
Tempo di percorrenza: 3h30
Dislivello totale: 640 m
Quota massima raggiunta: 2778 m
Come Raggiungere
Dopo essere salito a Cortina D’Ampezzo si prende per il Passo Falzarego 2105 m , oppure salendo direttamente da Agordo passando per il lago di Alleghe si imbocca la salita che porta al Passo Falzarego , molto meno trafficata è più corta se si vuole raggiungere solo il Passo.
Descrizione
Il sentiero dei Kaiserjäger parte davanti al museo dei Tre forti Val Parola molto bello , panoramico e con un terreno molto vario , presenta alcuni passaggi attrezzati, sale dapprima in un tratto prativo che porta dentro alle trincee di testa verso il Passo Falzarego esattamente, davanti al famoso Sasso di Stria , fulcro importantissimo e strategico delle forze austroungariche , superato un grosso groviglio di trincee e ricoveri, posizionati a vista verso il passo, il sentiero prende una salita ripida anche se con molti zig zag rendendola così più dolce fino ad arrivare ad un pezzo attrezzato con corda in acciaio, ed una passerella, si sale fino a raggiungere una postazione in galleria ristrutturata , posizionata poco sotto la Cengi Martini . La quota inizia a farsi importante, ed anche il terreno diventa più impegnativo, ma sempre molto panoramico ed incredibile passando sotto le cengie di quota fino a rientrare verso il Rifugio Lagazuoi attraverso le creste in un scenario quasi lunare .
Ritorno
Per il ritorno per il completamento di questo magnifico percorso museale a cielo aperto, rimane la galleria del Lagazuoi ovvero la Galleria degli Alpini che passa dentro il Lagazuoi e presenta una ricostruzione storica dei baraccamenti , feritoie e trincee fino a raggiungere in fondo alla valle il Passo Falzarego . Può essere usato per il rientro il 401 che passa attraverso la forcella Travenànzes, per poi attraverso il 402 si scenderè fino a raggiungere il Passo Falzarego . Altro sistema è quello di usare la funivia che porta direttamente al posteggio del Passo ,
Cenni storici
Il Sentiero dei Kaiserjäger prende il nome dai soldati austro-ungarici ovvero i cacciatori imperiali, originari principalmente del Tirolo , anche se non specificatamente truppe da montagna, ma hanno imparato presto a combattere in alta quota, venivano schierati dove c’era bisogno di truppe scelte, vista la loro tenacia e fedeltà alla monarchia.
Lo sbarramento difensivo austriaco nell’area del Lagazuoi era costituito da un sistema di trincee scavato sul passo Valparola, la cosiddetta postazione Vonbank da cui si poteva sorvegliare il Passo Falzarego ed i cui resti ben conservati si incontrano ancor oggi alle pendici del Lagazuoi, In quota vi erano da un lato le postazione sul Sasso di Stria , e dall’altro gli appostamenti sulla cengia del Lagazuoi saldamente in mano ai Kaiserjäger.
Il sentiero dei Kaiserjäger fu costruito dalle truppe austro-ungariche come accesso sicuro dal passo alle trincee austriache e alle postazioni in vetta per rifornire le truppe stazionate sul Lagazuoi di viveri, munizioni e combustibile pari al peso di ogni soldato. Per due anni e mezzo, i Kaiserjäger hanno risalito la montagna su questo ripido sentiero attraversando un ponte sospeso lungo ca. 10 m e alto 25 m.
Mentre gli Alpini occupavano la Cengia Martini nella parete sud del Lagazuoi e la trasformarono praticamente in una fortezza. Tutti i tentativi dei Kaiserjäger di stanare gli italiani da lì, fallirono. Nemmeno l’esplosione di quattro mine austriache sulla cengia diedero i risultati tattici sperati.
Cengia Martini
Tra il 18 e il 19 ottobre 1915 due plotoni di Alpini occuparono la cengia posta a metà della parete del Piccolo Lagazuoi. L’occupazione era stata preceduta da numerose ricognizioni notturne sul posto, attraverso un terreno roccioso molto aspro e difficile, nelle immediate vicinanze delle posizioni austriache. Così, sotto il comando del maggiore Ettore Martini, gli Alpini riuscirono ad occupare la Punta Berrino, lo spigolo roccioso che si protende in avanti a est dell’Anticima e a occupare e ad attestarsi sulla cengia che attraversa la parete meridionale del Piccolo Lagazuoi da ovest a est.
Questa cengia si rivelò essere una posizione privilegiata per colpire la postazione Vonbank austro-ungarica a difesa del passo di Valparola, una vera spina sul fianco degli Austriaci perché consentiva agli italiani di colpire dall’alto le trincee del passo.
Circa 140 uomini erano addossati su questa cengia dotandola di camminamenti, cucine, mensa, magazzino, telefono, stazione teleferica, posto di medicazione, fucina, falegnameria, fureria.