Tempo di percorrenza del sentiero solo andata : 2h15
Dislivello totale : 746 m
Quota massima raggiunta : 1077 m
Prendendo la strada che sale lungo il torrente Astico che va verso Folgaria , si passa per un paesino vicino Arsiero chiamato Pedescala , si passa il ponte e si prosegue fino al Cimitero comunale , dopo aver messo l’auto nel posteggio del cimitero si prende il sentiero situato a destra dello stesso , si prosegue su una mulattiera fino al ponte della Val d’Assa , poi il sentiero inizia a salire , anche se non presenta grosse difficoltà tecniche e fisiche , l’ultima parte la pendenza e discreta , sotto l’aspetto panoramico è certamente molto bello e propone degli orizzonti interessanti sia sulla Val d’Astico che sul Monte Cimone , Tonezza e Priaforà ; ma soprattutto ricordo che il sentiero porta a Forte Punta Corbin ( Vedi il mio post del Forte ) che vale la pena di visitarlo nella sua imponenza e posizione ; ma in quanto essendo una struttura privata potreste trovarlo chiuso .
Cenni storici
La strage del 45
Il 30 aprile , a guerra ormai finita , un’avanguardia tedesca viene attaccata da un gruppo di partigiani che uccidono sei soldati prima di allontanarsi . L’avanguardia viane poco dopo raggiunta dalla colonna principale la quale , attestatasi a Pedescala , inizia a rastrellare gli abitanti maschi del paese , minacciando di uccidere dieci per ogni soldato morto se i responsabili non si fossero presentati .
Solo il 2 maggio la colonna riparte verso la Germania.
Uno dei pochi fatti certi è che al seguito della colonna tedesca vi fossero anche degli italiani (vari scampati alla strage hanno testimoniato, durante le indagini del 1945-46, che essi parlavano il (dialetto veneto). Tra questi, vi era probabilmente il sergente Bruno Caneva , fuggito in Argentina nel 1947 e morto nell’agosto 2003 senza scontare alcuna pena.
Nel 1983 Pertini si recò a Pedescala per consegnare una medaglia, che però venne rifiutata dalla popolazione con la seguente motivazione:
« Spararono poi sparirono sui monti, dopo averci aizzato contro la rabbia dei tedeschi, ci lasciarono inermi a subire le conseguenze della loro sconsiderata azione. Per tre giorni non si mossero, guardando le case e le persone bruciare. Con quale coraggio oggi proclamano di aver difeso i nostri cari? » Il giornale , 29 aprile 1983
Nel viale che porta verso il cimitero di Pedescala , sono posizionati 64 alberi che riportano i nomi delle vittime del rastrellamento fatto dai tedeschi durante la loro ritirata.