E tu Madre di Dio , candida più della neve . Tu che hai conosciuto e raccolto ogni sofferenza e ogni sacrificio di tutti gli alpini caduti . Tu che conosci e raccogli ogni anelito e ogni speranza di tutti gli alpini vivi ed in armi .Tu benedici e sorridi ai nostri battaglioni .
Tempo di percorrenza dell’anello : 6h00 km 10
Dislivello totale : 700 m
Quota massima raggiunta : 2124 m
Sentieri : 840 – 841
Dopo essere saliti ad Asiago si prosegue fino al comune di Gallio , superata la chiesa ed uscendo dal paese verso Foza si trova un bivio a sinistra che sale verso Monte Ortigara da li si prosegue prima verso la Valle Campomulo , poi nelle piste di Campomulo , proseguendo e mantenendo sempre la sinistra , seguendo le segnalazioni Monte Ortigara si esce dalla strada asfaltata per proseguire per un lungo tratto di strada sterrata in PESSIME CONDIZIONI , DA NON PERCORRERLA CON AUTO TROPPO RIBASSATE , fino ad arrivare al piazzale Lozze dove esiste un’ampio posteggio , ricordo inoltre che questo sacro luogo teatro di grandi combattimenti e metà di un Pellegrinaggio la seconda domenica di Luglio per gli Alpini luogo dove ebbe luogo la prima adunata degli alpini 5-7 settembre del 1920 .
Descrivere questo sentiero e molto facile e non richiede particolari doti alpinistiche e tecniche , e semplicemente in sentiero che parte da 1700 metri e sale fino a 2100 con vari sali e scendi abbastanza semplici da percorrere si sale per il segnavia 840 e si scende sul 841 , niente di più facile .
Ma tutto cambia quando lo si vuole descrivere donando ai propri lettori una parte di emozioni uniche che si possono provare solo salendo su questo luogo considerato “Terra Sacra agli Alpini” , io ci sono salito con mio padre da bambino , che puntualmente partecipava a tutte le adunate , ma questa ha un fascino particolare ” il Campo di Battaglia” un terreno grullo , una pietraia nessun’albero solo tanti mughi , con tante ferite aperte , da trinceramenti e feritoie per armi di piccolo , medio e anche di grossi calibri , un terreno pieno di buchi di granate che ne hanno dato la forma , ma per descriverlo in tutta la sua grandezza bastano solo tre parole scritte con una semplicità unica sulla colonna mozza “PER NON DIMENTICARE “ , e devo dire che ogni volta che ne parlo e percorro questi luoghi mi assale una fortissima emozione e ancora adesso scrivendo queste poche righe mi assale un senso di commozione … che spero di suscitare anche in voi , quando e se un giorno vi salirete…
Voglio concludere con la poesia in dialetto veneto dedicata a chi non è tornato dall’ortigara …
O bell’alpin sull’ortigara
Desfo el ninzolo che gavea cusìo
per la nostra cucieta de nogara
quando, tornando zo da l’Ortigara,
te gavarìa ciamà solo marìo.
El gera de tre teli: sora a quelo
de drita te dovevi dormir ti;
su quel de zanca, cussì bianco e belo,
dovea per sempre starle arente mi
e in quel de meso, mètàrghe el putelo
che sognavimo aver squasi ogni dì.
Desso lo desfo. In quel de drita, un zorno
i meterà a dormir soto la neve
me poro pare, da la testa bianca..
Povaro veccio!… Da quel dì el va atorno
tremando da la pena e da la freve
senza parlare…
Sora a quel de zanca
a fin de otobre i meterà me mare.
Povara vecia!… Da quei dì la speta
credendo sempre che te torni indrìo,
e la dise pian pian la coroneta
pianzendo solo come lo sa Dio.
Povara vecia!… In quel de meso invesse
co’ tornerà la primavera bela
e i prà xe verdi e ‘l bel formento cresse
vogio che i meta mi, mi, ne la cassa,
perchè oramai, mi morirò putela.
Desfo el ninzolo che gavea cusìo
per la nostra cucieta de nogara:
lo desfo adasio co’ la testa bassa
pianzendo solo come lo sa Dio,
o bell’Alpin restà su l’Ortigara!…
La colonna Mozza
Qui in questo luogo si sono raccolti circa 2000 alpini nel settembre del 1920 per rendere omaggio ai caduti della guerra del 15-18 , salirono a piedi dalla località Grigno passando per la Piana di Marcesina ,per poi accamparsi nella notte nella Busa del Diavolo e la mattina dopo proseguire fino a Monte Ortigara , dove il cappellano Don Giulio Bevilacqua celebrò la messa dove ora e posata la colonna mozza.
Cenni storici
Quella dell’Ortigara fu una delle più cruente e sanguinose battaglie sulle nostre montagne dove l’impiego di uomini e mezzi fu veramente grandissimo , quasi esagerato ma molte saranno le perdite umane per il gigantesco uso di artiglieria , le nostre forze erano di circa 200000 uomini , 12 divisioni di fanteria , 24 battaglioni di alpini , 152 batterie ( cannoni ) pesanti . 71 Batterie artiglieria da campagna , 38 batterie artiglieria da montagna , 6 batterie someggiate e 58 batterie di Bombarde , per un totale di 1700 bocche da fuoco .
Il grandissimo lavoro eseguito nei trinceramenti quasi 30 km di trincee , 20 casematte in cemento , 180 baracche per la truppa , 7 baracche per i comandi , e 40 baraccamenti per i muli una delle parti più importanti per i viveri e i munizionamenti , nonostante fossero raddoppiate le teleferiche , la lotta più dura e stata con la neve ed il freddo , la neve raggiungeva punti anche alti 10 metri agli incroci delle gallerie erano messe delle indicazioni per non sbagliare strada c’erano quasi 30 km di gallerie sulla neve .
Alla fine le perdite furono altissime , tra gli italiani 280 ufficiali e 21000 soldati morti , e 430 prigionieri , mentre tra gli austriaci 307 ufficiali e 8900 soldati e furono fatti 980 prigionieri .