Oggi non sono qui per scrivere un’articolo di montagna, ma voglio condividere con voi questa mia storia , un piccolo racconto finito bene , del resto sono una persona più propensa al fare , che chiaccherare per niente e che se ognuno ci mette di suo i risultati sono sotto l’occhio di tutti.
Questa volta voglio raccontare una piccola cosa che è successa qui nel piccolo paese di Fongara , paese nativo dei miei nonni e di mio padre , dove ho passato parte della mia infanzia , e dove tuttora mi trovo ad abitare , il paese sorge a 900 metri di altitudine ed ormai ci abitano fisse poche famiglie .
Di tanto in tanto mi trovo a salire alla Chiesa che sorge in un cucuzzolo , per ammirare il panorama e percorrendo la Via Crucis nel periodo invernale senza le foglie si può ammirare fino in fondo a San Quirico. Le nevicate del 2020-21 sono state abbondanti , un giorno salendo verso la Via Crucis , notai che la croce a cui era inchiodato Cristo era marcia alla base e caduta proprio nella via , mentre il Cristo in terracotta era distrutto in diversi pezzi.
Cercai di recuperare i pezzi con l’obiettivo di ricostruire quello che era stato Gesù sulla Croce, dal vedere l’enorme quantità dei pezzi non era cosa facile , “ma ci volevo provare” cosi recuperai quello che si poteva togliere dalla neve e ghiaccio, e togliere quella mano che era ancora ben piantata sulla croce . Cosi recuperai per primo la parte bassa del bacino e le due gambe rotte in tre pezzi, portandole a casa , poi qualche giorno dopo andai alla ricerca del resto…alla fine mi accorsi che una mano mancava all’appello.
Ero convinto di potercela fare, un lavoro complesso che avrebbe richiesto tempo e soprattutto idee per mettere insieme il tutto , avviso anche Bepi (eterno amico di mio padre) , che ” il Cristo l’ho a casa mia” , bene intanto io faccio la Croce dice Lui. Io inizio ad attaccare le gambe al piede ed al bacino, forando ed inserendo chiodi e tondini per mantenere unite le parti , poi procedo con il braccio diviso in tre parti ma in cui per lo meno la mano era intera. Medito sul fatto che non posso collegare il tutto insieme senza avere la Croce, per poter bloccare prima il busto , poi il bacino ed infine le braccia. Ecco che Bepi mi dice ” la Croce è pronta , cosa dici la monto o la lascio separata” . No dico io “montala che io inizio ad posizionare i pezzi”.
Ecco che cosi provo a posizionare il busto e le braccia per avere la misura , data dal posizionamento delle mani sulla parte orizzontale della Croce.
Certo che fa una certa impressione vedere Cristo in queste condizioni ” dobbiamo spostare la croce , qui in cimitero nn ho la corrente , la portiamo dietro il campanile ” . La croce una mattina con l’aiuto di Bepi e Bruno arriva sul posto , e cosi qualche giorno dopo salgo a provare ad assemblare quel povero Cristo . qualcuno dice ” e molto mal ridotto è un impresa ardua” qualcun’altro , “vale la pena a provare”.
Ma io non mollo , ci credo , voglio che quel Cristo torni a prendere la sua posizione, magari più bello di prima, come avevo già fatto in precedenza con il Gesù bambino del presepio.

Procedo con pazienza certosina , ops, manca la famosa mano , trovata a pezzi ma ne manca uno più importante per completare l’opera , dopo averla cercata non poco sul luogo della caduta , a furia di pensare provo a comporre quel puzzle, ci riesco con un idea da grande ortopedico.

Et voilà anche la mano è fatta , non ci resta che attaccarla al resto del corpo, così procedo con l’ultimo pezzo di arto per finire questa opera .
Finalmente è ricomposto, ci ho creduto molto , nn ho mai avuto momenti in cui non credevo di potercela fare , forse per qualcuno sarebbe stato impossibile, io ho lasciato libero spazio alla mia mente ed alle mani , per vedere dove potessero arrivare , ops ci vorrebbe un po di colore per coprire la vista delle saldature e riparazioni , cosi ho provato ad aggiungere anche quello. Ed il risultato sarà a breve sotto gli occhi di tutti , ma sicuramente per me è stato e sarà sempre qualcosa di grandioso.
L’ho dipinto colore terracotta , come era già e come sono le statue che c’erano insieme, alla fine della seconda mano di smalto cosi da proteggerlo ulteriormente dalle intemperie , mi sono seduto ed ho pianto , perchè mai mi sarei aspettato un risultato come questo . Voglio dedicare questo alla Mia Mamma , a mio Padre ed a mio Fratello che non ci sono più da tempo , ed a tutte le persone che mi vogliono bene .
Voglio ricordare una frase che è riportata sulla croce di cima XII Altipiano di Asiago :
Due legni qui ti attendono il primo , verticale, per invitarti a mete ancora più ardite il secondo, orizzontale, per ricordarti di accogliere in un unico abbraccio tutti gli uomini tuoi fratelli.

Ciao Luciano, ti conosco pochissimo (2/3 uscite assieme) ma la tua bontà ed umiltà sono state le prime cose che mi hanno colpito e questa “opera” di ricostruzione è la manifestazione delle bella persona che sei!
Ciao Luciano
Ciao Emanuele grazie di cuore delle tue parole , buon cammino
Ciao Luciano, grazie per questa condivisione, toccante che ti fa un grande onore. Seguo con molto interesse le tue uscite, spero di avere la possibilità di conoscerti un giorno.Monica
Ciao Monica ti ringrazio tanto per la tua testimonianza, quello che ho fatto con questo piccolo lavoro e stato un grande risultato, spero rimanga nel tempo segno del mio modesto passaggio. Per conoscermi, basta scrivermi e io risponderò. Ciao grazie ancora , buon cammino.
Bravo, complimenti! Si sente che ci hai messo proprio il cuore.
Ciao è un piccolo lavoro che prima di sostituirlo ho voluto provare a ripararlo e dopo alcune peripezie è usciti in discreta forma . Grazie e buon cammino.