Il sentiero dell’Orso e la leggenda dei Suntra
Tempo di percorrenza andata e ritorno : 4h00
Dislivello totale: 520 m
Quota massima raggiunta: 1047 m
Come raggiungere
Si sale fino a Recoaro Terme , superato l’abitato si prosegue verso la località Gazza , fino a raggiungere i Menarini , dove si trova il campo sportivo e l’omonima Pizzeria Menarini , dove si lascia l’auto per poi imboccando a piedi la strada di che sale prima ai Ronchi e poi alle Casare Asnicar.
Descrizione
Il sentiero dapprima sale sulla strada asfaltata che porta verso la contrada Ronchi , dopo circa un km si nota sulla strada una casa bianca contornata da campo e adiacente ad un bosco , si noterà inoltre il cartello del sentiero , si sale mantenendo la casa sulla destra in una valle piuttosto selvaggia , si transita in mezzo ad alcune case diroccate , per poi ricominciare a salire con un zig zag poco difficile fino a raggiungere la contrada Orsati , si prosegue passando in mezzo alle case per poi risalire in mezzo ad un boschetto , fino al bosco dei Suntra dove si potranno vedere le meravigliose creazioni in legno quasi messa a protezione del bosco , si continua a salire entrando così poi sulla strada che porta alle Casare e alle Montagnole Basse , dopo aver percorso alcune centinaia di metri in una curva si incontra di nuovo il sentiero che entra nel bosco (attenzione il segnavia e per terra sull’asfalto e risulta difficile la sua individuazione ) per evitare la strada asfaltata . Superato questo ultimo pezzo si prosegue sulla strada asfaltata superando Malga Serita e raggiungendo cosi le Casare Asnicar , dove volendo si può salire anche a Malga Morando ( Ofre ) oppure alla Cabiola . Questo itinerario non è difficile e molto bello perchè sale in un ambiente unico un bosco spettacolare con panorami selvaggi ed unici a pochi passi da casa . Il ritorno si ripercorre a ritroso il tracciato , che raggiunto il bosco dei Suntra anzichè scendere agli Orsati tenendo la destra si può proseguire per la contrada Ronchi e superata la contrada in discesa , su una curva si trova il segnavi della variante Sentiero dell’Orsetto
La leggenda dei Suntra
Un giorno di mille anni fa i Suntra decisero di partire. Lo fecero tutti insieme, al rullo del tamburo, sfilando mestamente davanti alla regina Astra Zeneka che, ritta sulla sommità di un piccolo rilievo erboso, sembrava con gli occhi scrutare lontano, oltre alle colline e i Monti che disegnavano l’orizzonte verso sud. Passarono per primi i saggi severi dalle lunghe orecchie, poi gli gnomi barbuti e chiacchieroni, e dietro di loro alcuni uomini dalle insolite fattezze e le donne con i loro piccoli, seguiti dagli elfi dispettosi, più indietro le bisce striscianti, gli animali parlanti e le creature del cielo.
Era un popolo strano quello che si metteva in cammino: esseri sconosciuti dal resto del mondo che per cinquanta e più generazioni avevano abituato, nascosti guardinghi nel folto della foresta, nei luoghi selvosi di una terra che gli umani chiamavano baio-warioz, “Baviera”. Troppo fredde erano diventate le stagioni, troppo scarsi i frutti del bosco, ormai così rari che i più giovani del clan si erano stancati di andare a cercarli. Ma, soprattutto, era stato l’avanzare dell’uomo a minacciare la sopravvivenza stessa dei Suntra.
Erano arrivati a decine, a centinaia gli umani con le loro asce, e la boscaglia aveva cominciato a ridursi, anno dopo anno. I Suntra avevano visto la loro terra spogliata, gli alberi abbattuti e le loro piccole case sotterranee e i nidi e i rifugi tra i rami sempre più in pericolo. Se ne andarono silenziosi in un giorno nebbioso agli inizi dell’autunno, così da anticipare le prime gelate. Portavano con sé le poche cose necessarie per nutrirsi durante il viaggio che avrebbero compiuto di notte al chiarore delle stelle, per non farsi scoprire.
Molte lune trascorsero. Finalmente, affamati e stanchi, dopo avere attraversato valichi impervi e montagne scoscese, raggiunsero la sommità di una valle dove Astra Zeneka ordino al piccolo popolo di fermarsi. Un torrente scorreva sul fondo, separando con il solco d’argento i versanti di un’unica grandiosa foresta dorata, che la prossima estate si sarebbe certamente colorata di smeraldo. Fili sottili di fumo scorgevano lontano.
Lassù invece, in quella radura racchiusa tra il fitto intrico degli alberi, e nei Colli boscosi e nei Monti tutti intorno, tracce di umani non se ne vedevano. La regina consultò i saggi. Alla fine fu deciso che quel luogo, così ricco di boschi generosi e sufficientemente lontano dalle abitazioni degli uomini, sarebbe diventato la nuova patria del popolo nascosto: la terra dei Suntra. Altri mille anni trascorsero, altre cinquanta e più generazioni dell’antica stirpe del nord vissero tra i boschi dei Suntra.
Poi una mattina di gennaio, qualcosa di inatteso di sorprendente accadde. Gli gnomi barbuti, i folletti dispettosi, gli strani animaletti capaci di parlare diventarono d’un tratto persone vere e creature vive del mondo di fuori: uomini e donne, uccelli e rettili simili a quelli che abitavano al di là, lontano dei sutra.
Non si seppe mai chi fu ad operare la trasformazione, e perché. Si seppe però che lei, la regina Astra Zeneka, venne mutata in un essere molto diverso da tutti gli altri, così minuscolo da essere invisibile agli occhi, ma destinato al guarire gli umani da un male insidioso che aggrediva tutti, in ogni parte del mondo.
Da allora, il ricordo di com’era un tempo il popolo dei Suntra vive nelle figure scolpite – corpi, sguardi, volti- che sono lì a presidiare le loro antiche tara che sto sovrasta la valle; e nelle urne finemente decorate custodiscono i resti dei lontani progenitori, dei Suntra che non ci sono più. Sono sagome multiformi, protette dal lieve sorriso di lei, la buona Regina intenta a guardare laggiù, verso l’orizzonte lontano, dalla parte dove sorge il sole.
Verso un futuro senza più male.




























































Variante Sentiero dell’Orsetto


















