Tempo di percorrenza del sentiero: 3h00
Dislivello totale : 200 m
Quota massima raggiunta : 1242 m
Come raggiungere
Dopo essere usciti dall’autostrada a Montecchio Maggiore (VI), si prende la S.P. 246 verso Recoaro Terme. Giunti a Recoaro si prosegue per la località Gazza, salendo e superando diverse piccole contrade, arrivati a ridosso della Località Parlati si prosegue a sinistra mentre la strada inizia a restringersi, superata la località Zalica e la Locanda Obante, fino a raggiungere un ampio posteggio e a poche centinaia di metri il rifugio Cesare Battisti «Gazza», dove si lascerà l’auto.
Descrizione
Questo è un percorso molto utile ai fini di collegare, il rifugio Cesare Battisti – Rifugio Alla Guardia – Rifugio Campogrosso , è fondamentale per chi vuole percorrere grandi distanze sulle Piccole Dolomiti. A causa del suo passaggio in tratti esposti ai numerosi Vaj, come il Pelegatta, Lovaraste, Vajo Scuro , Batental ed infine la Frane del Rotolon , le frane nel tempo furono molteplici tali di fare cambiare direzione e quote a questo bellissimo ed unico sentiero, perdendo in definitiva quasi del tutto la traccia originaria che partiva dal tornante sotto il posteggio del Rifugio Cesare Battisti 1265 m, e quella diretta che collega Malga Lorpodo 1120 m. a Località Porbeche ex Caserma Forestale 1149 m.
Allo scopo di completare questo collegamento viene proposto nei suoi 3 sentieri che lo completano, anche se da mappe il n.143, al Rifugio Alla Guardia proseguirebbe verso la Località Staro 1000 m incrociando il sentiero Naturalistico Gresele
Si imbocca il n.105 superando dapprima il bivio con il n.114 Vajo Pelegatta proseguendo poi per un tratto boschivo si raggiunge un altro raccordo con il n.105 del Vajo Scuro, prendendo la discesa nel tratto boschivo si scende fino al bivio con la Madonna del Sentieri, e si nota anche il sentiero vecchio ed interrotto che scende verso la Malga Langarte 1036 m, purtroppo nn più raggiungibile da qui. Si continua il percorso mantenendo la sinistra, abbassando ancora la quota fino a raggiungere Malga Canaste 1087 m, scendendo in Località Stùmpese 1016 m, poi si transita il Località Angarte 913 m, a pochi minuti dalla prima briglia del torrente Agno, transitando cosi sulla frana del Rotolon. Dopo aver oltrepassato la frana si sale superando alcuni abitati fino a raggiungere la strada che porta al Rifugio alla Guardia e poi Rifugio Campogrosso , poco al di sotto di Malga Ravo 1038 m, si sale un po’ per la strada asfaltata fino al tornante, e si prende il sentiero che permette di raggiungere il Bivio Rao 1099 m, vicino al Capitello della Guardia, da li imboccando il n.144 sentiero delle Mole, si sale fino al Passo del Lupo dove mantenendo la destra si raggiungerà il Rifugio Giuriolo Campogrosso 1481 m, in eventuale si potrebbe anche proseguire fino al Passo Base Scure 1475 m, prendendo a destra e percorrere una piccola parte del n.157 sentiero del Boale dei Fondi, raggiungendo sempre il Rifugio Campogrosso 1464 m.
QUINDI NONOSTANTE IL SENTIERO SIA MOLTO BELLO , CON PAESAGGI DI SOTTOBOSCO E PRATIVI DI PASCOLO MOLTO BELLI , RISULTA AMARAMENTE CHIUSO .
Cenni storici di Bepi Magrin
Come un vecchio consumato attore da sempre abituato a calcare la ribalta, il Rotolon questo nostro indocile vicino di casa, ogni tanto sente nostalgia dei riflettori e si rifà vivo, brontolando perché la pioggia, la neve, gli uomini, risvegliano i suoi acciacchi e lui, permaloso com’è non si lascia certo sfrucugliare impunemente.
Nel 1985, ero maresciallo degli alpini alla 7^ Compagnia trs. di Bassano e su richiesta della Prefettura il mio reparto fu incaricato della vigilanza sulla frana e del servizio di allertamento della popolazione. Col compianto tenente Angelo Gelso che morì poco tempo dopo a 24 anni per un tragico incidente, e qualche decina di alpini fummo alloggiati al Molin sulla strada per la Gazza (luogo di speciale interesse per i suoi famosi gnocchi con la fioretta) dove restammo per una ventina di giorni. Organizzammo il servizio pressappoco come lo fu nelle scorse settimane con un posto di avvistamento all’altezza della ex Cascina forestale (la quale fu inghiottita dalla frana proprio in quei giorni), collegamenti radio con Parlati, Turcari, Maltaure ecc. e campagnole attrezzate con altoparlanti per l’allarme. Allora si vedeva scendere per l’Agno un fiume che sembrava di cioccolata semiliquida nel quale fluitavano massi di grandi dimensioni.
Uno spettacolo impressionante al vedere passare quella massa viva di mota rossastra sotto i ponti dell’Agno. Poi, come sempre il mostro si placò e pian piano tutto rientrò nella normalità. Ancora dall’altro secolo, quando non esisteva la strada per Campogrosso (costruita nel 1917) e i contrabbandieri passavano con la famosa “rua”su per la cosiddetta “Strada del Carro” per proseguire verso il Rotolon e Buse Scure, le pendici di dove sgorga l’Agno, davano preoccupazioni alle popolazioni dell’alto recoarese.
Bepi Magrin
Angelo.minardi65@gmail.com
Ciao Angelo , vuoi iscriverti al sito per avere una notifica ad ogni post? Se lo vuoi fare dovresti mettere il tuo indirizzo mail nella finestra a destra della pagina con scritto iscriviti , così come hai fatto tu nn capisco cosa vorresti fare. Ciao
Anch’io ero presente alla frana del monte Rovolon a recoaro prima della 7° compagnia trasmissioni c’era la 43esima batteria sempre di bassano col capitano Pierro durante il cambio con il tenente Gelso io e un mio collega di batteria entrambi autisti dovettimo stare lì per i cambi di guardia a Parlati e Turcati e mi ricordo il primo giorno che al mattino nessuno ci dette la sveglia e fui richiamato dal tenente…però al Molin si mangiava da dio cordiali saluti ..