
ATTENZIONE IL LAGHETTO NON E’ BALNEABILE E LA SUA PROFONDITA’ E DI 186 METRI
Come Raggiungerlo
Si sale da Bassano del Grappa verso Valstagna dalla strada vecchia situata sulla sinistra salendo , superate le grotte di Oliero e l’abitato di Valstagna si continua fino a Ponte Subiolo dove sulla sinistra si trova un piccolo posteggio mentre più avanti a destra un altro posto per mettere lauto , poi si sale tra le case fino a raggiungere la piccola discesa di circa 20 metri che ti porta su questo piccolo laghetto.
Caratteristiche
Il suo sviluppo spaziale è di 365 m, con un dislivello di -149 m. L’Elefante Bianco era ed è la sorgente Valchiusana più profonda d’Italia e con la sua attuale profondità di -186m è anche una delle più profonde nel mondo.
- Profondità: -186m
- Distanza dall’ingresso: 530m
- Distanza percorsa oltre i -100m: 330m
- Tempo totale di immersione: 430’
- Descrizione della zona oltre -130m
Esplorazione della grotta dell’Elefante bianco
La base del pozzo a circa -130m è ricoperta da massi di crollo, il passaggio che permette di proseguire l’esplorazione rimane di generose dimensioni ed è largo una decina di metri e alto circa 3m, da qui si scende rapidamente fino a -139m. Si ha l’impressione che la galleria ritorni indietro. Da qui in avanti per una trentina di metri di lunghezza fino alla profondità di -140m la galleria rimane sempre larga 10m circa ma diventa leggermente più alta 4-5m. In questa zona la roccia sebbene molto levigata ha diverse asperità sulle quali fissare il filo. Da -140m a -152m si percorrono 20m (410m dall’ingresso) di galleria inclinata con diversi massi di crollo sul fondo. Da questo punto non ci sono più massi, il fondo è liscio levigato e diventa difficile fissare il filo. A -155m un inaspettato scalino naturale alto 30-40cm interrompe la continuità del fondo. La galleria mantiene le stesse dimensioni, serpeggiando a destra e a sinistra, a 480m dall’ingresso a -165m si apre un pozzo profondo 19m, largo 7-8m, lungo oltre 10m a forma triangolare. Sul fondo del pozzo a -184 m qualche masso e di nuovo la galleria sembra ritorni indietro, qui la roccia offre diverse asperità per fissare il filo, le dimensioni si mantengono simili a quelle della galleria che accede al pozzo dopo 30m l’esplorazione finisce a -186m.
Leggenda del laghetto di Subiolo
Una sera, un giovane falegname ritornava sul tardi alla sua casa, vicina al ponte Subiolo, dopo aver fatto visita alla fidanzata. Improvvisamente si sentì ripetutamente chiamare per nome… Con sorpresa, e quasi sgomento, si accorse che un gruppo di Fate danzava sulle acque del lago, alla luce dei raggi lunari.
“Vieni con noi – gli dicevano – tu non hai mai provato la felicità che ti offriamo, vieni a danzare con noi finché splende la luna.”
“No, no – rispose il giovane terrorizzato – laggiù c’è l’acqua e se scendo annegherò”.
“Hai paura? – gli chiesero le Fate ridendo – Allora guarda, l’acqua è sparita. Vieni”!
Con un incantesimo il lago era sparito. Anche i sassolini del fondo erano asciutti e i massi rivestiti di muschio si porgevano alle fate come soffici divani.
“No, no!” ripetè il giovane. Ma, come soggiogato, non poteva staccarsi dal parapetto del ponte.
“Non vuoi? Forza, coraggio, danzando con noi ti dimenticherai di tutto e resterà solo la felicità”. Le Fate ripresero a chiamarlo, ma il giovane non cedette alla tentazione.
“Ebbene – dissero infine quegli esseri eterei in coro – per la tua virtù e perché tu abbia a ricordarti di noi, ti offriamo una grazia. Chiedi ciò che vuoi”.
Egli, tremante, domandò: “Che io possa con le mie mani eseguire qualunque lavoro d’intaglio”.
“Concessa – si sentì rispondere dalle fate -. Ma non sarai mai ricco!”
Alla mente del falegname balenò l’idea di opere grandiose, mentre l’acqua tornava ad uscire impetuosa e spumeggiante dal laghetto, le fronde dei faggi stormivano per il vento e la montagna proiettava immobile la sua ombra nascondendo la luna, calata dietro la cima.
Le Fate erano sparite. Da quel giorno il giovane falegname realizzò meravigliose opere in legno, di rara bellezza, per tutte le chiese del paese e di altri villaggi vicini. Morì povero come era vissuto e come gli avevano predetto le Fate, ma molto, molto felice.
