
Tempo di percorrenza : 4h00
Dislivello totale : 950 m
Quota massima raggiunta : 2457 m
Cartografia : Lagiralpina n°24 Dolomiti di Sesto 1:25000
Come Raggiungere
Si sale con l’auto fino al posteggio iniziale che sale a Val Campo di Dentro situato all’imbocco della valle, ricordo che il posteggio è a pagamento , ci sono diversi posteggi salendo la valle ammesso che la sbarra sia alzata , dopodichè funziona una navetta che fa da spola dal posteggio fino all’ultimo posteggio a circa 30 minuti dal rifugio che devono per forza essere percorsi a piedi, invito chi alloggia in zona , su albergo o campeggio ad usare i mezzi pubblici in quanto la spesa sarà minore, raggiunto il posteggio si potrà scegliere di salire a piedi.
Descrizione
La prima parte di avvicinamento al rifugio Tre Scarperi attraverso il sentiero 105 è molto facile su rotabile con alcuni tratti detritici porta in una piana fantastica , per poi dopo averla attraversata si raggiunge un piccolo monumento dedicato ad un alpino dove si incrocia un primo bivio che porta alla forcella dei Baranci segnavia 8, si supera un secondo bivio per il Passo grande dei Rondoi 9-10. Dopo aver attraversato il piano detritico si inizia una salita abbastanza ripida attraversando un primo stretto canalone erboso ed in parte boschivo con tratti di scalette in legno e tratti meno ripidi che si alterneranno di continuo divenendo in alcuni punti molto impegnativi, fino a raggiungere la parte rocciosa del sentiero dove la valle si apre e il sentiero prosegue zigzagando pietre e rocce di varie dimensioni , la presenza di alcuni tratti con scalini in legno ne facilita la percorrenza e mantiene una buona sicurezza , poi si inerpica in tratti erbosi ed inizia anotare la presenza di postazioni di guerra austroungariche, raggiunta la forcella sulla destra si noteranno le postazioni del Passo dell’alpe mattina , e sulla sinistra la torre di Toblin , mentre proseguendo il sasso di sesto completa la linea di fronte , fino a poi raggiungere il rifugio Locatelli Innerkofler.
Cenni storici
Scontri del 30 ottobre 1915
Ai primi di settembre 1915, i Landesschützen vennero sostituiti dalle truppe del tenente colonnello Von Paumgarten, con l’ausilio di 1 batteria da campagna, 2 cannoni da montagna, 2 obici e 2 plotoni dotati di mitragliatrici. A contrastare tali forze, vi erano fin dal 9 settembre i bersaglieri dell’8° appostati sul Sasso di Sesto. Il 3 ottobre, il comando venne preso dal capitano Burger, che elaborò un nuovo piano d’attacco. Infatti il 30 ottobre, verso l’una di notte, una prima colonna si scontrò con le truppe italiane a sud della cima, cercando di distogliere l’attenzione del nemico dalla vetta, da dove volevano penetrare le truppe austriache al comando del sottotenente Hirsch. Il tutto però fallì dopo che l’artiglieria italiana iniziò a prendere di mira il Sasso; il giorno seguente verso le 13, i bersaglieri tornarono alle loro trincee.
Un nuovo attacco fu deciso per il giorno seguente; il 1º novembre le truppe austro-ungariche riuscirono a conquistare la vetta del Sasso di Sesto e a piazzare alcune cariche esplosive. Gli italiani riuscirono a respingere il tentativo di sabotaggio, ricacciando indietro il nemico e involontariamente fecero sì che non avvenisse alcun contatto per lo scoppio delle cariche. Questo fu l’ultimo tentativo nel 1915 di conquistare questa cima, dato che il tempo andava sempre più peggiorando.
Scontri dell’aprile 1917
Nel marzo 1917la III compagnia degli Standschutzen di stanza a Innsbruck , appena arrivata a sostituire le truppe precedenti, decise di conquistare la cima del Sasso di Sesto, posto poco più a sud della loro posizione, la Torre di Toblin. Iniziarono così a scavare una galleria sotto la coltre di neve che superava i 3 metri di altezza.
L’ordine d’attacco fu dato l’11 aprile 1917 , quando l’ultimo diaframma della galleria fu fatto crollare appositamente. L’iniziale avanzata di 50 soldati al comando del tenente Tschamler, sorprese facilmente i primi alpini che furono catturati ancora nel sonno. Ai livelli inferiori delle gallerie italiane vi fu il tempo di allarmarsi e fu così che iniziò uno scontro all’arma bianca e lanci di bombe a mano. In poco meno di un’ora e mezza, poco prima della mezzanotte le truppe austro-ungariche, anche grazie al numero superiore, conquistarono il Sasso. A tale attacco, partecipò anche il soldato-donna Viktoria Savs , che fu poi ferita ad una gamba il 27 maggio.
Gli italiani, dalle prime luci dell’alba iniziarono un duro contrattacco, che anche grazie all’uso di mitragliatrici , costrinse le truppe nemiche a tornare verso la sommità della cima. Nonostante ciò, gli scontri, sempre più cruenti durarono fino alle ore 13, quando il comando austriaco decise per una saggia ritirata.
















































































