibilmente unico, tempo meteorologico permettendo , meglio se viene fatto in discesa , dopo essere saliti per il sentiero dei Kajsejager situato sul versante opposto partendo dal Forte di Val Parola ora adibito a museo .Per la discesa è anche possibile scendere dal 401 che parte da sotto il rifugio e scende verso forcella Val Travenànzes , una delle più belle e lunghe valli del panorama dolomitico , per poi rientrare sul 402 e raggiungere l’auto.
Cenni storici
Il Piccolo Lagazuoi fa parte della Catena del Fánis a ridosso della quale si apre la selvaggia e contesa Val Travenànzes: una delle porte che l’esercito italiano doveva sfondare per poter avanzare verso il Tirolo.
Nei ventinove lunghi mesi fra il maggio 1915 e l’ottobre 1917 il Piccolo Lagazuoi rappresentava un importantissimo baluardo che sbarrava il Passo Falzarego ed il sottostante Passo di Valparola e fu fortemente conteso dagli eserciti opposti che martoriarono la montagna con caverne difensive, gallerie di mina e postazioni per l’artiglieria.
Fra le varie opere belliche realizzate, c’è la tortuosa Galleria del Piccolo Lagazuoi, un’opera che sfocia nello straordinario villaggio aggrappato alla roccia della famosa Cengia Martini .
Ai piedi della montagna, poi, vi si contrappone la sottostante postazione Vonbank con le sue sei potenti linee di reticolati.
La galleria, come d’altronde tutto il museo all’aperto, è oggi percorribile grazie ai lavori di ripristino da parte degli Alpini e dai soldati austriaci e tedeschi in una sorte di comunione nel voler mantenere vivo il ricordo di questa atroce guerra.
Durante il corso della prima guerra mondiale, tra il 1915 e il 1917, il Lagazuoi fu teatro di aspri scontri tra le truppe italiane e quelle austroungariche , che costruirono complesse reti di tunnel e gallerie scavate all’interno del Piccolo Lagazuoi e tentavano a vicenda di far saltare in aria o di seppellire le posizioni avversarie con il metodo della guerra di mine.Tra il 18 e il 19 ottobre 1915 due plotoni di alpini occuparono alcune posizioni sul versante sud del Piccolo Lagazuoi, tra le quali una sottile cengia ribattezzata Cengia Martini in onore a Ettore Martini , che attraversa la parete da ovest a est ed era strategicamente importante, mentre le posizioni austro-ungariche si trovavano sulla sommità del monte. Per cacciare gli avversari da queste posizioni, fortificate e scavate nella roccia, gli austriaci fecero esplodere tre mine, la più potente delle quali il 22 maggio 1917 fece saltare in aria una parte della parete alta 199 metri e larga 136. Nonostante ciò, le posizioni italiane sulla cengia non vennero abbandonate. A loro volta gli italiani scavarono una galleria di duecento metri di dislivello all’interno della montagna, fino all’anticima del Piccolo Lagazuoi; il 20 giugno 1917 fecero brillare sotto di essa 32.664 chili di esplosivo e successivamente, attraverso la galleria, occuparono ciò che ne rimaneva. Il cratere provocato da quest’esplosione è tuttora individuabile. Dopo la battaglia di Caporetto gli italiani si ritirarono da tutte le loro posizioni e le operazioni militari nella zona ebbero fine.