A mio avviso un lavoro ben fatto sulla ricostruzione della favolosa macchina dei soccorsi che nella immane tragedia , fa uscire nella loro crudezza la professionalità e l’umiltà , oltre quel grado di umanità dimostrato in questo missione , per me è stato emozionante dopo aver perso un grande uomo ed un’amico vero che nel momento del bisogno mi ha allungato la mano. ciao Paolo sei li su quella montagna che hai tanto amato , sei stato un grande persona . Luciano Cailotto
Regia di Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon Durata: 76 min Genere: Documentario
L’opera è una dedica a chi quel 3 luglio 2022 perse la vita nella tragedia della Marmolada e a tutti coloro che si prodigarono per aiutare e recuperare sopravvissuti e non. Il documentario fonde interviste, materiale di repertorio inedito e riprese ad oggi, in un unico linguaggio narrativo capace di restituire l’impotenza dell’uomo di fronte alla forza della natura, coinvolgendo emotivamente lo spettatore e accendendo i riflettori sugli uomini e le donne che in quei giorni hanno lavorato instancabilmente. Le interviste a: autorità, soccorritori, guide alpine, testimoni oculari e sopravvissuti ci condurranno di ora in ora attraverso lo svolgimento degli eventi e la messa in moto della grande “macchina dei soccorsi” evidenziandone il forte impatto umano che ha avuto su chi era lì, magari con la consapevolezza di cercare tra i dispersi un amico o un collega. Un racconto che ci conduce a più riflessioni su come il cambiamento climatico stia velocemente trasformando il territorio e come di conseguenza debba cambiare l’approccio nei confronti della montagna stessa.
Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 2h30
Dislivello totale : 865 m – 925 m fino alla Cima Levante
Quota massima raggiunta : 1950 m – Cima Levante 2020 m
Cartografia : CAI Pasubio – Carega 1:25000
Come Raggiungere
Per imboccare questo sentiero molto bello , quasi tutto boschivo che porta in una zona di guerra molto importante di Passo Buole , si deve scendere la Vallarsa verso Rovereto appena superato l ‘abitato di Anghebeni si prende per Sant’Anna e si sale sull’altra parte della valle , poi si procede a sinistra verso Riva di Vallarsa , si sale ancora fino a raggiungere l’abitato di Ometto dove la strada finisce con la galleria .
Descrizione
Il sentiero della Val Granda è molto impegnativo si sale in maniera abbastanza brusca dapprima una parte boschiva offrendo uno scenario verso la diga degli Speccheri e il Pasubio da un’angolazione diversa , poi si entra nel canalino detritico abbastanza facile, mentre poi uscendo dalla strettoia , si inerpica nel tratto più ripido , visto anche il dislivello, di una certa entità, si passa un tratto poco pendente, ma poi si ricomincia a con una severa pendenza che raggiungerà poi il passaggio del sentiero 146 del trincerone che porta al Passo Jocole altro percorso molto bello ed unico su quelle crestina traccia della storia . Si raggiunge così il crinale sommitale si possono ammirare scenari verso la Lessinia , il Monte Baldo e soprattutto il Vallon dei Cavai ed il Carega , nella sua parte più selvaggia e poco praticata , perchè molto lunga ed impegnativa. Consiglio una visita anche a cima Levante 2020 m, a circa 40 minuti passando per le mulattiere ancora visibili della grande guerra.
Ritorno
Il ritorno può essere fatto raggiungendo prima il passo Jocole, attraverso il 146 sentiero delle trincee e poi attraverso il 146 ridiscendere a valle.
Dopo avere percorso la Vallarsa e raggiunto Rovereto si prosegue verso l’abitato di Ala, per poi attraverso la stretta strada salire verso località Ronchi , appena superato l’abitato e raggiunta la fermata dell’autobus , lì si lascia l’auto e si ritorna fino alla chiesa dove sulla destra si imboccherà il percorso .
Descrizione
Il sentiero parte dalla Chiesa di Ronchi Ala circa 710 m, sale a fianco della chiesa con una pendenza iniziale importante dapprima su tratto cementato e asfaltato per qualche km , raggiunta l’ultima casa ci si addentra nel bosco, sempre con pendenze di un certo livello, dove il percorso inizia a salire con un zig zag abbastanza costante sulla mulattiera militare rientrando nel tratto di bosco fino a raggiungere la località Rom a circa 1330 m, si continua salire attraversando poi un ampio vallone , si prosegue la risalita , molto bella con un itinerario strapiombante verso la valle dei Ronchi, fino a quando raggiungeremo il bivio con 114B di Prà Bel , dove il sentiero arriva dall’itinerario 108 della località Casarino sulla destra mentre a sinistra si prosegue per la Val Gatto , il percorso prosegue salendo sempre con tornanti ma meno pendenza . I percorsi 114 e 114B per qualche tratto si sovrappongono e poi uno prosegue a sinistra , ma il 114B è un sentiero di raccordo, il 114 prosegue sulla destra non passando per la Forcella val di Gatto 1650 m, si prosegue lungo la mulattiera in cresta a nord della Cima Levante 2020 m, la mulattiera in ottime condizioni porterà l’escursionista fino in quota sommitale di Cima levante dove lo sguardo potrà spaziare in panorami mozzafiato, della Lessinia , Montre Baldo, la Valle dei Ronchi , e sulla destra il Carega , mentre sulla sinistra si potrà vedere il trincerone delle Creste del Jocole, e più in la il Coni Zugna mentre sullo sfondo il Massiccio del Pasubio .
Per chi va forte lo può fare da Ometto , ma il livello di preparazione dev’essere impeccabile, per affrontare un dislivello simile.
Ritorno
Per il ritorno si può scendere dal 108,rientrando così ai Ronchi Ala.
Nel mio sito la pubblicità, non esiste, se ne trovate una è solamente perchè la inserisco io, in maniera gratuita, non percepisco soldi dalla pubblicità che io decido di inserire nel mio sito ed è con profondo orgoglio che inserisco questo post di questi due ragazzi che portano avanti una tradizione, che secondo il mio modesto parere dev’essere messa in luce. Cailotto Luciano
Lavéc si trova a Lanzada, un piccolo paese tra le montagne della Valmalenco. Realizziamo a mano i Lavéc: le tradizionali pentole in pietra ollare, piastre e altri oggetti di qualità utilizzando tecniche artigianali tramandate da secoli, di generazione in generazione.
La pietra ollare viene scelta per la sua facilità nel lavorarla al tornio e per le sue straordinarie caratteristiche che la rendono il materiale ideale per produrre pentole completamente naturali.
Cos’é il Lavéc
Lavéc è una piccola realtà della Valmalenco e nasce dalla storia di una famiglia che per cinque generazioni ha tramandato il lavoro del laveggiaio. Lavéc nasce da me: sono Nicola, un artigiano, e ho deciso di riscoprire l’antico mestiere di mio padre e dei miei predecessori che stava andando dimenticato e ho deciso di far rivivere i Lavéc, di lavorare al tornio per dare forma alla pietra e trasformarla in pentole, piastre e oggetti. Lavéc nasce dalle persone che mi stanno accanto che mi hanno tramandato il lavoro, il sapere e i valori delle persone di montagna e che ogni giorno condividono con me questa incredibile avventura.
La nostra Terra
L’amore per la nostra terra, la Valmalenco, unisce me e Arianna. Cerchiamo di mettere in tutto ciò che facciamo la passione per le nostre tradizioni, il legame con il nostro territorio e la sua storia. La nostra volontà è quella di valorizzare il territorio dove viviamo e di non dimenticare l’eredità che ci hanno lasciato i nostri avi.
Amiamo le montagne intorno a noi e cerchiamo di viverle profondamente in tutte le stagioni, in ogni loro ambiente.
La storia
Nicola
Nella mia vita ho deciso di inseguire i sogni e le mie passioni, ho sempre cercato di fare ciò che mi fa stare bene e di lottare per tutto ciò in cui credo. Da piccolo con mio papà e mio fratello ho condiviso l’amore per le due ruote fino a quando sono riuscito a diventare ciclista professionista e a partecipare alle gare che guardavo sul divano con la mia famiglia. Piano, piano, accanto a questa passione è nato il desiderio di riscoprire il lavoro che faceva un tempo mio padre e i miei antenati; desiderio alimentato dall’amore per la mia terra, le tradizioni di un tempo e i racconti della nonna.
Nel 2019 nasce Lavéc: l’obiettivo è quello di non far dimenticare la tradizione dei Lavéc (le pentole in pietra ollare), di non perdere questa incredibile eredità dei nostri antenati e di creare prodotti fatti a mano e di qualità, frutto di un antichissimo lavoro artigianale.
I Nonni
Sono cinque le generazioni di Bagioli che hanno lavorato la pietra al tornio. Purtroppo ho conosciuto unicamente per pochi anni solo mio nonno e non l’ho mai visto lavorare al tornio, ma i nonni rivivono nella mia mente tramite i racconti della mia famiglia e fare il laveggiaio mi unisce profondamente a loro.
Roberto
É il mio papà, il mio maestro! È la persona che mi ha insegnato tutto e che mi ha tramandato questo mestiere e anche i valori della tradizione! Non ama le foto, non ama raccontarsi, ma quando è al tornio si sente il legame così forte che lo unisce con la storia, con le sue origini.
Arianna
È la mia metà precisa, ciò che mi completa e colei con cui condivido questo sogno. È mia moglie, la creatrice di questo sito web, colei che risponde alle vostre email e gestisce tutti gli ordini ed è in assoluto la miglior smussatrice di cubetti! Quando non è al lavoro è a casa a preparare i suoi amati risotti nel Lavéc!
La Pietra Ollare
Cottura sana e naturale
La cottura nella pietra ollare permette di cuocere i cibi senza che essi si attacchinino o brucino sul fondo, mantenendo inalterato il sapore le proprietà nutritive. La cottura nel Lavèc o sulle piastre è completamente naturale perchè i nostri prodotti vengono realizzati utilizzando unicamente la pietra ollare e il rame, senza l’aggiunta di nessun’altra sostanza.
Cottura uniforme
Le pentole in pietra ollare cuociono in modo uniforme a differenza di quelle in acciaio o alluminio: una volta riscaldato, il Lavec mantiene una temperatura costante e uniforme, senza che ci siano temperature più alte in corrispondenza della fiamma e più basse altrove. Anche le piastre cuociono carne, pesce e verdura in modo uniforme e naturale.
Roccia stabile
La pietra ollare è una roccia stabile, che non entra in contatto con il cibo: gli alimenti cucinati mantengono i sapori e le fragranze naturali. I cibi cucinati cuociono in modo migliore, senza essere intaccati da sapori esterni, a differenza di quello che succede con le pentole comuni. I nostri prodotti non vengono trattati con smalti, vernici o composti chimici: pentole e piastre provengono direttamente dalla natura.
Prodotti di qualità
Le pentole in pietra ollare sono prodotti di altissima qualità perchè vengono realizzate a mano dall’artigiano e perchè viene scelta una roccia con caratteristiche straordinarie. Ogni prodotto è unico perchè fatto a mano e perchè colorazioni e venature caratterizzano in modo diverso ogni pezzo lavorato. Inoltre le pentole in pietra ollare sono eterne, e i nostri clienti ci dicono che più le usano più migliorano le loro caratteristiche!
La Pietra Ollare in cucina
La cottura nella pietra ollare avviene in modo uniforme e con un calore costante nel tempo lungo tutta la superficie della pentola e della piastra: queste caratteristiche fanno in modo che Lavéc e Piastre cuociano in modo migliore gli alimenti.
I Lavéc possono essere utilizzati in cucina per cucinare tantissimi piatti: sono eccezionali per le cotture lunghe a fiamma moderata, come per zuppe, brasati, stracotti, minestre, sughi, selvaggina, lumache, ossibuchi, coniglio, pollo, cassoeula, trippa…Ma sono anche consigliati per i risotti perchè conferiscono un’incredibile cremosità ai piatti. Possono essere utilizzati anche in forno, per cuocere ad esempio il pane, la pizza, gli arrosti e tutti gli alimenti da cucinare nel forno. Sebbene il Lavéc sia una pentola di “montagna” può essere utilizzato anche per cucinare il pesce; alcuni suggerimenti sono le seppioline con pomodori e piselli, la rana pescatrice in umido, il guazzetto di pesce e molti altri piatti.
Le piastre invece sono indicate per la carne: fiorentina, costata, bistecche, filetti, tagliata; ma anche per le verdure, come melanzane e zucchine, oppure per il pesce: filetti di tonno, pesce spada, branzino, il salmone…
Il punto di forza che accumuna tutti i nostri prodotti è la cottura completamente naturale: cucinare su una piastra o in un Lavéc significa cucinare a stretto contatto con la pietra, lasciata completamente nuda! Una cottura 100% naturale mantiene il sapore genuino e autentico dei vostri alimenti, senza contaminarlo, ma esaltandolo!
Il naturalista svizzero Johann Jakob Scheuchzer scriveva: “In queste pentole di pietra i cibi cuociono più in fretta e meglio che in altre fatte in ottone, rame o altro metallo; inoltre i cibi mantengono la loro naturale fragranza e non vengono inquinati da sapori estranei.”
Termicità
Una delle principali caratteristiche delle pentole in pietra ollare è la sua capacità di distribuire il calore in modo uniforme e costante durante la cottura: questa sua peculiarità esalta il sapore naturale degli alimenti rendendoli particolarmente gustosi e saporiti.
Naturale
La cottura fatta con i Lavec è naturale al 100%: non vengono usati nè smalti nè vernici durante le varie fasi di produzione. Le pentole e le piastre in pietra ollare non rilasciano nessuna sostanza chimica che modifica sapori e intacca la qualità del cibo durante la cottura.
Qualità
Ogni pentola è unica perchè lavorata a mano dall’artigiano. Ogni pezzo ricavato dalla roccia ha una propria storia, una propria conformazione, una propria energia e colorazione. Impossibile ricavare due lavec identici: ogni singola pentola porta con sé una propria identità.