Tempo di percorrenza del sentiero : 2h25
Dislivello totale : 353 m
Quota massima raggiunta : 2106 m
Dopo essere saliti ad Asiago si prosegue fino al comune di Gallio , superata la chiesa ed uscendo dal paese verso Foza si trova un bivio a sinistra che sale verso Monte Ortigara da li si prosegue prima verso la Valle Campomulo , poi nelle piste di campomulo , proseguendo e mantenendo sempre la sinistra , seguendo le segnalazioni Monte Ortigara si esce dalla strada asfaltata per proseguire per un lungo tratto di strada sterrata in PESSIME CONDIZIONI , DA NON PERCORRERLA CON AUTO TROPPO RIBASSATE , fino ad arrivare al piazzale Lozze dove esiste un’ampio posteggio , ricordo inoltre che questo sacro luogo teatro di grandi combattimenti e metà di un Pellegrinaggio la seconda domenica di Luglio per gli Alpini luogo dove ebbe luogo la prima adunata degli alpini 5-7 settembre del 1920 .
Questo sentiero 841 va a completare l’anello del monte ortigara , chi mi legge penserà sia un po ripetitivo in questo post , ma e molto importante capire su queste piccoli appezzamenti di terra il poderoso impiego di soldati , periti su queste insidiose ed esposte rocce , salirci d’estate e bello e si possono contemplare questa parte di terreno dove anche i muli hanno avuto la propria importanza e dignità .
Hanno fatto la guerra anche loro, i Muli
Non si puo parlare di truppe alpine senza parlare dei muli e dei loro conducenti , loro hanno avuto molte perdite perche in parte percorrevano sentieri sempre allo scoperto e sempre sotto il tiro nemico di qualsiasi arma , dall’artiglieria , ai fucilieri ed perfino agli aerei . I conducenti erano inquadrati nelle truppe combattenti in compagnie e battaglioni . Il mulo è una bestia impenetrabile , testardo ma non si dica che non manchi di intelligenza , il reparto salmerie e quello meglio tenuto , e curato con orgoglio , come dice il detto , sono loro che hanno fatto la guerra . Le salmerie del bicocca erano comandate da un tenente volontario Giorgio Konighi che era stato ritirato dal 101° compagnia dopo quanto accaduto a Cesare Battisti , lui si era talmente appassionato ai suoi muli che li aveva classificati per nome . Era meraviglioso assistere alla partenza di una colonna in corvè i muli si avvicinavano al proprio Basto e da li non si muovevano senza il conducente quando il graduato diceva : In colonna tutti i muli si mettevano a posto anche senza il conducente , poi vi era il mulo filippo non voleva camminare se non era in testa alla colonna , non voleva essere condotto per la briglia , ed in qualsiasi parte lui si trovasse andava a mettersi in testa per partire .
Vi era Groom un gigante a pelo bianco che ogni tanto usciva dalla fila che magari era troppo lenta
Vi era Lina la mula del Tenente medico a lui riservata per il nome della sua fidanzata
Vi erano Ticco e Tacco due muli inseparabili che non si lasciano mettere il basto se non c’erano tutti e due
Vi era Fra carlo il mulo del cappellano che si inginocchiava , cosa molto rara per un mulo
Vorrei continuare ma i muli erano 155 e tutte brave bestie che hanno fatto anche loro la vitaccia sopratutto nell’inverno del 1916-1917
Tratto dal Libro Ortigara terra sacra agli alpini : scritto dal Capitano degli Alpini Mario Aldrovandi superstite e veterano dell’ortigara , capitano della 123° compagnia Battaglione Bicocca
Questo sentiero nella Terra sacra agli alpini , e di facile percorrenza per tutti , per tutti e anche il motivo di salire su questo aspro monte , grullo e secco dove le piante si possono contare e la vegetazione lascia spazio per quello che fu teatro di una delle piu sanguinose battaglie della storia , dove l’artiglieria a bombardato per ore e giorni , e la sua terra e le sue rocce ne sono testimoni oculari , l’erba non cresce lascia spazio a quelle rocce frantumate nelle esplosioni dei proietti di diversi calibri .
Di libri sull’Ortigara ce ne sono tanti , e a chi piace la storia sono fondamentali allo scopo di capire sempre di più su questo grande conflitto che ha prodotto , orfani , vedove e molte madri hanno portato con loro il dolore della perdita di un figlio , da tutte e due le parti , ma ad oggi che sono passati 100 anni e giusto NON DIMENTICARE.
DOPO LE FOTO TROVERETE ALCUNI LIBRI PER APPROFONDIRE QUESTA SANGUINOSA STORIA D’ITALIA E DEGLI ALPINI.