Tempo di percorrenza dell’anello : 30 minuti
Dislivello totale : –
Quota massima raggiunta : 856m
Per raggiungere il forte si prende la strada che da Valli del Pasubio sale passando per il pian delle Fugazze , e scendendo per la Vallarsa fino ad arrivare ad Anghebeni per poi svoltare verso Sant’ Anna e scendere verso Rovereto , arrivati all’abitato di Matassoni si mette l’auto (è presente un posteggio poco prima di arrivare e anche poco dopo ) dal centro dell’abitato si nota il cartello con il disegno del forte e delle varie trincee , il forte non è in buone condizioni , ma il resto e tenuto in perfette condizioni sia le trincee che le postazioni di obici e il punto panoramico che permette di vedere dall’altra parte il Werk Valmorbia , la zona e molto bella vale la pena di visitarlo mentre l’abitato di Matassoni presenta poche case ed è posizionate su una collina dove sorge anche il forte.
Cenni storici
A Matassone, nell’autunno del 1914, il Genio militare austro-ungarico realizzò un campo trincerato, composto da due capisaldi chiusi circondati da fasce di reticolati. Si articolava in trincee e in camminamenti, alcuni dei quali coperti (ora non visitabili), che permettevano ai soldati di raggiungere le diverse posizioni. Vi erano inoltre un osservatorio, una stazione per segnali ottici per le comunicazioni con il vicino forte di Valmorbia-Pozzacchio .Era stato progettato sia per la possibilità di entrare verso il territorio italiano sia per la visuale , assieme al Werk Valmorbia , erano anche in progetto altri forti che non vennero mai realizzati , sul Monte Zugna e sul Monte Pasubio .Allo scoppio della guerra, però, l’esercito austro-ungarico decise di arretrare la propria linea fino a Rovereto, abbandonando quindi la Vallarsa. Questo permise all’esercito italiano di avanzare notevolmente e di occupare, fin dal giugno del 1915, Pozzacchio e Matassone. Nel maggio 1916, in seguito alla Strafexpedition, l’esercito austro-ungarico riuscì ad avanzare e a riconquistare le due località. L’esercito italiano arretrò le proprie linee, ma riuscì a conservare alcune posizioni strategiche fondamentali, tra le quali il crinale dello Zugna, il cui controllo impedì agli austro-ungarici il libero transito in Vallarsa e quindi l’avanzata verso il Veneto. Il 28 giugno 1916, nel corso di una controffensiva, gli italiani riuscirono a rientrare in possesso di Matassone, mentre forte Pozzacchio rimase in mano austro-ungarica fino al termine della guerra.