Tempo di percorrenza del sentiero: 3h00
Dislivello totale : 200 m
Quota massima raggiunta : 1242 m
Per percorrere questo sentiero dopo aver raggiunto l’abitato di Recoaro Terme si sale passando per contrade tipiche di questo luogo montano , fino ad arrivare in Località Gazza , ovvero al Rifugio Cesare Battisti , poco prima di raggiungere il rifugio si lascia l’auto e si prosegue prendendo il sentiero all’uscita del posteggio , esiste anche una variante che passa per il raccordo con il 105 Pelegatta e Omo La Dona , la si prende dal interno del posteggio .
Altra via per percorrere questo sentiero e quella di prenderlo salendo dopo Recoaro Terme verso le Merendaore e Campogrosso arrivati alla Trattoria alla Guardia si lascia l’auto , e si scende fino alla curva del Capitello per poi imboccare la via forestale che poi diventa sentiero .
Il sentiero e molto bello e facile da percorrere e presenta molti luoghi panoramici e con una vegetazione molto bella e rigogliosa , non presenterebbe nessuna difficolta se non fosse che il sentiero passa per la famosa frana del Rotolon ovvero dove nasce il torrente Agno .
La frana di circa 150 metri e stabile anche se l’attraversamento e complicato , anche per esperti . Ma a mio avviso raggirabile nel lato alto della stessa che si presenta molto meno pendente , anche se si tratta di materiale detritico divenuto molto duro e scivoloso.
QUINDI NONOSTANTE IL SENTIERO SIA MOLTO BELLO , CON PAESAGGI DI SOTTOBOSCO E PRATIVI DI PASCOLO MOLTO BELLI , RISULTA AMARAMENTE CHIUSO .
Cenni storici di Bepi Magrin
Come un vecchio consumato attore da sempre abituato a calcare la ribalta, il Rotolon questo nostro indocile vicino di casa, ogni tanto sente nostalgia dei riflettori e si rifà vivo, brontolando perché la pioggia, la neve, gli uomini, risvegliano i suoi acciacchi e lui, permaloso com’è non si lascia certo sfrucugliare impunemente.
Nel 1985, ero maresciallo degli alpini alla 7^ Compagnia trs. di Bassano e su richiesta della Prefettura il mio reparto fu incaricato della vigilanza sulla frana e del servizio di allertamento della popolazione. Col compianto tenente Angelo Gelso che morì poco tempo dopo a 24 anni per un tragico incidente, e qualche decina di alpini fummo alloggiati al Molin sulla strada per la Gazza (luogo di speciale interesse per i suoi famosi gnocchi con la fioretta) dove restammo per una ventina di giorni. Organizzammo il servizio pressappoco come lo fu nelle scorse settimane con un posto di avvistamento all’altezza della ex Cascina forestale (la quale fu inghiottita dalla frana proprio in quei giorni), collegamenti radio con Parlati, Turcari, Maltaure ecc. e campagnole attrezzate con altoparlanti per l’allarme. Allora si vedeva scendere per l’Agno un fiume che sembrava di cioccolata semiliquida nel quale fluitavano massi di grandi dimensioni.
Uno spettacolo impressionante al vedere passare quella massa viva di mota rossastra sotto i ponti dell’Agno. Poi, come sempre il mostro si placò e pian piano tutto rientrò nella normalità. Ancora dall’altro secolo, quando non esisteva la strada per Campogrosso (costruita nel 1917) e i contrabbandieri passavano con la famosa “rua”su per la cosiddetta “Strada del Carro” per proseguire verso il Rotolon e Buse Scure, le pendici di dove sgorga l’Agno, davano preoccupazioni alle popolazioni dell’alto recoarese.
Bepi Magrin